Ambiente

Rinnovabili: Cina da record, ma restano le zone d’ombra

03
Luglio 2023
Di Giampiero Cinelli

Noi occidentali siamo abituati a dire che la nazione più inquinante è la Cina. Ma con tutta probabilità oggi il Dragone è anche il leader per l’uso di rinnovabili. Superando con cinque anni d’anticipo i suoi obiettivi di produzione da solare ed eolico. Emerge da un rapporto della Ong Global Energy Monitor, secondo il quale la Cina raddoppierà la sua capacità di rinnovabili entro il 2025, anziché entro il 2030, raggiungendo i 1.200 Gigawatt (GW) di energia derivante da fonti pulite. Sorprende poi che, nel primo trimestre dell’anno, la capacità solare su scala industriale della Cina abbia superato quella di tutti gli altri Stati del Pianeta messi insieme. Probabilmente è dovuto alla capacità del campo fotovoltaico instaurato nel deserto cinese del Tengger. Quei pannelli arrivano a una potenza di 1 milione di kW, per una produzione annuale che si stima possa arrivare a 1,8 miliardi di kWh. Praticamente il fabbisogno di 1,5 milioni di famiglie.

Le installazioni sono concentrate nelle province del nord e del nord-ovest del paese, come Shanxi, Xinjiang e Hebei. Inoltre, il Global energy monitor ha calcolato che i parchi solari in costruzione possono aggiungere altri 379 GW di capacità potenziale, il triplo di quella degli Stati Uniti e quasi il doppio di quella europea.

Anche l’eolico ora è un cavallo di battaglia di Pechino. Con l’eolico onshore e offshore supera i 310 GW, il doppio di quanto registrato nel 2017. In futuro gli investimenti dovrebbero far aumentare della metà la sua flotta eolica. Pechino può disporre della centrale ibrida solare e idroelettrica più grande del mondo, entrata in funzione di recente sull’altopiano tibetano: si chiama Kela e può produrre 2.000 GWh l’anno, pari al consumo di 700mila famiglie.

Il programma green è reputato molto importante dal governo, in quanto la Cina, da sola, rappresenta la metà del consumo mondiale di carbone. Il presidente cinese Xi Jinping intende raggiungere la neutralità entro il 2060. Un obiettivo ambizioso per un Paese che, da solo, è responsabile del 30% delle emissioni annue globali.

Secondo i risultati evidenziati dal rapporto in questione, in linea con i precedenti rapporti e con i dati forniti dal governo, si prevede che la Cina potrà soddisfare un terzo del suo consumo energetico attraverso le fonti rinnovabili entro il 2030. Ma per un’economia così mastodontica e che non vuole rallentare è inevitabile che si notino zone d’ombra. Appunto l’uso del carbone è ancora considerevole: nei primi tre mesi del 2023 è stata approvata più energia a carbone che in tutto il 2021 e l’instabilità climatica degli ultimi anni porta a ondate di calore che possono costringere le centrali idroelettriche a fermarsi. Fermo restando che le rinnovabili hanno il difetto dell’intermittenza. Anche la grande Cina dunque dovrà fare il massimo per trovare il giusto compromesso.