Ambiente
La pioggia artificiale per ridurre lo smog. Il Pakistan ci ha provato
Di Giuliana Mastri
Combattere l’eccesso di inquinamento con la pioggia. Il Pakistan ci prova davvero, innescando precipitazioni artificiali nella megalopoli di Lahore. Aerei dotati di attrezzature per la semina delle nuvole hanno sorvolato la città e, stando a quanto affermano le autorità, ha piovigginato in almeno 10 aree della città di Lahore, uno dei luoghi più inquinati al mondo. L’impatto della pioggia artificiale è stato monitorato in un raggio di 15 km.
La qualità dell’aria a Lahore è stata particolarmente negativa nelle ultime settimane e il governo del Punjab ha impiegato diverse tattiche, tra cui la chiusura anticipata delle attività commerciali senza risultati sostanziali; una volta deciso di svolgere l’operazione insolita, la cittadinanza è stata rassicurata sulla sicurezza della pioggia artificiale, citando le oltre 1.000 missioni annuali degli Emirati Arabi Uniti e le tecnologie simili utilizzate in decine di Paesi, tra cui Stati Uniti, Cina e India. Una rassicurazione che però non trova d’accordo la comunità scientifica.
Gli Emirati Arabi Uniti hanno utilizzato sempre più spesso la semina delle nuvole, a volte chiamata pioggia artificiale o blueskying, per creare pioggia nell’arida distesa del Paese. Nel processo di cloud seeding, lo ioduro d’argento, un sale giallastro, viene bruciato nelle nuvole in un composto con acetone per favorire la formazione di condensa sotto forma di pioggia.
Vi sono però ancora dei punti interrogativi rispetto a questo processo, mancando sufficienti prove empiriche su quanto l’indice di qualità dell’aria diminuirà in seguito alla semina delle nuvole, né si è capito bene quali sono gli effetti sull’ambiente stesso oltre che sull’essere umano.
Comunque anche una pioggia molto modesta è efficace per ridurre l’inquinamento e sembra che in Pakistan non ci saranno altri esperimenti del genere nelle prossime settimane, ma saranno installate anche torri anti-smog e depuratori d’aria su larga scala progettati per catturare l’inquinamento.
La semina delle nuvole, precisamente consiste nell’accelerare la condensazione dell’umidità nelle nuvole per creare la pioggia. Viene effettuata spruzzando particelle di sale – come lo ioduro d’argento o il cloruro – sulle nuvole utilizzando aerei o dispositivi di dispersione a terra.
I granuli di sale agiscono come particelle nucleanti di ghiaccio, che permettono la formazione di cristalli di ghiaccio nelle nuvole. L’umidità delle nuvole si aggancia a questi cristalli di ghiaccio e si condensa in pioggia. Il processo però non funziona sempre. Le condizioni atmosferiche devono infatti essere esattamente quelle giuste. Ci deve essere la giusta quantità di umidità e di umidità nelle nuvole per consentire la formazione di nuclei di ghiaccio. Sono importanti anche fattori secondari come la velocità del vento.
L’inquinamento atmosferico è peggiorato in Pakistan negli ultimi anni, quando una miscela di fumi di gasolio di bassa qualità, il fumo prodotto dalla combustione delle colture stagionali e le temperature invernali più rigide si sono coagulate in nuvole stagnanti di smog. Lahore è la città più colpita dallo smog tossico, che durante la stagione invernale soffoca i polmoni di oltre 11 milioni di residenti.
Le autorità pakistane imputano alle emissioni industriali, al fumo dei forni per mattoni e dei veicoli, alla combustione dei residui delle colture e dei rifiuti in generale di causare l’inquinamento atmosferico e lo smog nella provincia centrale del Punjab, anche se Il Pakistan è responsabile di meno dell’1% delle emissioni globali di carbonio, risultando però tra le 10 nazioni più vulnerabili al clima.
Negli ultimi decenni, la crescente industrializzazione dell’Asia meridionale ha determinato un aumento degli inquinanti provenienti dalle fabbriche, dalle attività edilizie e dai veicoli nelle aree densamente popolate. Il problema diventa più grave nei mesi autunnali e invernali più freddi, poiché l’inversione termica impedisce a uno strato di aria calda di salire e intrappola gli inquinanti più vicino al suolo.