Ambiente
Paesi Bassi, le proteste mettono in bilico i sussidi per le fonti fossili
Di Giampiero Cinelli
C’è chi annuncia un rallentamento nella transizione green come Rishi Sunak e chi invece accetta di implementarlo. Come nei Paesi Bassi, dove intense proteste portate avanti per mesi hanno dato i loro frutti. Il culmine è arrivato quando, dopo che migliaia di persone hanno manifestato pacificamente per 27 giorni, il governo olandese ha inviato al Parlamento una mozione per la riduzione dei sussidi a chi lavora fonti fossili.
Il primo giorno di proteste ha visto la partecipazione di ben 25.000 persone, mentre sono stati almeno 9.000 gli attivisti arrestati complessivamente. Nonostante l’intensa repressione, i manifestanti non hanno mollato e hanno fatto sapere che, in base all’esito delle votazioni, decideranno se scendere nuovamente in piazza. Secondo il Fondo Monetario Internazionale, solo nel 2022 sono stati globalmente spesi 7.000 miliardi di dollari in sussidi per petrolio, gas e carbone.
L’organizzazione che ha promosso la mobilitazione, Extinction Rebellion, aveva ipotizzato una possibile partecipazione di 10.000 persone e invece il numero delle adesioni ha superato già il primo giorno in poche ore quota 25.000. La protesta è andata avanti costantemente a partire dal 9 settembre, con un totale di circa 9.000 arresti, compresi numerosi minori. Le intenzioni dei manifestanti sono parse subito molto determinate e non sono state scalfite dai duri metodi repressivi, compreso l’utilizzo di cannoni ad acqua e manganelli. I residenti hanno spesso denunciato alle forze dell’ordine il disagio provocato da chi protestava, ma ciò non ha impedito il ripetersi delle azioni. La mozione del governo è stata inviata il 5 ottobre, l’iter non è ancora giunto al dunque e si presume non sarà una passeggiata.
Tutto questo accade mentre si prepara la Cop28 che avrà luogo dal 30 novembre al 12 dicembre negli Emirati Arabi. La speranza di chi si batte per la transizione ecologica è che i sussidi per fonti fossili vengano sempre più ridotti, sebbene questo è facile a dirsi meno a farsi, infatti nel 2021 la Cop26 di Glasgow ebbe nella sua Dichiarazione Finale l’eliminazione completa dei fondi pubblici ai fossili entro il 2022. L’Italia, secondo il Fmi, nell’ultimo anno ha speso in sussidi pubblici al settore fossile 63 miliardi di euro.
Ogni Paese è diverso per caratteristiche e dimensioni. E se ci sorprende che in Olanda i cittadini siano capaci di una tale caparbietà mentre non è così in altri Paesi, sarebbe riduttivo pensare che ciò sia dovuto a una maggiore qualità dell’informazione mediatica o alla natura virtuosa degli abitanti, quanto a percezioni e conseguenti comportamenti consoni a una specifica collettività.