Ambiente
Pacifico, volevano perforare il fondale e scoprono 5.000 nuove specie marine
Di Giampiero Cinelli
Un gruppo di scienziati ha scoperto oltre 5.000 nuove specie marine che vivono sul fondale marino in un’area dell’Oceano Pacifico. Area ad oggi incontaminata ma identificata come un futuro giacimento per l’estrazione mineraria in acque profonde. La maggior parte degli animali identificati sono nuovi alla scienza e quasi tutti sono unici nella regione. Solo sei, tra cui una spugna carnivora e un cetriolo di mare, sono stati già avvistati altrove. È la prima volta che la biodiversità finora sconosciuta della Clarion-Clipperton Zone, l’area di fondale oceanico ricca di minerali che si estende per 1,7 milioni di chilometri quadrati tra le Hawaii e il Messico, viene documentata in modo completo. La ricerca sarà fondamentale per valutare il rischio di estinzione della specie, dato che i contratti per la dibattuta pratica dell’estrazione mineraria in acque profonde in quest’area sembrano imminenti.
Come spesso accade quando di mezzo ci sono le trivelle, gli obiettivi di perforazione vengono poi dissuasi da delle scoperte sorprendenti. Un’operazione di deep sea mining si è trasformata in una grande occasione per i biologi: gli scienziati ora sanno che in questa zona incontaminata circa l’88-92% degli esemplari animali non era mai stato visto prima.
La Clarion-Clipperton Zone è un’area ricca di minerali che si estende per 1.7 milioni di miglia quadrate, tra Hawaii e Messico. Essendo reputata potenzialmente ricca di materie prime, era stata mappata anticipando l’inizio delle estrazioni. A partire da luglio, infatti, l’Autorità internazionale dei fondali marini inizierà ad accettare le domande di sfruttamento da parte delle società. I contratti per l’esplorazione mineraria nella CCZ sono stati concessi a 17 appaltatori minerari, in un’area che copre 745.000 miglia quadrate. Le società, sostenute da paesi come Regno Unito, Stati Uniti e Cina, vogliono sfruttare minerali tra cui cobalto, manganese e nichel, per venderli in parte al settore delle energie alternative.
Secondo gli scienziati che hanno pubblicato lo studio relativo alla CCZ sulla rivista Current Biology, l’estrazione mineraria non è priva di rischi. Soprattutto in un’area incontaminata come questa. Per questo «l’imperativo è lavorare con le aziende che cercano di estrarre queste risorse», per «garantire che tale attività sia svolta in modo da limitare il suo impatto sul mondo naturale», ha affermato il dottor Adrian Glover, biologo presso l’NHM e autore dello studio.
Al fine di realizzare gli studi i biologi hanno inviato veicoli telecomandati per attraversare il fondale marino da 4.000 a 6.000 metri di profondità osservando le operazioni in collegamento video direttamente dalla barca. Le nuove specie identificate sono 5.578 e solo 6, tra cui una spugna carnivora e un cetriolo di mare, sono state viste altrove. Uno degli animali scoperti è stato soprannominato lo “scoiattolo gommoso“, a causa della sua enorme coda e dell’aspetto gelatinoso.