Ambiente

Ora legale: per Terna 100 milioni di risparmio. Ma basterà?

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Marzo 2025
Di Elisa Tortorolo

Torna l’ora legale (domenica) e, come ogni anno, ci troviamo a litigare con la sveglia per un paio di giorni. Ma almeno una buona notizia ci sarebbe: secondo le stime diffuse in queste ore da Terna, infatti, l’Italia risparmierà circa 100 milioni di euro grazie a un minor consumo di energia elettrica. 

Dal 30 marzo al 26 ottobre sfrutteremo meglio la luce naturale e le giornate più lunghe. Così, leggendo quanto pubblicato dalla società di trasmissione di energia elettrica nazionale, riusciremo a impiegare 330 milioni di kWh in meno – l’equivalente del fabbisogno annuo di oltre 125 mila famiglie. E, come bonus, taglieremo anche 160 mila tonnellate di anidride carbonica. 

Insomma, meno lampadine accese, più soldi risparmiati e un’aria leggermente più pulita. Ma è davvero tutto rose e fiori? Se si guarda ai dati, sembrerebbe ragionevole essere ottimisti: negli ultimi venti anni, grazie all’ora legale, l’Italia ha risparmiato complessivamente oltre 11,7 miliardi di kWh, per un totale di circa 2,2 miliardi di euro. 

Eppure, il dibattito su questa misura continua. E se in Italia portiamo avanti il rituale di spostare le lancette dell’orologio avanti e indietro nel corso dell’anno, alcuni Paesi europei hanno detto già da tempo addio al cambio d’orario. 

Proprio per evitare queste disparità – e forse anche dopo un sondaggio che indicava che l’84% dei cittadini europei era favorevole all’ora solare tutto l’anno -, l’Unione Europea ha tentato a più riprese di abolire l’ora legale, con tanto di proposta ufficiale, presentata dalla Commissione nel 2018. Ma il progetto è stato progressivamente abbandonato constata l’impossibilità di mettere tutti d’accordo. E se fino a qualche tempo fa Bruxelles sembrava aver accantonato in via definitiva l’idea, sulla questione si è di recente tornati a disquisire, con i Paesi nordici che hanno promesso battaglia e la Lituania che si è impegnata a fare della abolizione dell’ora legale una bandiera del suo semestre di presidenza Ue, nel 2027. 

Il principio alla base dell’ora legale è semplice: più ore di luce naturale la sera significano meno bisogno di accendere le lampadine. Tuttavia, anche grazie a illuminazioni super efficienti e un mondo che si muove sempre più verso le fonti rinnovabili, oggi il taglio dei costi potrebbe essere meno significativo rispetto al passato. Inoltre, c’è chi si lamenta degli effetti collaterali: il cambio d’orario può scombussolare il sonno, creare disagio e ridurre la produttività nei primi giorni. Insomma, non tutti sono fan. 

Dunque, se da un lato – con un costo medio del kWh fissato a poco meno di 30 centesimi nel primo trimestre 2025 – il risparmio è indubbio e tangibile, dall’altro resta il nodo della transizione energetica, che non può sicuramente basarsi solo su un’ora di luce in più. Per un vero cambiamento bisogna ripartire da più efficienza, più rinnovabili e un generale sistema che guardi al futuro.  L’ora legale è un piccolo aiuto, ma il vero ‘switch’ dovrà spingersi ben oltre il ticchettio delle lancette.