Ambiente

Nucleare, forse l’anno della svolta. Gli esperti fanno il punto

05
Marzo 2025
Di Giampiero Cinelli

Pochi giorni fa il governo ha approvato una Legge Delega in materia di “nucleare sostenibile”. La palla passa al Parlamento, l’obiettivo è di gettare le basi per la rinascita concreta degli impianti di energia atomica in Italia. In un momento di grande importanza, oggi nella Sala degli Atti Parlamentari della Biblioteca del Senato “Giovanni Spadolini”, il convegno “2025: L’Energia Nucleare nell’anno della svolta”, promosso dal senatore Manfredi Potenti. L’evento ha riunito esperti e istituzioni per discutere del futuro del nucleare, affrontando tematiche legate all’ambiente, alla politica energetica e alla percezione pubblica di questa fonte di energia.

Maria Siclari, direttore dell’Ispra, ha illustrato il ruolo dell’Istituto nella vigilanza e controllo degli impianti a competenza statale: «Noi oggi, in base al Testo Unico Ambientale, ci occupiamo della vigilanza e controllo degli impianti a competenza statale, come le raffinerie, le centrali termoelettriche e gli impianti chimici. Ispra verifica qual è effettivamente la ricaduta sulle matrici ambientali: l’aria, le acque superficiali e sotterranee, ma anche i rifiuti, l’inquinamento acustico, ecc.».

Siclari ha inoltre sottolineato il contributo dell’Ispra nella Piattaforma per il Nucleare Sostenibile: «Ci siamo interrogati su tre aspetti: ambiente, comunicazione e accettabilità sociale. Io penso che nel PNIEC, prima del 2040, non avremo una produzione significativa di nucleare in Italia, ma di lì si potrà partire per fare studi, approfondimenti e scenari. L’Ispra metterà a disposizione gli strumenti e le conoscenze di cui dispone».

Sul tema dell’accettabilità sociale del nucleare, Marco Lovisolo, responsabile Sales & Proposal di Ansaldo Nucleare, ha evidenziato il cambiamento culturale in atto: «Fino a due anni fa la parola “nucleare” era un tabù. Quello che stiamo cercando di fare è cambiare la cultura del nucleare, per costruire una percezione reale della necessità di avere una produzione nucleare all’interno di una politica energetica». Lovisolo ha inoltre rimarcato l’importanza di una stretta connessione tra politica industriale ed energetica: «La politica industriale non può essere indipendente dalla politica energetica. Io credo che in nessun business si faccia squadra come si fa nel nucleare. La stabilità del nucleare garantirebbe costi di produzione e quindi di vendita dell’energia stabili».

A chiudere il quadro è stato Francesco Campanella, direttore dell’ISIN, che ha sottolineato il ruolo chiave dell’autorità regolatoria nel processo decisionale sul nucleare: «A noi spetta l’onere, ma anche l’onore e l’opportunità di attendere con serenità i tempi del decisore politico, nell’auspicio di trovare, all’interno della strategia che il decisore politico riterrà opportuno attuare per il bene del nostro Paese, la disponibilità al rafforzamento del nostro organico, che è un’assoluta conferma di tutte le nostre prerogative».

Campanella ha poi ribadito la necessità di un’adeguata autorità regolatoria: «Diventa difficile pensare a una svolta in materia di energia senza un’autorità regolatoria adeguata a questo genere di scelte. Non può spettare all’ISIN la scelta della strategia, né tantomeno della tecnologia che vorremo portare avanti per il nucleare nel nostro Paese. All’ISIN spetta invece necessariamente il tema del farsi trovare pronto per garantire al decisore politico, così come al mondo della ricerca e dell’industria, l’azione di un’autorità che dev’essere forte, organizzata e strutturata per garantire quello che ci si attende da noi».