Ambiente
Nucleare, Conferenza di Parigi: attrarre capitali, no al finto green
Di Giampiero Cinelli
I decisori pubblici, le autorità, i governatori. Riuniti insieme a Parigi per la Conferenza internazionale sull’energia nucleare, a parlare sul sentiero aperto dall’Agenzia per il nucleare dell’Ocse. L’assemblea si chiude oggi, almeno con una certezza: il nucleare è tornato in voga, se ne sente il bisogno in un tempo in cui le dinamiche degli scambi energetici stanno cambiando, lo sa bene anche il nostro ministro dell’ambiente Gilberto Pichetto Fratin, che è andato nella capitale francese con un’idea da promuovere per il Paese, quella dei mini-reattori, più sicuri ed efficienti, anche grazie alle tecnologie e alle metodiche di nuova generazione.
E se di energia nucleare si parla tanto nel nostro continente, è perché «l’industria europea si trova inoltre – come si legge in una nota dell’Iea – in una situazione di svantaggio competitivo per quanto riguarda il prezzo dell’energia. Rispetto ad altre regioni, questi prezzi sono relativamente alti e in paesi come Stati Uniti, Cina, India, Giappone e Corea vengono introdotti ambiziosi programmi industriali per rafforzare le catene di approvvigionamento nazionali, la sicurezza delle risorse e la capacità produttiva. Accelerare gli investimenti nella transizione energetica aiuterà l’Europa a limitare la dipendenza dai principali produttori di combustibili fossili e dai mercati spesso volatili dei combustibili».
L’Iea ricorda che l’Unione Europea si è impegnata a spendere almeno il 30% del suo budget 2021-2027 per l’azione per il clima. E le istituzioni finanziarie per lo sviluppo come la Bei hanno un ruolo importante da svolgere nel fornire sostegno a progetti di energia pulita per attirare l’impegno del settore privato. Per ogni euro speso dalla Bei nelle sue operazioni energetiche, ne attira ulteriori 1,4 euro dal settore privato. La Bei ha già aumentato i finanziamenti per progetti di energia pulita a livelli senza precedenti e ha recentemente annunciato ulteriori 45 miliardi di euro, in aggiunta ai volumi di prestito regolari.
L’importo andrà a sostenere le energie rinnovabili e la produzione all’avanguardia nei settori strategici a impatto zero per contribuire ad accelerare la transizione. Avendo già cessato tutti i finanziamenti ai combustibili fossili, la banca dell’Ue è sulla buona strada per sostenere 1.000 miliardi di euro in investimenti per la sostenibilità climatica e ambientale in questo decennio. La conferenza discute su come le politiche e gli strumenti finanziari possano sbloccare ulteriori investimenti. Considerati gli ingenti investimenti necessari, sarà importante, secondo i partecipanti al summit di Parigi, aprire la strada a un migliore accesso ai finanziamenti.
Ciò include misure per istituire un’unione verde del mercato dei capitali (Cmu), per aiutare i finanziamenti destinati alla transizione verso l’energia pulita, a fluire senza problemi attraverso i confini. La riunione vuole fornire inoltre un solido parametro di riferimento per i progetti di finanza sostenibile e aiuterà a eliminare le pratiche di greenwashing.
La transizione verso l’energia pulita (tra cui, secondo i parametri della Ue, rientra anche il nucleare) può avere successo solo in un contesto di stabilità dei prezzi. Inoltre, nel suo impegno a sostenere una transizione ordinata, la Bce ha adottato misure decisive per integrare le considerazioni sui cambiamenti climatici nel suo quadro di politica monetaria e nel monitoraggio. In tal senso però, va detto, è discutibile l’attuale politica di tassi d’interesse alti, che se riescono a raffreddare l’inflazione, a lungo andare scoraggiano i progetti aziendali. Altro aspetto da dirimere è la lentezza delle procedure di autorizzazione (in particolare nel settore delle energie rinnovabili), mentre le industrie soffrono i costi energetici.
Christine Lagarde però sulla questione della gestione monetaria è stata molto chiara nel suo messaggio alla conferenza: «L’Europa è il luogo d’elezione per l’emissione di green bond, con quasi il 60% di tutte le obbligazioni green senior non garantite emesse a livello globale lo scorso anno che hanno origine qui. Sarebbe un’enorme opportunità mancata non sfruttare il vantaggio di cui disponiamo in questo settore per affrontare questa sfida finanziaria. Chiaramente, promuovere il mercato della finanza verde richiede uno sforzo politico combinato che coinvolga più istituzioni pubbliche. Come istituzioni pubbliche, dobbiamo quindi chiederci come possiamo contribuire nell’ambito dei nostri mandati. Anche questa è una parte fondamentale per comprendere la sfida. Per quanto riguarda la Bce, il contributo più importante che possiamo dare è mantenere la stabilità dei prezzi. Per qualsiasi tipo di investimento fisso – aggiunge –, la stabilità dei prezzi è fondamentale in quanto offre alle aziende visibilità su come i loro costi si evolveranno nel tempo. Ma per gli investimenti verdi, che spesso non forniscono ritorni fino a molti anni, la stabilità dei prezzi è fondamentale in quanto offre alle aziende visibilità su come i loro costi si evolveranno nel tempo. Ma per gli investimenti verdi, che spesso non forniscono ritorni fino a molti anni dopo, è ancora più importante che i prezzi rimangano stabili».