Ambiente

La transizione energetica punta sull’idrogeno. Ma di quale colore?

02
Luglio 2021
Di Luca Grieco

In Commissione Attività produttive della Camera è continuato il ciclo di audizioni della risoluzione 7-00609 Vallascas sulle iniziative per il sostegno a trasformazione energetica,fonti rinnovabili efiliera dell’idrogeno. In particolare sono stati auditi SNAM, IBERDROLA e il Prof. Massimo Nicolazzi. Secondo Lorenzo Costantini, Country Manager di Iberdrola Clienti Italia: “Il cammino della transizione energetica, come ha più volte spiegato il ministro Cingolani, si compone di diverse tappe. Sulla base di questo assunto il nostro Gruppo crede che un primo passo davvero rilevante da fare debba consistere nella decarbonizzazione dell’idrogeno attualmente impiegato in quei settori di più difficile elettrificazione, incentivando i processi di riconversione dell’idrogeno grigio a verde. In tal senso – ha poi aggiunto Costantini – in Spagna il nostro gruppo ha presentato 53 progetti nell’ambito del programma Next Generation Eu, tutti incentrati sullo sviluppo dell’idrogeno verde. Risulta altresì che il processo di transizione ecologica di questa portata non possa che realizzarsi se non con il pieno coinvolgimento degli enti locali. Una mera installazione di impianti di energia rinnovabile, per quanto auspicabile in funzione di un completamento del processo di transizione ecologica, rischia di essere miope se non accompagnata da un processo di sensibilizzazione degli stakeholder a più livelli. Crediamo, quindi, che il nostro know how, seppur sviluppato e coltivato su scala globale, possa rivelarsi inefficace se non applicato in piena apertura con i territori e quindi con gli utenti finali”.

 

Per SNAM i punti di forza dell’idrogeno sono 3: può essere prodotto senza emissioni di CO2 attraverso le energie rinnovabili e favorire lo sviluppo di uneconomia decarbonizzata; può essere usato per trasportare e stoccare energia, ma anche in utilizzi finali; può essere utilizzato nellinfrastruttura esistente. Si legge nel documento depositato in Commissione che sulle pipeline “sono state effettuate con successo prove di iniezione di una miscela di H2NG fino al 10% in volume nella rete (per verificare la compatibilità dell’infrastruttura attuale). Sono stati emessi i nuovi standard interni di SNAM per le tubazioni e le condutture conformi al 100% di idrogeno  e sono in corso studi sui gasdotti esistenti per verificare la compatibilità dellintera infrastruttura Snam (70% della rete compatibile al trasporto di idrogeno)”. Sempre nel documento, in relazione allo stato di compressione, SNAM sostiene che “è in corso una collaborazione con i fornitori di turbine a gas per valutare la percentuale massima di H2 che può essere miscelata senza grandi modifiche e l’entità delle modifiche in caso di percentuali più elevate” e che “sono previsti test per verificare la disponibilità ad accettare miscele di H2NG al 5% (potenzialmente fino al 10%) senza modifiche alla macchina”.

 

Più scettico, invece, Massimo Nicolazzi, il quale sostiene considerando l’energia che oggi richiede l’idrogeno verde per la sua produzione vi sono due conseguenze:  “La prima è che non ha di regola senso utilizzare il vettore idrogeno per impieghi per cui si possa ricorrere direttamente al vettore elettrico”. Tuttavia, Nicolazzi sottolinea che “la priorità di impiego dovrebbe essere nei settori c.d. hard to abate”. Lidrogeno (verde) che sostituisce lidrogeno (grigio) anzitutto nei procedimenti di raffineria e nelle produzioni di ammoniaca; laddove la prospettiva di un aumento del costo dei permessi di emissione può già da oggi ridurre il gap di costo tra grigio e verde. Sul resto degli hard to abate oggi siamo essenzialmente in fase ricerca e sviluppo (impianti pilota inclusi) nella speranza che in un decennio lidrogeno si possa dedicare su scala industriale ad es. alla produzione dellacciaio”.

 

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