Ambiente

Giornata Mondiale dell’acqua: all’Ambasciata del Brasile a Roma dialoghi per la Cop30

22
Marzo 2025
Di Marta Calderini

Con la Cop30 a novembre 2025 il tema del cambiamento climatico torna in Brasile, dove 33 anni fa fu firmata la dichiarazione di Rio che gettò le basi per uno sviluppo sostenibile mondiale.

La Cop – Conference of Parties, nacque poco dopo ed è il vertice che riunisce i Paesi firmatari della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC, United Nations Framework Convention on Climate Change).

La prima fu ospitata a Berlino nel 1995 e tra le più incisive ricordiamo sicuramente la Cop3 nel 1997, dove venne firmato il protocollo di Kyoto, e la Cop15 del 2021, che introdusse gli accordi di Parigi che mirano a limitare il riscaldamento globale al di sotto di 2°C e a proseguire gli sforzi per mantenerlo entro 1,5°C al fine di evitare le conseguenze catastrofiche del cambiamento climatico.

La Cop30 sarà un summit di alto livello con l’obiettivo di trovare un’intesa globale per affrontare le sfide sempre più urgenti legate ai cambiamenti climatici. L’evento vedrà la partecipazione di leader provenienti da tutto il mondo, impegnati a definire strategie per intensificare l’azione climatica. La conferenza si terrà a Belém, nel cuore dell’Amazzonia, dal 10 al 21 novembre 2025, e accoglierà oltre 60.000 partecipanti in rappresentanza di 193 Paesi.

La Cop di Belém avrà un ruolo chiave nel consolidare l’impegno del Brasile nei negoziati internazionali sul clima, con particolare attenzione alla riduzione delle emissioni di gas serra, all’adattamento agli eventi climatici estremi, ai finanziamenti per i Paesi in via di sviluppo e alla promozione delle energie rinnovabili.

30 anni fa pochi avevano colto quanto le risorse idriche avrebbero giocato un ruolo centrale nei mutamenti climatici. L’acqua, infatti, c’è sempre stata e per troppo tempo l’abbiamo data per scontata. Oggi, però, possiamo più permettercelo.

In questo contesto e in occasione della Giornata Mondiale Dell’Acqua che si celebra oggi, l’Ambasciata del Brasile a Roma in collaborazione con Diplomatia ha ospitato un momento di confronto, riflessione e sensibilizzazione dedicato proprio a questi temi dal titolo “Insieme per l’acqua: dialogi per la Cop30”.

L’Ambasciatore del Brasile in Italia, Malta e San Marino, Renato Mosca, aprendo la discussione ha dichiarato, citando il Presidente del Brasile Luiz Inácio Lula da Silva, che la Cop30 «potrebbe essere la nostra l’ultima possibilità per prevenire una rottura irreversibile del sistema climatico».

«Sappiamo che gli effetti dei cambiamenti sono intrinsecamente legati alla sfida idrica e impattano sugli ecosistemi» ha continuato Mosca e, riprendendo le parole del presidente designato alla Cop30, ha ricordato che «la Cop deve essere il momento della speranza e della possibilità attraverso l’azione, mai della paralisi e della frammentazione».

Il Presidente di Diplomatia Sergio Castellaneta ha sottolineato che «Il Brasile ha una grande responsabilità. In un mondo che è in fiamme e che sta cambiando sotto i nostri occhi, l’appuntamento a Belém sarà uno spartiacque tra quello che si è fatto fino ad ora, e cioè che possiamo e dobbiamo fare in futuro. Dobbiamo tornare un po’ alle fondamenta, alle basi della nostra civiltà e su questo noi contiamo molto sul Brasile che grazie al Presidente Lula è all’avanguardia su questi temi».

Il tema del ritorno alle fondamenta e ai diritti essenziali dell’uomo è stato al centro anche dell’intervento di Laura D’Aprile, Capo Dipartimento dello Sviluppo Sostenibile, Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, che ha ricordato che «La dimensione trasversale dell’acqua è cruciale per l’adozione delle principali convenzioni internazionali. Per una gestione integrata delle risorse idriche nell’ambito di questi accordi era quanto più necessario aprire una discussione ordinata tra le varie agende e organi di governance. L’accesso all’acqua potabile, sicura e pulita e ai servizi igienico sanitari costituisce un diritto umano essenziale, tuttavia l’acqua non è sufficiente in termini quantitativi e qualitativi nel soddisfare tutte le esigenze. Raggiungere gli obiettivi di sviluppo e gestione sostenibile delle risorse idriche richiede un’adeguata conoscenza della disponibilità di acqua nel tempo e nello spazio in vista e alla luce dei cambiamenti climatici».

Quantificare le risorse è uno degli aspetti fondamentali per la messa in sicurezza del Paese anche secondo Marco Casini, Segretario Generale dell’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino centrale. «Ci prepariamo a una Cop30 in cui si parlerà di acqua che costituisce probabilmente il problema più rilevante che il riscaldamento globale ci pone davanti: 2,6 miliardi di persone vivono attualmente in una situazione di stress idrico elevato o estremo, entro il 2040 saranno 5,4 miliardi. Oggi paghiamo troppi anni di assenza di programmazione, quantificazione e gestione lungimirante e strategica di questa risorsa. L’obiettivo che si ponevano le prime Cop di limitare l’impatto dell’azione dell’uomo sul clima è fallito: il 2024, infatti, è stato il primo anno in cui la temperatura ha superato di 1,5 gradi la temperatura pre-industriale, la soglia che gli accordi di Parigi hanno identificato come il “punto di non ritorno”, e negli ultimi 19 mesi siamo stati sempre al di sopra di questo valore. Per il futuro delle nostre comunità è necessario adattare il nostro Paese alle nuove condizioni climatiche e per farlo, è fondamentale disporre di un bilancio idrico, ovvero del rapporto tra domanda e offerta d’acqua, e aumentare la resilienza dei sistemi per ridurre al minimo lo spreco di acqua e recuperarne quanta più possibile». Ha dichiarato Casini.

Nel 2025 sono previsti una serie di appuntamenti chiave, dalla Conferenza Onu sulla finanza per lo sviluppo sostenibile a Siviglia, al Summit sullo sviluppo sociale a Doha, alle Cop sul clima, desertificazione e biodiversità, al primo G20 in un Paese africano. In uno scenario globale segnato da conflitti, regimi autoritari e violazioni dei diritti umani e in cui il multilateralismo è sempre più in difficoltà, l’Italia vuole giocare un ruolo fondamentale, come ha spiegato Stefano Gatti, Direttore Generale della cooperazione allo sviluppo del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Nel suo intervento Gatti ha parlato anche di uno dei progetti che il Governo italiano sta portando avanti in vista della Cop30: «un padiglione avveniristico composto da diverse installazioni di cui una collocata nella Zona Blu (l’area della Cop accessibile esclusivamente dai rappresentanti dei governi e dai delegati specifici delle organizzazioni osservatrici ndr), e una che sarà una piattaforma evento che, in accordo con il Governo brasiliano, verrà installata sul Rio delle Amazzoni al centro di Belém». Ha concluso Gatti «la piattaforma sarà disegnata da Carlo Ratti, uno degli architetti italiani più famosi al mondo e verrà presentata alla Biennale di Venezia».

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