Ambiente
Energia, Meloni ad Abu Dhabi: triplice partnership con EAU e Albania sulle rinnovabili
Di Ilaria Donatio
“Diventare l’hub per i flussi energetici tra l’Europa e l’Africa”: questo, l’obiettivo individuato da Giorgia Meloni, ad Abu Dhabi, nel proprio intervento al World Future Energy Summit. Perché, ha spiegato la premier, “la transizione energetica è una sfida storica”.
Una transizione energetica concreta e sostenibile
Meloni si è, dunque, concentrata sulla strategicità delle interconnessioni per la transizione energetica: “Svilupparle sarà la pietra miliare”, ha rimarcato. “Se vogliamo fare una transizione energetica concreta e sostenibile, dobbiamo assicurarci che sia realizzata con infrastrutture adeguate. Sono sicura che sviluppare le interconnessioni può essere la chiave di una nuova diplomazia energetica per moltiplicare le opportunità di cooperazione fra noi, e generare benefici condivisi fra tutti. Con questo approccio l’Italia vuole diventare un hub strategico per i flussi energia fra Europa e Africa”.
L’accordo con l’Albania
Meloni ha poi commentato, dicendosi molto soddisfatta, l’accordo energetico raggiunto con l’Albania: si tratta di una infrastruttura per la produzione e il trasporto di energia rinnovabile, da Tirana all’Italia. L’intesa è stata firmata in mattinata, ieri, nel giorno del 48esimo compleanno di Giorgia Meloni – anche con gli Emirati Arabi Uniti – proprio a margine del summit. “Personalmente sono molto orgogliosa di questo accordo”, ha commentato la presidente del Consiglio. Per cui “l’iniziativa mostra tangibilmente come nuove forme di cooperazione possono essere costruite anche fra partner che possono sembrare lontani, almeno geograficamente”. “Un ambizioso progetto fra le due coste dell’Adriatico“, lo ha definito Meloni, “nuova interconnessione energetica, per produrre energia verde in Albania e esportarne parte in Italia, grazie a un cavo sottomarino nell’Adriatico. Un progetto che coinvolge i nostri tre governi, come i nostri settori privati e i nostri operatori della rete”.
In proposito si è espresso anche il primo ministro albanese Edi Rama: “Il valore dell’infrastruttura va verso un miliardo di euro. Sarà operativa al massimo in tre anni, ha spiegato.
Il ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin ha sottolineato, commentando l’intesa che il partenariato strategico tripartito “aumenterà ulteriormente il ruolo dell’Italia come hub energetico e rinnovabile nel Mediterraneo”. E “dimostra che il raggiungimento degli ambiziosi obiettivi climatici fissati a Dubai durante la COP28 è possibile solo attraverso il coordinamento globale e la cooperazione in materia di energia verde”.
I punti dell’intesa
In una nota diffusa dopo la firma dell’accordo, si legge che il partenariato strategico “segna un passo significativo verso il rafforzamento della sicurezza energetica, la promozione dello sviluppo sostenibile e l’accelerazione della transizione verso l’energia pulita nella regione del Mediterraneo. Delinea le aree chiave di cooperazione tra Emirati Arabi Uniti, Italia e Albania, inclusa la realizzazione di progetti di energia rinnovabile su scala gigawatt in Albania, concentrandosi su soluzioni solari fotovoltaiche, eoliche e ibride con potenziale accumulo di batterie. Una parte significativa di questa energia rinnovabile verrà trasmessa all’Italia.
Inoltre, la partnership supervisionerà l’implementazione di un’interconnessione transfrontaliera per la trasmissione di energia elettrica che collegherà l’Albania e l’Italia“.
Sulla transizione energetica ci vuole pragmatismo
Sulla transizione energetica “dobbiamo essere pragmatici, semplicemente perché la realtà lo richiede“, ha aggiunto Meloni nel suo intervento. “Non riusciremo a triplicare la capacità di produzione di energia rinnovabile nel 2030, né – ha rimarcato – a raddoppiare il tasso di efficienza energetica, se continuiamo a inseguire la decarbonizzazione al prezzo della desertificazione economica o ad accantonare, per ragioni ideologiche, soluzioni che potrebbero invece contribuire a costruire una valida alternativa ai combustibili fossili”. “Le stime – ha aggiunto Meloni – dicono che la popolazione mondiale raggiungerà gli 8,5 miliardi entro il 2030 e il Pil globale raddoppierà nel decennio successivo. Ciò farà inesorabilmente aumentare la domanda di energia, non ultimo a causa delle crescenti esigenze derivanti dallo sviluppo dell’Intelligenza artificiale generativa”.
“Fusione nucleare può cambiare la storia”
Poi un passaggio anche sulla fusione nucleare che per Meloni “può produrre energia pulita, sicura e illimitata e trasformare l’energia da un’arma geopolitica a una risorsa accessibile che può cambiare la storia”. “L’Italia sta giocando il suo ruolo in questa direzione”, ha concluso la premier.