Ambiente

Crisi del gas: come evitare un inverno “freddo, buio e caro”

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Luglio 2022
Di Valentina Ricci

La definizione è del quotidiano economico tedesco Handelsblatt. La preoccupazione non solamente teutonica, ma anche europea, soprattutto italiana. D’altronde sono già 12 i Paesi ai quali la Russia ha ridotto le forniture, e l’UE non ha ancora trovato una quadra su un eventuale tetto al prezzo del gas o su acquisti condivisi. Ad aggravare la crisi del gas, la decisione della Russia, ieri, di ridurre di un terzo la fornitura di gas all’Italia rispetto alla media degli ultimi giorni. E il nostro Paese sta manifestando limiti infrastrutturali importanti, soprattutto per la mancanza di rigassificatori già operativi, assai strategici in questa fase.

Stop & go di Nord Stream 1: prezzo del gas in salita
La causa ufficiale è la manutenzione. Per il gasdotto Nord Stream 1 si tratta di uno stop di circa 10 giorni, previsto da tempo e iniziato ieri. Come sta impattando la cosa sul prezzo del gas? Con l’inizio dell’interruzione di servizio la quotazione di oggi dell’oro azzurro è già salita del 4%, a 171 euro/Mwh. E su questo vi terremo aggiornati.

Prevenire è meglio che curare: cosa sta facendo l’Italia
Al momento siamo in stato di preallerta. I flussi sono costantemente monitorati, il roadshow internazionale a cura del massimo livello delle nostre istituzioni (leggi Mattarella e Draghi) è a pieno regime. Come dimostrano i viaggi della scorsa settimana in Mozambico e Turchia. L’obiettivo è chiaro: indipendenza energetica dalla Russia. Presto e possibilmente per bene. Una nota del MiTE rassicura: «La riduzione di circa il 30% sulle forniture di gas annunciate da Gazprom equivale a circa 10 milioni di metri cubi al giorno e rappresenta una parte marginale della fornitura giornaliera totale che viene ampiamente compensata dalle altre forniture che il governo si è assicurato col piano di diversificazione portato avanti negli ultimi mesi».
Il Ministro per la Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, rassicura: «Se la situazione è questa per l’inverno non ci saranno misure draconiane. È un periodo di crisi, possiamo far conto su un po’ di economia di scala, come un grado in meno di temperatura. Se nelle case abbassiamo di un grado il problema sarebbe molto piccolo per i cittadini e porterebbe un risparmio enorme».

Il piano UE in dirittura d’arrivo: intanto l’Europa fa bene la formica
«Ci stiamo preparando a ogni scenario. La situazione è seria. A metà luglio verrà varato un piano di prevenzione in vista dell’inverno». Sono le parole del portavoce dell’Esecutivo UE (la Commissione), Tim McPhie. Che poi ribadisce: «Necessario arrivare il prima possibile all’autonomia energetica dalla Russia. Occorre anche comunicare alla popolazione l’importanza del risparmio energetico. Con strumenti come il già varato RePowerEu».
Sullo stoccaggio del gas per l’inverno: «Stiamo lavorando per contribuire alla creazione di una riserva che diventa indispensabile nei mesi invernali, tramite il riempimento degli stoccaggi». E l’UE si è portata avanti: siamo già a quota due terzi dell’obiettivo di accumulo prefissato.

Tetto al prezzo del gas: UE ancora in alto mare. Verso più aiuti di Stato
Tante parole e pochi fatti sull’introduzione europea del cosiddetto price cap per il gas. «Al momento non c’è una proposta della Commissione» dichiara Paolo Gentiloni, Commissario agli Affari Economici. L’Esecutivo UE ha comunque proposto di aumentare i massimali degli aiuti di Stato per sostenere le imprese più colpite dal caro energia. Il dossier è nelle capitali europee, al vaglio dei Governi nazionali.

Il nodo rigassificatori
«Il pericolo non è la situazione internazionale, ma nazionale» Così ancora Cingolani. Che spiega: «Metà di questo nuovo gas è liquido e va rigassificato. La cosa cruciale è che i rigassificatori devono essere installati puntualmente. Se non abbiamo la capacità di rigassificare, il gas non possiamo usarlo».

Freddo, buio e caro. Tolto il buio (da escludere), su freddo e caro si sta lavorando. Ma non sarà una passeggiata.