Ambiente
Clima, in Italia alluvioni e siccità assieme. Contromisure da accelerare
Di Giampiero Cinelli
«Siamo oramai entrati in una fase di anormalità climatica permanente che ha già modificato il ciclo dell’acqua, aumentando frequenza e intensità di eventi meteoclimatici estremi. L’Italia, al centro dell’hot spot climatico del bacino Mediterraneo, è un Paese più a rischio di altri, con aumento di temperatura di quasi 3 °C rispetto al periodo pre-industriale, a fronte di una media mondiale di +1,1 °C. Viviamo in un territorio particolarmente fragile, in cui 12 milioni di persone vivono in aree che potrebbero essere soggette ad alluvioni, e vediamo aumentare ogni anno gli eventi di precipitazioni a carattere eccezionale». Non sceglie mezzi termini Andrea Barbabella, Responsabile scientifico del Network e Centro Studi Italy for Climate, alla quarta Conferenza nazionale sul clima a Roma.
Tra gli esperti intervenuti c’è Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, il quale ci tiene a far passare un concetto importante: «Come collettività dobbiamo comprendere con urgenza il nesso tra la crisi climatica e i rischi di un ciclo idrico sempre più sotto stress, mettendo in campo interventi straordinari di mitigazione e adattamento». Nella mattinata di lavori il dibattito si è concentrato anche sulle misure contenute nell’executive summary del Pniec che l’Italia ha trasmesso a Bruxelles nei giorni scorsi. «Per ridurre l’impatto di alluvioni e siccità è necessario contribuire a rallentare il riscaldamento globale che le alimenta, tagliando le emissioni di gas serra, e aggiornare e rendere operative misure di adattamento – ha spiegato Edo Ronchi -. Con Italy for Climate abbiamo proposto una specifica Roadmap per l’Italia, con obiettivi e target sfidanti al 2030 e al 2045 e specifiche strategie settoriali».
Inoltre, a partire dal 2000 al 2019, secondo quanto affermano gli ultimi studi dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), 5 milioni di ettari, il 17% della superficie nazionale, sono risultati soggetti a diverse forme di degrado, con valori anche ben oltre il 20% in Sardegna, Emilia-Romagna, Campania e Abruzzo. “Siamo oramai entrati in una fase di anormalità climatica permanente – ha dichiarato Andrea Barbabella, Responsabile scientifico di Italy for Climate – che ha già modificato il ciclo dell’acqua, aumentando frequenza e intensità di eventi meteoclimatici estremi. L’Italia, al centro dell’hot spot climatico del bacino Mediterraneo, è un Paese più a rischio di altri, con aumento di temperatura di quasi 3 °C rispetto al periodo pre-industriale, a fronte di una media mondiale di +1,1 °C. Viviamo in un territorio particolarmente fragile, in cui 12 milioni di persone vivono in aree che potrebbero essere soggette ad alluvioni e vediamo aumentare ogni anno gli eventi di precipitazioni a carattere eccezionale.
Le politiche di diversificazione che l’Italia al momento sta mettendo in atto devono appunto riuscire a far risparmiare l’uso di gas metano, fino a 700 milioni di metri cubi. Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin, ha firmato l’atto col quale emana gli indirizzi a Terna, all’Autorità di Regolazione per energia, reti e ambiente e al Gestore servizi energetici per la rimodulazione della produzione di energia elettrica da carbone, da olio combustibile, da bioliquidi sostenibili e da biomasse solide. Rispetto al precedente atto di indirizzo del 31 marzo 2023 – riferisce una nota – che aveva l’obiettivo di ottimizzare l’utilizzo dei combustibili diversi dal gas al fine di generare un risparmio di questa materia prima strategica, si è ravvisata l’opportunità di rimodulare il piano di massimizzazione del carbone. Dall’ultima riunione del Comitato tecnico di emergenza e monitoraggio del sistema del gas naturale, infatti, è emerso un rassicurante livello di riempimento degli stoccaggi di gas, una contrazione della domanda elettrica e un incremento della produzione idroelettrica.
Oltre alle alluvione anche la siccità. L’Italia ha ancora una buona disponibilità di acqua, è ancora terza in Europa per disponibilità della risorsa idrica (dietro solo a Francia e Svezia), con circa 130 miliardi di metri cubi disponibili ogni anno.
Tuttavia le risorse idriche si stanno riducendo a causa del cambiamento climatico, negli ultimi decenni il calo è intorno al 20%. Pichetto Fratin ha dichiarato in un videomessaggio trasmesso alla conferenza: «L’impatto crescente dei cambiamenti climatici sulla nostra quotidianità ci impone un’azione di risoluzione e integrata. La nostra bussola sono gli accordi di Parigi e la loro effettiva attuazione. I nostri obiettivi li abbiamo ben chiari e li porteremo avanti con determinazione. L’Italia è ormai ciclicamente sconvolta da fenomeni climatici che mettono a nudo la fragilità del nostro territorio, la risorsa idrica è un bene comune e prezioso e oggi è il primo indicatore del cambiamento climatico in atto. Il governo dell’acqua è dunque la prima delle urgenze delle sfide amministrative che ci viene posta».