Ambiente
Blackout in Spagna, Benedettini: «Serve capacità di backup, non solo rinnovabili»
Di Ilaria Donatio
Una frazione di secondo. Tanto è bastato il 28 aprile per mettere in ginocchio i sistemi elettrici di Spagna, Portogallo e parte del sud della Francia. Un blackout che ha sollevato interrogativi sulla tenuta delle infrastrutture elettriche europee in uno scenario sempre più decarbonizzato. «È importante chiarire che oggi possiamo ricostruire la successione degli eventi, ma non ancora identificarne con certezza le cause», spiega Simona Benedettini, ceo e fondatrice di RACE Consulting, esperta di regolazione e mercati energetici. «L’indagine è appena stata aperta dal gestore della rete spagnola, Red Eléctrica, e qualunque ipotesi al momento sarebbe prematura. Possiamo però escludere sia un attacco cyber sia eventi atmosferici anomali: le condizioni meteo erano miti e stabili».
L’evento scatenante? “Alle 12:33 si è verificata la disconnessione di un certo numero di impianti nella Spagna sud-occidentale, verosimilmente fotovoltaici. Questo ha creato un primo squilibrio tra domanda e offerta. In questi casi, la rete elettrica reagisce con una variazione di frequenza rispetto al valore nominale di 50 hertz”. Questo primo evento è stato «assorbito dalla capacità di inerzia disponibile del sistema elettrico. Successivamente a questo, è seguito un secondo evento che ha interessato la disconnessione di ulteriore capacità di generazione» che, verosimilmente a fronte di inadeguata capacità di inerzia, non è potuto essere sanato.
“L’inerzia del sistema elettrico – ossia l’energia cinetica rotazionale resa disponibile dagli impianti termoelettrici, idroelettrici e nucleari – «non è stata più sufficiente a compensare lo squilibrio, e quindi si è dovuto procedere con l’interruzione dell’export verso la Francia a cui simultaneamente è seguita la disconnessione di tutti gli impianti per evitare il loro danneggiamento. Venendo meno la capacità di generazione del sistema, il gestore della rete ha dovuto procedere col distacco anche della domanda». Il ripristino del sistema ha richiesto ore e solo il giorno successivo si è tornati alla piena operatività.
Un evento raro, ma non privo di lezioni per il futuro. Quanto è robusta la rete europea rispetto a episodi simili? «La rete è resiliente e in continua evoluzione – spiega Benedettini – ma il tema vero è la composizione del parco di generazione. Più aumentano le rinnovabili non programmabili, più serve garantire un adeguato livello di capacità di riserva». Il blackout spagnolo, in altre parole, è un campanello d’allarme per i sistemi che puntano su solare ed eolico senza mantenere un’adeguata capacità termoelettrica di backup.
«Attenzione, però: non si può semplificare dicendo che è colpa delle rinnovabili. È probabile che l’origine risieda in un bug software legato alla gestione degli impianti. Ma resta il fatto che serve un’infrastruttura di supporto coerente con l’evoluzione del mix energetico». E questo vale anche per l’Italia? «È un evento eccezionale – precisa – e va caratterizzato come tale. Tuttavia, la lezione è valida per tutti i Paesi: accompagnare la transizione energetica con strumenti adeguati di sicurezza del sistema».
Quanto al nucleare e al ruolo dell’atomo in una strategia che assicuri la transizione energetica, l’esperta ribadisce che «il nucleare ha un’importante capacità di backup e contribuisce a mantenere bassi i prezzi all’ingrosso dell’energia, come si osserva in diversi Paesi. Ma non è una risorsa flessibile: non reagisce con rapidità agli squilibri istantanei come gli impianti a ciclo combinato. Detto ciò, è fondamentale avviare una riflessione seria anche in Italia. Ma serve un quadro normativo, l’Agenzia Nazionale per la Sicurezza Nucleare e, soprattutto, una campagna di informazione sui benefici del nucleare».
Insomma, la sicurezza energetica nella transizione verde non è solo una questione tecnica, ma anche politica e culturale. «Il ministro Pichetto ha avuto il merito di riaprire il dibattito in chiave non ideologica. Ora però – conclude Benedettini – bisogna darsi una mossa. Il tempo delle riflessioni è finito: servono decisioni concrete».
