Ambiente

Biodiversità: l’impegno dei governi

30
Marzo 2022
Di Flavia Iannilli

I riflettori sono puntati sulla guerra in Ucraina ed i suoi numerosi colloqui tra le delegazioni, ma non sono gli unici dialoghi avvenuti in questi giorni. Per 15 giorni sono andati avanti i negoziati tra i governi di quasi 200 paesi in vista della Cop 15 che si terrà a Kunming, in Cina, dal 25 aprile all’8 maggio.

Di cosa si tratta? Le negoziazioni, avvenute a Ginevra, hanno raggiunto una solida base per un accordo ambizioso e globale per la tutela della biodiversità post 2020, l’obiettivo finale è salvaguardare la salute del pianeta entro il 2050.

A renderlo noto è la Convenzione sulla biodiversità (sottoscritta a Rio de Janeiro nel 1992 e ratificata in Italia nel 1994) che, riconoscendo l’impegno dei governi, ammette che trovare una quadra richiederà ancora del tempo, motivo per cui è stata fissata una nuova riunione a Nairobi dal 21 al 26 giugno.

La collaborazione tra i paesi per giungere al patto è di rilevante importanza al pari dell’Accordo di Parigi del 2015. Per questo la Convenzione tiene a specificare i progressi sulla condivisione dei benefici a cui i governi sono giunti che portano alle sequenze di informazioni digitali sull’utilizzo delle risorse genetiche.

Nonostante l’attiva partecipazione e l’interesse dei delegati ai 21 obiettivi della bozza, che erano al centro del dialogo, purtroppo la sesta estinzione di massa non si ferma, anzi accelera. In pochi secoli si è perso il 10% di biodiversità. Nello specifico si tratta di 200mila specie sulle 2mln note fino ai nostri giorni, la scomparsa è avvenuta in circa 500 anni e, chiaramente, è causata dall’uomo. I governi si sono impegnati sia a stabilire nuovi obiettivi, come proteggere il 30% delle specie, che a garantire una quotidianità in armonia con la natura entro il 2050.

Anche l’Italia ha fatto la sua mossa. È notizia di ieri che il ministro per la transizione ecologica, Roberto Cingolani, dando un colpo al cerchio e uno alla botte, abbia approvato con decreto la direttiva per digitalizzazione dei parchi nazionali e delle aree marine protette.

Fa sapere il Mite che per questo provvedimento, interno al Pnrr e pienamente in linea con i suoi pilastri, è prevista una dotazione di 100mln di euro. Un progetto che consentirà sia lo sviluppo di servizi digitali ai visitatori in relazione a mobilità sostenibile, informazioni meteo, naturalistiche culturali, logistiche e di sicurezza. Ma permetterà anche la semplificazione e la digitalizzazione delle procedure amministrative.

L’obiettivo è mettere a disposizione degli enti gestori nuove dotazioni digitali entro la fine del 2022, un traguardo ambizioso sicuramente, ma il tempo corre e non fa sconti a nessuno.  

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