Esteri
Biden e Trump si provocano, ma alle elezioni 2024 sono entrambi sfavoriti
Di Giampiero Gramaglia
Nel giorno in cui la Cia fuga i dubbi sulla salute di Putin, la Casa Bianca rivela che Biden ha il Covid. Probabilmente, non c’è nessun rapporto tra le due notizie: solo una curiosa coincidenza temporale. Dopo mesi di voci sulle precarie condizioni del presidente russo, che avrebbe il cancro o sarebbe instabile di mente, il direttore della Cia William Burns dice che non ci sono prove per ipotizzare problemi fisici al ‘signore del Cremlino’ e liquida il tema con una battuta: a lui, Putin pare “fin troppo sano”.
Quasi contemporaneamente, la Casa Bianca con un comunicato fa sapere che il presidente Usa è positivo al Covid e ha “lievi sintomi”: preoccupa più l’età del paziente –79 anni, a novembre 80– che lo stato fisico. Gli viene dato il Paxlovid, un anti-virale che riduce la gravità della malattia: Biden resta isolato, ma continua a svolgere il suo lavoro.
Nulla di grave, almeno nulla di paragonabile all’intensità della malattia che colpì Donald Trump nell’ottobre 2020, quando aveva 74 anni. Si era in piena campagna elettorale: il presidente quasi negazionista, che pubblicizzava cure fantasiose e inefficaci, o addirittura nocive, come una goccia di candeggina in un bicchiere d’acqua per “disinfettare i polmoni”, stette davvero male e dovette essere ricoverato in ospedale, facendo pure saltare uno dei tre previsti dibattiti con il suo rivale.
Per quanto strano possa sembrare, Biden e Trump, oggi, si puntellano l’un l’altro. L’ambizione della rivincita, dopo la ‘vittoria rubata’ di Usa 2020, anima il magnate e il suo popolo. Mentre, nonostante una popolarità in calo, il presidente resta nei sondaggi il leader democratico meglio piazzato per battere il magnate repubblicano. Secondo il Washington Post, Biden sta ancora vagliando le opzioni per il 2024, ma ha già chiaro in testa che, se Trump si candida, lui sarà in lizza per un secondo mandato.
Eppure, a cento giorni dal voto di midterm dell’8 novembre ed a 27 mesi dalle presidenziali 2024, gli elettori sembrano avere le idee chiare su chi non vogliono presidente nel prossimo quadriennio: due democratici su tre auspicano che Biden non si candidi; e Trump, che starebbe per candidarsi alla nomination, è quasi altrettanto impopolare fra i repubblicani.
E’ quanto emerge da un sondaggio di New York Times e Siena College: il 64% dei democratici preferirebbe un altro candidato per le prossime presidenziali, con il tasso di approvazione dell’operato di Biden al 33% -sui livelli più bassi della presidenza Trump -. Impressionante il dato che solo un americano su 8, il 13%, ritiene che il Paese stia andando nella giusta direzione, mentre quasi l’80% pensa che stia andando nella direzione sbagliata.
Avere fatto sloggiare il magnate dalla Casa Bianca è il maggior merito che Biden può rivendicare con i suoi elettori, che gli rimproverano, su altri fronti, l’impennata dell’inflazione e l’impatto sull’economia della gestione del conflitto in Ucraina. Il presidente ricorre all’emergenza climatica, nel tentativo di salvare la sua agenda verde bloccata in Senato dalle remore di Joe Manchin, senatore democratico, che però viene dalla West Virginia delle miniere di carbone: la scommessa sono le opportunità occupazionali della green economy.
Nel rilevamento NYT/Siena College, il tasso di popolarità di Biden è il 39% come quello di Trump. Pesano nel giudizio su Biden l’età avanzata e l’andamento dell’economia. Sembra esserci uno iato tra l’agenda del presidente, che sta dedicando molto tempo alla politica internazionale, e le priorità dell’opinione pubblica, che mette in testa alle preoccupazioni l’inflazione e l’aumento dei costi dell’energia.
Biden non è fin qui riuscito a realizzare i suoi programmi socio-economici per l’opposizione interna di Manchin e di un’altra senatrice democratica moderata Kyrsten Sinema, dell’Arizona; e la sinistra del partito concentra l’attenzione sui diritti civili, come l’aborto, conculcato dalla Corte Suprema, e sul controllo delle armi, tra sparatorie indiscriminate e una nuova serie di neri uccisi dalla polizia.
Un sondaggio della Cnbc indica che il tasso di gradimento del presidente è sceso al 30%, cioè cinque punti in meno rispetto ad aprile: gli elettori statunitensi sono preoccupati per l’economia e l’inflazione e poco più di uno su dieci approva l’operato dell’Amministrazione in merito.
Anche la Cnn misura l’insoddisfazione nei confronti di Biden, ma gli calcola un tasso di gradimento al 38% (che scende al 30% per l’economia). Era dal 2009, cioè dall’epoca della crisi dei subprime, che il tasso di sfiducia degli americani non era così alto e dal 2012 che le prospettive dell’economia non apparivano peggiori.
Biden è sotto tiro dell’opinione pubblica. Trump lo è della commissione che indaga sulla sommossa del 6 gennaio 2021 da lui sobillata. Ma entrambi possono ancora contare sul fatto che i loro rivali per la nomination 2024 sono tutti poco noti (e che nessuno di loro ha finora mostrato di sapere fare presa sugli elettori).
The Hill, il giornale degli insider della politica, mette, nella rosa delle alternative a Biden, l’immarcescibile Bernie Sanders, che ha già compiuto 80 anni, e l’improbabile egeria della sinistra Alexandria Ocasio-Cortez, che, a novembre 2024, avrà appena compiuto 35 anni, costituzionalmente l’età minima per essere eletta. Ma ci sono pure il governatore della California Gavin Newsom, la governatrice del Michigan Gretchen Whitmer, la senatrice anti-Wall Street Elizabeth Warren, la vice di Biden Kamala Harris e il segretario al Trasporti Pete Buttigieg. Molti sono cavalli di ritorno di Usa 2020.
Il sondaggio del NYT non dà alternative a Biden e a Trump, ma indica che gli elettori democratici e – meno nettamente – repubblicani preferirebbero “qualcun altro”. Un rilevamento YouGov / Harris mostra che Biden batterebbe Trump più nettamente della Harris, ‘handicappata’ dall’essere stata messa ai margini dalla Casa Bianca.
Ma se la fragilità di Biden e di Trump dovesse confermarsi, le alternative spunteranno come funghi. Dalla sua, Biden ha il vantaggio di essere l’unico leader democratico che non spaventa i moderati perché troppo ‘liberal’, mentre Sanders, la Warren e soprattutto la Ocasio-Cortez fanno discorsi che entusiasmano la sinistra democratica, ma inquietano progressisti moderati ed elettori indipendenti.
Le incognite sul percorso di Usa 2024 sono, però, ancora molte. Trump può inciampare, oltre che nell’inchiesta della Camera sulla sommossa da lui sobillata del 6 gennaio 2021, anche nell’indagine in Georgia sulle pressioni da lui esercitate perché le autorità statali “trovassero i voti” per rovesciare il verdetto delle urne.
Biden incoraggia le iniziative della Camera per limitare lo strapotere della Corte Suprema che, dopo l’aborto, potrebbe mettere in discussione altri diritti, come i matrimoni omosessuali. Ma le misure per garantire il diritto alla contraccezione, per sancire le unioni fra persone dello stesso sesso e pure per limitare la diffusione delle armi rischiano di naufragare in Senato.