Esteri

Addìo Shinzo Abe, lo statista nipponico amico dell’Europa

08
Luglio 2022
Di Alessandro Cozza

Sono passate da poco le 10:30 di questa mattina, ora italiana, quando la televisione pubblica giapponese NHK annuncia la triste notizia. L’ex primo ministro giapponese Shinzo Abe, vittima poche ore prima di un attentato mentre teneva un comizio nella città di Nara, è morto. Abe, che si trovava nel Giappone occidentale, stava tenendo un comizio all’aperto, in vista delle elezioni per il rinnovo della Camera alta in programma domenica 10 luglio.

Dalle prime ricostruzioni, possibili anche grazie ad alcune riprese video diffuse sui media giapponesi, l’uomo che ha aggredito l’ex premier avvicinandolo alle spalle, avrebbe usato un’arma di evidente fattura artigianale, che teneva nascosta in una borsa e con la quale ha esploso due colpi uno dei quali diretto alla schiena e l’altro al collo. L’aggressore è un 41enne di Naha fermato e arrestato subito dopo l’attentato. Da quanto emerge a seguito dei primi interrogatori, l’uomo, un ex militare che ha servito nella Forza marittima di autodifesa dal 2002 al 2005, avrebbe negato di aver agito sulla base di motivazioni politiche ma solo perché frustrato e insoddisfatto di Abe. L’atto, oltre che aver scosso tutte le istituzioni, ha colpito il Paese intero, assolutamente non abituato a gesti di questo genere essendo noto per l’estrema rigidità delle sue leggi sul controllo delle armi da fuoco, e le vittime di violenza armata si contano ogni anno sulle dita di una mano.

L’ex primo ministro è stato prima ricoverato d’urgenza al Medical University della città di Kashihara in stato di arresto cardiopolmonare, poi, nel tentativo di fermare l’emorragia interna, è stato sottoposto a diverse trasfusioni di sangue, infine, dopo aver tentato di rianimarlo per quasi quattro ore, è stato dichiarato deceduto.

Il 67enne Shinzo Abe è stato il primo ministro politicamente più longevo nella storia del Giappone post-bellico, guidando molteplici governi – ai quali viene riconosciuto di aver portato un certo grado di stabilità al Paese dopo un periodo di malessere economico – tra il 2006 e il 2007, e di nuovo dal 2012 al 2020, quando ha rassegnato le dimissioni per motivi di salute. Promotore di una “normalizzazione istituzionale” del Paese, Abe si è battuto per il superamento del pacifismo costituzionale ed ha promosso con convinzione il processo di rafforzamento delle capacità difensive accelerato dall’attuale esecutivo. Il nome dell’ex premier è anche connesso alla cosiddetta “Abenomics”: l’insieme di politiche economiche espansive e di riforma adottate da Abe per tentare di superare lo stallo deflattivo della terza economia globale e rilanciarne la crescita.

Shinzo Abe nel 2018 con l’ex Presidente del Consiglio Giuseppe Conte

La teoria economica che ha caratterizzato il suo impegno politico, aveva lo scopo di sollevare il Giappone dalla decennale depressione economica in cui era caduto. L’iniziativa si compone fondamentalmente di tre direttrici: politica monetaria, politica fiscale e strategie di crescita. Abe ha cercato un’intesa con la Bank of Japan la quale, su sua spinta, ha allentato i cordoni della borsa e dato avvio a una politica monetaria fortemente espansiva. L’obiettivo era stimolare i consumi e le attività imprenditoriali così da aumentare l’inflazione tanto da raggiungere e mantenere la soglia del 2% ed uscire dalla situazione di deflazione cronica. Poi, vara un programma di spese e stimoli da parte del governo. Per anni spende centinaia di miliardi di dollari, focalizzandosi sui lavori per modernizzare le infrastrutture e per preparare il Paese alle Olimpiadi di Tokyo 2020. Quello che non funziona nel disegno dell’Abenomics è la risposta sul fronte dei consumi alle misure pensate per stimolarli. Incidono diversi fattori che concorrono a vanificare buona parte dei risultati attesi. Tra questi, sicuramente una popolazione vecchia e poco incline a spendere e gli incrementi delle tasse che si rendono necessari, nel 2014 e nel 2019, per cercare di contenere la corsa del debito pubblico. Il tassello che manca, e anche in questo caso sono tanti i precedenti nella storia economica, sono le riforme strutturali. Da quella del mercato del lavoro, e quelle legate sulle pensioni e l’immigrazione, a quelle necessarie per la difesa del potere d’acquisto e la tutela delle fasce più deboli della popolazione.

La notizia della scomparsa dell’ex primo ministro fa subito in giro del mondo. “Il Governo italiano esprime la sua ferma condanna per l’attentato a Shinzo Abe. L’Italia è vicina ad Abe e al popolo giapponese in questo momento drammatico”, scrive su twitter il presidente del Consiglio Mario Draghi. Tutti i vertici delle istituzioni internazionali hanno condannato l’episodio ed espresso solidarietà. “Profondamente addolorato per l’atroce uccisione di Shinzo Abe, un difensore della democrazia e mio amico e collega per molti anni. Le mie più sentite condoglianze alla sua famiglia, al premier Kishida e alle persone del Giappone, nostro partner Nato, in questo momento difficile”, il commento del segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg.

“Senza parole” è stato l’unico commento del premier nipponico Fumio Kishida sotto shock per la perdita dell’amico e compagno di partito. “Oggi l’Unione europea perde un amico che ha contribuito ad approfondire e rafforzare le relazioni bilaterali in tutti i settori, un lavoro importante che sta proseguendo sotto il primo ministro Kishida. In qualità di primo ministro giapponese più longevo, Shinzo Abe sarà ricordato come un alleato incrollabile nella ricerca della pace, della democrazia e dello stato di diritto – in Europa, nell’Indo – Pacifico e nel mondo. L’Ue e il Giappone continueranno a lavorare fianco a fianco per promuovere ulteriormente questi principi, che ora sono più importanti che mai”, ha scritto l’Alto rappresentante Ue per la politica estera, Josep Borrell, in una nota. “Cara signora Yoko Abe, cara signora Akie Abe, per favore accettate le mie piu’ sentite condoglianze per la morte di vostro figlio e vostro marito Shinzo Abe. Possiate voi e la vostra famiglia trovare forza e coraggio di fronte a questa grave e irreparabile perdita”, si legge nel telegramma di condoglianze che il presidente russo Vladimir Putin ha inviato alla moglie e alla madre dell’ex primo ministro giapponese.

Il gesto di un folle ha scosso l’intero Giappone, e non solo. Oggi ci si ferma a ricordare un grande uomo delle istituzioni giapponesi che ne ha segnato la storia anche a livello internazionale. Addio Shinzo Abe.

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