Esteri
L’indipendenza energetica dalla Russia passa per il continente africano
Di Flavia Iannilli
Il disimpegno dalla Russia è l’obiettivo che il governo italiano sta perseguendo e non solo a parole. Se da una parte il Presidente del Consiglio è in visita ad Ankara per assicurare le forniture energetiche, sciogliere il nodo del grano proveniente dall’Ucraina e intraprendere una forte collaborazione relativa i flussi migratori; dall’altra il Presidente della Repubblica vola in Mozambico per approfondire un piano B, che sia a lungo termine, in alternativa alle importazioni che partono dal Cremlino.
Un mese fa avveniva l’incontro tra Mario Draghi e Abdelmadjid Tebboune, Presidente della Repubblica algerina, ospite accolto per primo da Mattarella che, facendo gli onori di casa, ha spianato la strada per arrivare al nuovo accordo sul gas. L’Algeria si è detta disponibile a fornire 9mld di gas in più rispetto ai 21 con cui già rifornisce l’Italia. Una corsia preferenziale che non è stata data a paesi come la Spagna a causa dei suoi legami con il Marocco. Stato in collisione con Algeri per la questione dei rifugiati Sahrawi; popolo che, in attesa di un referendum promesso dall’Onu dal 1991 per poter tornare sul proprio territorio ad oggi occupato militarmente da Rabat (capitale marocchina), vive su suolo algerino.
Nel frattempo l’Italia vive il privilegio del rafforzamento dei legami storici che Tebboune ha tenuto a specificare. Rapporti che non si limitano all’Algeria ma si estendono fino in Mozambico dove si è recato gli scorsi giorni Mattarella in visita di Stato. «È importante la collaborazione che avviene sul piano energetico attraverso l’azione dell’Eni, il prossimo avvio di esportazione del gas naturale liquefatto è un traguardo che testimonia quanto sia preziosa la nostra collaborazione» ha dichiarato il Presidente della Repubblica al termine dell’incontro, avvenuto a Maputo, con Filipe Jacinto Nyusi, Presidente del Mozambico.
La speranza è quella di un allargamento del perimetro energetico per evitare di rimanere sotto schiaffo russo. La guerra in Ucraina ha messo a nudo l’interconnessione globale, motivo per cui ciò che accade in una parte del mondo si ripercuote su tutti gli scenari internazionali. Motivo per cui l’Unione europea si impegna ad aiutare i paesi in difficoltà per la crisi alimentare.
Non a caso, a ottobre, il capo dello Stato aveva dichiarato: «Africa e Europa sono due continenti così vicini e legati da costituire un’unica unità». Una realtà dei fatti sulla quale ha concordato anche Roberta Metsola, Presidente del Parlamento europeo, poi la compattezza di cui si parla è la strada che dovrebbe portare a differenziare le importazioni energetiche per poter raggiungere l’indipendenza da Mosca.