Innovazione, multimaterialità, naturalità le parole d’ordine. Dopo i due anni pandemici è ancora Salone del Mobile. Più forte che mai. Per celebrare la sua sessantesima edizione. La rassegna si svolge alla Fiera di Milano a Rho, è iniziata il 7 giugno e terminerà oggi. 20 padiglioni disegnati dall’architetto Massimiliano Fuksas con un nuovo filo conduttore, la sostenibilità, e dei numeri che non deludono la lunga attesa: «Sono allineati a quelli del 2019», ha detto Enrico Pazzali, presidente della Fondazione Fiera di Milano alle agenzie. Oltre 2.100 gli espositori, 200.000 metri quadrati di superficie occupata, 590 espositori esteri, il 27% degli espositori. «Contavamo di tornare a questi livelli nel 2025, è una sorpresa», ha commentato Pazzzali.
Numeri definitivi sull’affluenza non sono ancora disponibili ma le stime, nell’ordine delle centinaia di migliaia sono positive nonostante l’assenza di Russia e Cina. Mosca pesa l’1,9% dei buyer, a fronte di una maggiore presenza di Emirati Arabi, Corea del Sud e India. L’esposizione non è solo dedicata al mobile ma arricchita da altri arredi, come quelli per il bagno, per la cucina, passando per i complementi tessili e decorativi, attraverso le biennali EuroCucina e Salone Internazionale del Bagno. Rispettivamente 121 e 172 espositori.
Largo spazio anche alle componenti per il luogo di lavoro, anche se il cuore resta l’abitazione. L’Italia, epicentro Milano, si confermerà alla fine di questa manifestazione uno dei punti di riferimento del design, capace di crescere nei comparti di lusso pure in un periodo di crisi. In un mercato che non ha figli e figliastri, ma che accoglie sia il classico, sia il moderno, sia l’innovativo orientato al green. 600 i nuovi designer, 800 gli eventi considerando anche quelli fuori salone. Un evento che crede nel Made in Italy e ha chiaro l’interesse alla riduzione dell’impatto ambientale. Tanti gli esempi di prodotti provenienti dal riuso e dal riciclo, nel contesto dell’adesione, da parte del Salone, al Global Compact delle Nazioni Unite.
La storia
Furono 328 le aziende che parteciparono alla prima edizione del 1961. Da allora 12 case hanno sempre fatto parte del Salone, divenendo vere e proprie ambasciatrici e contribuendo a far crescere l’iniziativa. Ecco quali sono:
- Gervasoni – casa friulana, nata nel 1882 come bottega artigiana specializzata nella lavorazione del vimini. Nel 2015 entra a far parte di IDB, Italian Design Brands, società nata con l’intento di creare un polo italiano dell’arredo di design di alta qualità.
- Giorgetti – Ha le sue radici in Brianza e vede la luce nel 1898. Da sempre ha fatto suo il concetto di Made and Manufactured in Italy. L’intero processo produttivo viene realizzato, infatti, esclusivamente in Italia da personale altamente specializzato.
- Flexform – Inizia il suo cammino nel 1959 da un’idea dei fratelli Galimberti. La specialità sono i divani. Ha arredato il foyer del teatro alla Scala.
- Medea 1905 – Agli inizi si basava sul mobili inglesi stile ottocento. Nel 1905 fa del liberty francese il suo marchio di fabbrica, con pezzi storici e d’autore. Affiancando anche produzioni contemporanee.
- Minotti – Nasce nel 1948 a Meda e già negli anni ‘60 anni assume l’impronta e le dimensioni industriali che, poi, negli anni Novanta con la seconda generazione la porterà a un’espansione verso i mercati internazionali.
- Misuraemme – Da 120 anni a Mariano Comense, si caratterizza per un forte impatto ambientale. Tanto che nel 2002 è la prima a ricevere il marchio Aquaver.
- Molteni & C. In Brianza Angelo Molteni, tra i membri del comitato fondatore del Salone del Mobile, apre nel 1934 quella bottega artigianale diventata poi, in poco tempo, sempre più industria e sinonimo di prodotto di alta qualità.
- Pianca – Dalla cultura ebanista, la svolta quando, nel 1956. Enrico Pianca, tornando dal Venezuela dove aveva con il cugino una fabbrica di forme per calzatura in legno, trasforma la bottega di famiglia in una realtà industriale.
- Porro – Fondata nel 1925 in Brianza e giunta alla quarta generazione. Con un’ampia selezione di essenze, rinnovata ogni anno, coniuga tradizione artigianale e tecnologie produttive e di informatizzazione avanzate.
- Potocco – È nel 1919 che Domenico Potocco apre una bottega artigiana a Manzano, nei pressi di Udine, ora importante realtà industriale, specializzata nella produzione di arredi per la casa e contract, sia per ambienti indoor che outdoor.
- Turri – A Carugo, una produzione di arredi di alta gamma dalle linee contemporanee e dettagli glamour, pensati per una clientela cosmopolita, sempre nella massima espressione di qualità e prestigio.
- Visionnaire – Conosciuto per la sua capacità sartoriale di altissimo livello, il brand viene fondato dalla casa madre IPE di Bologna, che nel 2004 lancia sul mercato internazionale la nuova collezione di luxury design.