La nostra percezione non è sempre corroborata dai dati. A volte è meglio così. Perché se consideriamo la relazione sulla qualità delle acque di balneazione in Europa nel 2021, vediamo che l’Italia è sopra la media UE. Su 5.524 siti italiani, 4.854 sfanno ravvisare una qualità eccellente. Con 87,9 siti di balneazione su 100 di elevate caratteristiche sul piano ambientale. In media i siti eccellenti nell’UE sono l’84,8%. Lo studio è stato condotto dall’Agenzia Europea dell’ambiente su 22.000 siti. Più Albania e Svizzera. Il 97,5% dei siti italiani raggiunge gli standard minimi (95,2 in UE). Lieve calo dei siti con qualità eccellente (89,9% nel 2017) e aumento di quelli in stato buono (da 5,1% nel 2017 a 6,8% nel 2021) o sufficiente (dal 1,9% del 2017 al 2,8% nel 2021). Nell’indagine sono inclusi i mari così come i laghi e i fiumi.
La qualità delle acque balneabili è risultata in continuo miglioramento da quando, nel 2006, è stata adottata una specifica direttiva europea. Allo stesso modo, la percentuale di acque di scarsa qualità continua a calare: nel 2013 la percentuale era del 2% mentre oggi è scesa all’1,5%. I dati sul 2021 sono preliminari ma già molto incoraggianti. Il rapporto presentato in occasione della Green Week mostra Austria, Cipro, Croazia, Grecia e Malta come le migliori. Tuttavia su un totale di siti analizzati molto inferiore rispetto allo stivale.
Gli investimenti negli impianti e nelle reti di trattamento delle acque reflue urbane hanno portato a una riduzione degli inquinanti organici rilasciati attraverso le acque reflue urbane non trattate o parzialmente trattate. Grazie a ciò oggi è possibile la balneazione in acque che ormai fanno parte di contesti urbani. L’impatto dell’inquinamento chimico nelle acque interne e costiere sulla salute e sulla biodiversità è attualmente oggetto di valutazione nell’ambito della revisione della direttiva del 2006. Sia in Europa che in Italia, la qualità dei siti sulla costa è tendenzialmente superiore rispetto a quella di fiumi e laghi, la cui qualità eccellente nel nostro Paese non arriva all’80%.
A ridursi è la quantità di acque balneabili disponibili in Europa. Dal 2020 sono 417 in meno (-1,9%) su quasi 22.000. Si nota poi un incremento del numero delle acque di bassa qualità. Da 296 a 344 in Europa tra il 2020 e il 2021. Ma è comunque meno rispetto alle media degli ultimi dieci anni e lo standard delle acque europee resta alto. Secondo la direttiva del 2006, la balneazione deve essere vietata dove le acque siano state classificate scarse per almeno cinque anni consecutivi o più: In Italia ce ne sono 31 (da considerare però rispetto a a tutti i siti analizzati). Otto in Francia, due nei Paesi Bassi.