Economia
Sostenibilità: Tesla fuori dall’indice. Musk: «ESG è una truffa». È davvero così?
Di Massimiliano Mellone
Standard & Poor’s ha escluso Tesla, l’azienda americana produttrice di veicoli elettrici, dal suo indice ESG nell’ambito di un aggiornamento annuale mentre realtà come Apple, Microsoft, Amazon e anche la multinazionale del petrolio e del gas Exxon Mobil sono ancora presenti nel listino. Un benservito dato a un’azienda da 735 miliardi di dollari, cresciuta grazie alla sua rivoluzionaria ingegneria dei veicoli elettrici e che ha come missione aziendale accelerare la transizione a un mondo di fonti di energia sostenibili. Ma a porre degli interrogativi sono state altre componenti ESG, ovvero i rischi sociali e di governance.
L’S&P 500 ESG è la versione sostenibile del celebre indice statunitense che segue l’andamento di un paniere azionario formato dalle 500 aziende Usa a maggiore capitalizzazione, realizzato da Standard & Poor’s nel 1957. Era stato presentato in occasione del suo lancio nel 2019 come un indice innovativo, allineato con i principali orientamenti ambientali, sociali e di governance. Un parametro molto utilizzato dagli investitori per selezionare le aziende in cui impiegare i propri capitali. Alle compagnie viene attribuito un punteggio in base a criteri come il modo in cui le aziende impattano sul pianeta e a come gestiscono la relazione con i propri stakeholder, inclusi clienti, dipendenti, fornitori e partner.
Perchè Tesla è stata esclusa dall’indice? Secondo la spiegazione pubblicata in un post sul blog di S&P Dow Jones Indices, ad influenzare il punteggio ESG è stata la “mancanza di una strategia a basse emissioni di carbonio” e di “codici di condotta aziendale”, insieme a segnalazioni di discriminazione razziale e cattive condizioni di lavoro nella fabbrica californiana di Tesla a Fremont. Inoltre, si legge ancora nel post, ha pesato sul suo punteggio anche la gestione di un’indagine della National Highway Transportation Safety Administration dopo che alcuni incidenti sono stati collegati ai suoi veicoli con pilota automatico.
Non si è fatta attendere la replica di Elon Musk. Il patron di Tesla ha scritto su Twitter, dove ha 94 milioni di follower, che “Exxon è classificata tra le prime dieci migliori al mondo per criteri ambientali, sociali e di governance (ESG) da S&P 500, mentre Tesla non è nella lista!”, lanciando poi l’accusa “ESG è una truffa. È stato armato da falsi guerrieri della giustizia sociale”. Standard & Poor’s “ha perso la sua integrità”, ha aggiunto Musk sottolineando il suo punto di vista secondo cui in realtà Tesla è tra le aziende “quella che per l’ambiente fa più di qualsiasi altra compagnia”. “Gli attacchi politici contro di me aumenteranno drammaticamente nei prossimi mesi”, ha affermato in un successivo tweet Musk, già alle prese con l’operazione di acquisto di Twitter, ora in stand-by.
Eppure Tesla si è classificata al 22° posto nel Toxic 100 Air Polluters Index dello scorso anno, compilato annualmente da U-Mass Amherst Political Economy Research Institute, peggio di Exxon Mobil, che si è invece posizionata al 26° posto.
Tesla è critica da tempo nei confronti dei criteri ESG. La società ha affermato nel suo Impact Report annuale che “le attuali metodologie di valutazione ESG sono fondamentalmente errate. Per ottenere il cambiamento più necessario, l’ESG deve evolversi per misurare l’impatto sul mondo reale” e in un tweet di aprile, Musk ha affermato che l’ESG “è il diavolo incarnato”.
Come riporta Bloomberg, gli investitori sono divisi sulla decisione di S&P. Kristin Hull, fondatrice di Nia Impact Capital, un fondo sostenibile di Oakland, in California, che ha fatto pressioni su Tesla per affrontare i problemi dei lavoratori, si è detta sollevata dal fatto che ci fosse “finalmente una responsabilità”.
Zach Stein, chief investment officer di Carbon Collective, un financial advisor online focalizzato sul cambiamento climatico con sede a Berkeley, in California, ha affermato il contrario. Ovvero che il problema più grande in ambito ESG è il cambiamento climatico, e che quindi escludere il principale produttore di veicoli elettrici dall’indice di sostenibilità di S&P non avrebbe senso, soprattutto perché rimangono al suo interno società come Exxon Mobil.
Questo episodio ha quindi scatenato nuovi interrogativi sull’effettiva efficacia dei criteri ESG per la generazione di valore sostenibile. È innegabile però che l’ESG oggi sia diventato un elemento fondamentale nella relazione tra aziende e investitori, contribuendo in maniera decisiva a una progressiva presa di coscienza da parte del capitalismo moderno dell’importanza di integrare le questioni ambientali, sociali e di governance nella propria strategia di business. Ad esempio, esaminando oltre mille lavori scientifici pubblicati tra il 2015 e il 2020, uno studio della New York University Stern School of Business ha rilevato una relazione positiva tra fattori Esg e performance finanziaria, sia in termini di indicatori di redditività, sia in termini di rendimenti per gli investitori. Il dibattito è aperto.