Economia
NFT, crollo del 92%. Attenzione alla bolla, ma non dite che finiranno
Di Giampiero Cinelli
Giovedì nero per gli NFT. La domanda di token digitali è chiaramente in caduta. Come ha recentemente osservato il Wall Street Journal, la vendita di token non fungibili è scesa a una media giornaliera di circa 19.000 questa settimana, un calo del 92% da un picco di circa 225.000 a settembre. Gli scricchiolii del mercato erano ben visibili già dalla seconda metà dello scorso anno, proseguendo fino ad oggi. I segnali forti anche a febbraio, quando solo a giudicare dai trend di Google, la ricerca per parola chiave era andata in picchiata.
Ci si chiede se effettivamente la bolla sia scoppiata, ed è probabile, perché succede spesso nel mondo cripto, ma sarebbe avventato dichiarare la fine degli NFT e secondo altri analisti specializzati la sentenza del WSJ è fuori luogo, se invece di guardare alle oscillazioni brusche di breve periodo, consideriamo il volume di denaro raccolto dalle piattaforme. L’NFT viene transato in Ethereum, una criptovaluta, la più diffusa dopo il Bitcoin, che successivamente viene cambiata in dollari. Su alcune piattaforme il totale delle transazioni giornaliere raggiunge ancora valori per centinaia di migliaia di dollari.
Questo mercato dovrà certamente trovare un equilibrio, ma per la sua singolarità e per il nuovo mondo che sta aprendo non è il caso di iniziare a ignorarlo. Va appunto ricordato brevemente cosa sono gli NFT. L’acronimo sta per Non Fungible Token. Si tratta di oggetti digitali non fungibili, perché non possono essere scambiati come se si trattasse di una moneta e non servono all’acquisto di beni. Facoltà che invece in parte le criptovalute possono avere. Vengono creati tramite la tecnologia blockchian, dunque è impossibile falsificarli o manometterli e si può sempre risalire al loro creatore, il quale tuttavia è in grado di farne delle copie. Sempre limitate. Hanno tanto fascino perché rappresentano prevalentemente oggetti d’arte. Ma digitali e in grado di trasmettere un grande senso di unicità e valore per chi li compra. Gli NFT sono anche foto e talvolta meme.
NFT E METAVERSO. LA RIVOLUZIONE DI DOMANI
Le potenzialità dunque sono enormi, se non osserviamo attraverso i criteri del mercato finanziario. Non a caso tanti vip hanno lanciato il proprio NFT mettendolo all’asta a cifre assai alte. Forse i cali sono dovuti anche a questo, perché il mercato non è più febbrile ed esuberante. L’NFT del rapper Snoop Dog, prezzato 32.000 dollari, ha ricevuto offerte per 210 (in Ethereum). Scoramento anche per l’imprenditore Sina Estavi, che aveva acquistato per 2,9 milioni di dollari il NFT del primo tweet di Jack Dorsey, fondatore di Twitter, ricevendo offerte solo per 14.000 dollari. Prevedibile che si arriverà dunque a una situazione in cui restano sul mercato solo i progetti non speculativi più validi e utili. Di certo non mancherebbero. Lo sa anche il Vaticano, che pensa a una galleria digitale in NFT dei Musei Vaticani. Dove realizzarla? Probabilmente nel Metaverso di Zuckerberg. Metaverso, NFT e arte. Un’attrazione che nel futuro può essere dirompente e smuovere miliardi. Si fa presto a dire che gli NFT sono morti.