Ambiente
Europa: 100 città green entro il 2030
Di Daniele Bernardi
L’Italia e l’Europa sono impegnate (e continueranno ad esserlo per diversi anni) in due processi di trasformazione: la trasformazione digitale e quella green. Le iniziative e le politiche sviluppate dall’Unione in queste sue direzioni sono diverse, dal Green Deal europeo che mira al raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050 al New Generation EU.
A settembre del 2020, la Commissione Europea, per facilitare il cammino della comunità verso un futuro più green e hi-tech, ha proposto una Mission che si incastrerà all’interno del Green Deal europeo: Mission 100 Climate Neutral and Smart Cities.
L’obiettivo della proposta è quello di realizzare entro il 2030 città intelligenti che siano a impatto zero, partendo da un campione di 100 città per poi estendere il modello a quante più realtà possibili.
La presidente della Commissione Ursula Von der Leyen ha detto: “La transizione green sta prendendo il via in tutta Europa già ora. Ma c’è sempre bisogno di pionieri, che si pongano traguardi ancora più alti. Queste città ci stanno mostrando la via per un futuro più salutare. Le supporteremo in questo! Iniziamo oggi il lavoro.”
Ma perché proprio le città? In primo luogo per l’importanza che rivestono sempre di più nella vita dell’uomo: circa 3/4 della popolazione Ue abita in città. Secondo e più importante, per il loro impatto ambientale: nel mondo infatti sono responsabili di oltre il 70% delle emissioni di anidride carbonica e consumano oltre il 65% del fabbisogno energetico.
Il 25 novembre del 2021, quindi, la Commissione ha lanciato un invito alle città per partecipare alla Mission. Sono quasi 400 quelle che si sono dette interessate, da cui sono state selezionate le fatidiche 100. Nella metodologia di selezione, l’Ue ha tenuto conto della rappresentanza territoriale di ogni stato membro, più 12 città di paesi aderenti al piano Horizon Europe (programma di investimenti per la ricerca e l’innovazione): Sarajevo (Bosnia), Reykjavik (Svezia), Oslo (Norvegia), Istanbul (Turchia) ma anche Bristol e Glasgow (Gran Bretagna).
Le città italiane sono nove: dalla capitale ai grandi capoluoghi (Milano, Torino, Firenze e Bologna) e città di mediograndi dimensioni (Bergamo, Padova, Parma e Prato). Il sindaco di Roma Gualtieri ha a tal proposito affermato che “siamo stati selezionati tra centinaia di candidature europee perché abbiamo un progetto ambizioso ma realistico di transizione ecologica e rigenerazione urbana”.
L’Italia è il paese con più città aderenti assieme a Germania (tra le più importanti Dortmund, Francoforte e Monaco, ma non Berlino) e la Francia (in cui spiccano i nomi di Parigi, Marsiglia, Lione, Grenoble, Bordeaux, Nantes).
Tutte queste città dovranno stipulare un Climate City Contract contenente un piano d’azione climatica, che verrà creato assieme agli stakeholder locali e i cittadini, con l’aiuto di una Piattaforma di democrazia deliberativa gestita dal progetto NetZeroCities. Inoltre, potranno fare affidamento su un finanziamento da 360 milioni di euro in ricerca e innovazione relativo ad Horizon Europe.
Per supportare la missione, la Commissione ha inoltre lanciato due sessioni di investimenti su progetti di pianificazione urbana a cui le città possono candidarsi: la prima sessione è stata aperta l’11 gennaio 2022 ed è terminata 26 aprile 2022, con un bilancio complessivo di circa 117 milioni di euro, la seconda è stato aperta il 28 aprile 2022 e chiuderà il 6 settembre 2022, con un bilancio indicativo di 42 milioni di euro.
“La Missione delle città ha il potenziale per dare il maggior contributo al nostro Green Deal e per fare dell’Europa un continente climaticamente neutrale entro il 2050” sono state queste le parole della vicepresidente della Commissione europea Margrethe Vestager. Non ci resta che sperare sia effettivamente così.