Economia
Musk compra Twitter per trasformare l’opinione pubblica
Di Giampiero Cinelli
Twitter ha un nuovo proprietario. Si chiama Elon Musk. Già capo di Tesla e di SpaceX. Il social media dei cinguettii è stato acquistato per 44 miliardi di dollari (54,2 dollari ad azione) dal magnate americano. Sulla transazione sono convogliati anche prestiti bancari per 21 miliardi da Usa, Europa e Asia, tra cui figura anche Morgan Stanley, oltre al patrimonio personale del miliardario di origine sudafricana. La lunga trattativa, arrivata alla risoluzione nella notte tra il 24 e il 25 aprile, ha convinto la dirigenza prima scettica, con un accordo che farà diventare Twitter un’azienda completamente nelle mani di Musk entro il 2022 e, soprattutto, fuori dalla borsa.
Tra i piani infatti c’è un social media non più condizionato dagli investitori finanziari e dagli inserzionisti pubblicitari, teso a diventare un nucleo dove si alimenta il dibattito pubblico, senza più evidenti censure delle posizioni meno dominanti e le pressioni volte al politically correct. Proprio Elon Musk su questo ha dichiarato «La libertà di espressione è un pilastro per una democrazia funzionante, e Twitter è una piazza digitale in cui materie vitali per il futuro vengono discusse. Voglio inoltre migliorare Twitter combattendo i profili bot, rendendo gli algoritmi open source per incrementare la fiducia degli utenti e autenticando tutti quanti. Twitter ha un tremendo potenziale».
Premesse importanti, che tuttavia non si sa ancora bene come verranno implementate. Per adesso è stato già annunciato che la dimensione dei tweet verrà aumentata. Era già passata da 120 caratteri a 240. E sarà consentito agli autori di correggere quel che hanno scritto. Va ricordato che dalla piattaforma di Twitter era stato escluso Donald Trump, il quale si è detto non intenzionato a tornare a cinguettare, e che ha creato il suo social network, “Truth”, per dare una terra ai suoi 81 milioni di follower. Il concetto di social media come nuovo luogo del dibattito politico, senza però la possibilità di vigilare con modalità ufficiali o comunque senza riuscirci, ha creato non pochi grattacapi al leader di Facebook Mark Zuckerberg, costantemente sotto la lente sia dei repubblicani che dei democratici. Per questo l’imprenditore è orientato a diversificare il suo modello di business. Diverso il discorso per Twitter, che sebbene abbia molti meno utenti negli Usa rispetto a Facebook, 76,3 milioni a gennaio 2022 secondo il sito Statista, si è ritagliato una veste consolidata come spazio informativo, divenendo non a caso il social prediletto dai giornalisti, e nel 2021 ha chiuso il bilancio in crescita del 37%, con profitti pari a 5 miliardi.
Sarà quindi interessante vedere l’influenza che saprà dare Elon Musk, In America visto come un libertario quasi eretico nel suo ambiente sociale, intollerante alle etichette e più volte scagliatosi contro la cultura Woke, ossia la tendenza a rimarcare con eccessiva severità potenziali offese e discriminazioni contro le minoranze. Recentemente lo stesso Musk aveva attribuito proprio a questa impostazione artistica la causa del crollo di Netflix in borsa. In un America mai più divisa, il nuovo progetto non potrà passare inosservato.