Salute
La fine dell’emergenza sanitaria non equivale al termine della pandemia
Di Flavia Iannilli
Ci lasciamo alle spalle la fine dell’emergenza sanitaria che ha tenuto banco su tutte le maggiori testate per due anni con i numeri dei decessi, dei contagiati, dei tamponati e così via. Soppiantata velocemente dalla crisi ucraina, sembra che il Covid sia stato dimenticato con estrema facilità dalle immagini della guerra.
Lo scenario sembra positivo, e questa volta non si tratta dell’esito di un tampone. I cittadini italiani, per il 92%, hanno raccolto la raccomandazione vaccinale, un traguardo che decreta la fine, a livello normativo, dell’emergenza ma non della pandemia. Procedendo con prudenza si presta attenzione sempre ai numeri, soprattutto a quelli che riguardano la pressione sugli ospedali italiani.
Per questo il Governo continua a procedere con gradualità e a maggio ci saranno nuovi allentamenti delle misure, la luce in fondo al tunnel si fa sempre più forte coma la voglia di tornare a ritmi e routine pre-pandemici. L’unico neo è l’ordinanza che riguarda le mascherine al chiuso e nei mezzi di trasporto. A quanto pare non ci libereremo facilmente del simpatico gadget che ci ha accompagnato per due anni.
Altro nodo da sciogliere sarà sulla quarta dose, che, probabilmente, non sarà corretto chiamarla così. Le autorità competenti stanno pensando più ad un richiamo, come per i vaccini che abbiamo sempre conosciuto e quindi riguarderà gli anziani e le persone fragili.
Consapevoli del fatto che non si arriverà a quota 0 contagi, c’è chi pensa che sarebbe il caso di eliminare il tampone agli asintomatici o a chi entra in ospedale per altre patologie, iniziando a isolare i pazienti con sintomi in semplici stanze così da eliminare i reparti Covid. L’obiettivo è tornare a fare spazio alle malattie “convenzionali”, che, si sa, sono state ghettizzate parecchio dall’emergenza sanitaria.
A quanto pare la parte difficile di questo procedimento comprende cambiare l’approccio nei confronti del virus. Sarà stata colpa dei media, del governo, della politica, ma la propaganda del terrore nei confronti del Covid si è fatta largo nelle menti degli italiani. Motivo per cui risulta difficile pensare ad una convivenza pacifica con il virus che, come la scienza insegna, continuerà a mutare. Le varianti continueranno ad esistere, ma è lo stesso procedimento che accade con il virus influenzale.
Come spesso accade per le notizie di punta, in molti si improvvisano esperti, ma quando si parla di medicina, di scienza e di ricerca c’è poco da improvvisare. In attesa di capire l’evoluzione di questa spiacevole pagina di storia globale risulterebbe più saggio, piuttosto, imparare a fare un passo indietro, ascoltare e rimanere in silenzio.