Lavoro

Agenda 2030, a che punto sono le imprese sugli Sdgs. Una best practice italiana

18
Marzo 2022
Di Valentina Ricci

Garantire un presente e un futuro migliore per il nostro Pianeta e per le persone che lo abitano. È questo l’obiettivo dell’Agenda 2030 che con i suoi 17 goals cerca di sensibilizzare tutti gli attori che hanno un ruolo nella società a fare la loro parte. Primi fra tutti, le aziende.

Secondo il report Responsible business trends 2021 stilato da Reuters Events, il 69% delle società private, a livello globale, ha integrato gli SDGs nella propria strategia di business. Un importante passo in avanti rispetto al 2016, anche se solo il 22% di queste imprese ha messo nero su bianco obiettivi chiari. 

Tra queste INWIT, il primo tower operator italiano. A fine febbraio 2022 il board dell’azienda ha approvato l’aggiornamento al 2024 del Piano di Sostenibilità, parte integrante della strategia di business. Il Piano è stato sviluppato proprio a partire dall’Agenda 2030 e intende contribuire concretamente al raggiungimento di alcuni degli SDGs, declinati nei 169 target ONU. È focalizzato su cinque aree di impegno ESG: Governance, People, Environment, Innovation, Community. Per ciascuna di queste aree sono stati stabiliti uno o più obiettivi a medio-lungo termine, con delle linee di azione e delle attività, per le quali verranno misurati di anno in anno i progressi raggiunti.

Tra i principali target, la certificazione di un sistema di gestione anticorruzione, la parità di genere e in particolare la riduzione del gender pay gap complessivo fino al 12%, il raggiungimento della carbon neutrality entro il 2024 e utilizzare il 100% di energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili.

Tra i concetti chiave più rilevanti c’è la parola “innovazione”, con la volontà di realizzare progetti in grado di guardare alle smart cities, all’Internet of Things e ai droni.

Al fine di supportare la digitalizzazione del Paese e contribuire alla riduzione del digital divide, INWIT lavora inoltre per promuovere e sviluppare progetti di collaborazione, per aumentare la copertura di aree in digital divide e di area ad elevata vocazione sociale e culturale, quali ad esempio Università, Ospedali e Musei, al fine di abilitare una società più sostenibile, che favorisca innovazione, inclusione e riduzione delle disuguaglianze.