Esteri
Chi sono i mediatori per la pace in Ucraina (il punto sul lavoro della diplomazia)
Di Mattia Silvestri
Per la pace in Ucraina la novità è la Svizzera. Il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, ha fatto sapere al canale Tv dell’agenzia stampa RBK: «Vengo periodicamente contattato da colleghi di altri paesi, in particolare dalla Svizzera, che tradizionalmente si posiziona come un paese dove si raggiungono compromessi e che è pronta a mediare».
Fin da subito c’è stata e continua ad esserci la Turchia, con il ministro degli Esteri, Mevlut Cavusoglu che oggi è a Mosca per un colloquio con Lavrov, e domani sarà a Leopoli per un meeting con l’omologo ucraino, Dmytro Kuleba, nell’ambito degli sforzi di mediazione messi in atto da Ankara. Sull’impegno turco per la pace è stato chiaro il Presidente Erdogan: «Continueremo i nostri sforzi per raggiungere un cessate il fuoco e la pace attraverso colloqui con entrambe le parti».
Sul fronte diplomatico molto importanti due appuntamenti del Presidente USA, Joe Biden, fissati nell’agenda della prossima settimana. È ufficiale che parteciperà in presenza sia alla riunione del Consiglio europeo che al vertice straordinario NATO. Fonti media non escludono un faccia a faccia Biden-Zelensky a Kiev, per il quale si starebbe organizzando per il Presidente USA la modalità di viaggio più sicura. Mentre è già stato smentito ufficialmente un faccia a faccia Biden-Putin o Lavrov.
Nel “costruttivo” colloquio tenuto a Roma tra il responsabile Esteri del Partito comunista cinese, Yang Jiechi e il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti Jake Sullivan, “Cina e Usa hanno mostrato la volontà di un avanzamento nelle loro relazioni”. Lo scrive il China Daily, che ha interpellato diversi analisti. Secondo il vicedirettore del Dipartimento di studi americani del China Institute of International Studies, Su Xiaohui, sulla questione di Taiwan “l’accentuarsi della deriva di Washington per allontanarsi dal principio di una sola Cina e per interferire negli affari interni della Cina è una tattica del salame, e l’incontro di Roma è stato un severo e nuovo avvertimento in termini di tutela degli interessi nazionali” cinesi. Per Ruan Zongze, vicepresidente esecutivo del China Institute of International Studies, i due Paesi dovrebbero istituire gruppi di lavoro con un «calendario e un programma per offrire soluzioni costruttive e approfondire le relazioni, che contano anche per la pace e lo sviluppo globali e sono la chiave per la tranquillità del mondo».
Intanto l’Ucraina, dopo aver ufficialmente abbandonato ieri l’intenzione di mettere sul tavolo dei negoziati l’ingresso nella NATO, ha proposto stamani alla Russia una neutralità “in versione austriaca e svedese”. Lo ha rivelato il capo negoziatore di Mosca, Vladimir Medinsky, come riporta Ria Novosti. «Si discutono una serie di questioni relative alle dimensioni dell’esercito ucraino, lo sviluppo dello status neutrale del Paese e la sua smilitarizzazione – ha dichiarato Medinsky – l’Ucraina offre una versione austriaca e svedese di Stato neutrale demilitarizzato, ma al allo stesso tempo uno Stato che abbia un proprio esercito e forze navali – ha reso noto – tutte queste questioni vengono discusse a livello dei vertici dei ministeri della Difesa di Russia e Ucraina». Il capo della delegazione russa ha ricordato che «l’Ucraina ha uno status neutrale anche adesso. Fu a condizione della sua neutralità che l’Ucraina si ritirò dall’Unione Sovietica nel 1991, e questa neutralità è scritta nella Dichiarazione di sovranità dell’Ucraina stessa – ha sottolineato Medinsky – naturalmente, la questione chiave per noi è lo status della Crimea e del Donbass, oltre a una serie di questioni umanitarie, tra cui la denazificazione, i diritti della popolazione di lingua russa e lo status della lingua russa» ha aggiunto il capo negoziatore russo.