Ambiente
Tutela ambientale e innovazione per costruire società sostenibili
Di Michelangelo Suigo
La più grande sfida dei nostri tempi è riuscire a conciliare innovazione tecnologica e tutela dell’ambiente, per costruire economie e società all’avanguardia e sostenibili.
Le nuove tecnologie hanno in questo un ruolo fondamentale. Fanno per esempio da base a un nuovo modello “smart” di città, in cui un uso intelligente delle risorse migliora la qualità della vita di chi le abita.
Le città sono al momento responsabili del 70% delle emissioni di anidride carbonica e di sostanze inquinanti, nonché di un importante consumo energetico. Le città di domani devono migliorare questi parametri.
In Italia, nonostante un crescente numero di comuni abbia iniziato a ragionare sul concetto di smart city, il processo rischia di ampliare i divari esistenti tra Nord e Sud del Paese e tra capoluoghi metropolitani e città di piccole dimensioni.
Come nel caso di altre innovazioni, è lo sviluppo del 5G a permettere di fare il salto in avanti, rendendo possibile anche nei piccoli borghi e nei posti più difficilmente raggiungibili l’uso di nuove applicazioni che renderanno la vita più sostenibile.
Il 5G consente, infatti, di gestire una quantità sempre maggiore di dati. Ciò permette, per esempio, di gestire l’illuminazione pubblica che, tramite sensori connessi tra loro, può essere regolamentata in base alle esigenze concrete ed evitando gli sprechi. Oppure di migliorare il flusso del traffico e diminuire l’inquinamento tramite i sensori delle smart road, che interagiscono con le auto, i semafori e la segnaletica.
Così sarà possibile costruire la “Smart Italy” di domani, in cui servizi, innovazione, sostenibilità e attenzione ai bisogni dei cittadini e del territorio costituiscono gli assi portanti di un nuovo modello di sviluppo, attraverso la realizzazione di infrastrutture e soluzioni all’avanguardia, come l’Internet of Things.
In questo senso, un ruolo importante lo hanno le “Digital Towers”, in grado di ospitare sensori IoT che consentono di monitorare la condizione del suolo, la qualità dell’aria o lo stato di salute delle aree boschive o dei bacino imbriferi. Grazie a sensori sulle torri è infatti possibile elaborare dati in tempo reale, che permettono un intervento tempestivo qualora si riscontrino disfunzioni, rendendo possibile quindi una più efficiente gestione del rischio, per esempio nel caso di incendi boschivi o eventi climatici avversi.
Una funzione di estrema importanza per la salvaguardia del patrimonio artistico, culturale, paesaggistico ed ambientale in un Paese, come l’Italia, che nel 2021 ha fatto registrare più di 190 eventi estremi, tra bombe d’acqua, grandinate violente, venti forti, tempeste di fulmini e trombe marine.
Fenomeni che hanno un forte impatto anche a livello economico. Si stima che il nostro Paese, dal 1945 a oggi, abbia speso oltre 260 miliardi di euro per risarcimenti e riparazioni di danni causati da eventi di dissesto. Una media di quasi 3,5 miliardi di euro l’anno.
Solo alcuni esempi per dimostrare come, anche tramite le risorse stanziate con il PNRR, abbiamo l’opportunità, tramite uno sviluppo intelligente e consapevole delle nuove tecnologie, di iniziare a costruire il mondo di domani.
È una grande occasione, non sprechiamola.