Cultura
La fine della sigaretta raccontata in una mostra d’arte contemporanea
Di Barbara Caracciolo
Una mostra per raccontare la fine della sigaretta in un frangente culturale di grande cambiamento, che la vede protagonista di una totale implosione culturale. Effettivamente fino a pochi anni fa la sigaretta resisteva come icona di ribellione, spavalderia, virilità, emancipazione e sfrontatezza. È stata fedele compagna di vita di artisti, scrittori, musicisti, attori e poeti. Un driver di socialità e condivisione, un oggetto di iniziazione all’adolescenza per generazioni di giovanissimi. Oggi tutto questo bagaglio è stato spazzato via dalla storia. La sigaretta è diventata ricettacolo di una serie di antivalori, grazie anche a una legislazione e a una comunicazione che ne hanno scoraggiato l’uso con decisione. Fumare oggi vuol dire antisocialità, sporcizia fisica e ambientale, omologazione, banalità.
Un “paesaggio percettivo” completamente cambiato rispetto al passato, che ha innescato un vero e proprio processo fenomenologico. Ed è proprio questo il concept della mostra The cigarette is over, organizzata da Inside Art, la testata di arte contemporanea, nel suo spazio espositivo Fondamenta gallery il 10 marzo alle 18 (visibile fino al 19 marzo su appuntamento). Gli artisti coinvolti sono gli studenti della RUFA – Rome University of Fine Arts, selezionati da una giuria composta da Fabrizio Pizzuto (curatore), Silvia Bigi (artista), Alessia Ferraro (direttrice della IkiGai gallery) e il team di Inside Art, per la mostra che inaugura a Fondamenta gallery il 10 marzo (visibile fino al 19 marzo), sponsorizzata dall’Associazione nazionale produttori di fumo elettronico, una realtà che ha trovato in questa iniziativa un valido supporto a un messaggio che sostiene da anni. «Attraverso l’arte abbiamo la possibilità di lanciare un messaggio forte: fumare è dannoso e non è più accettabile che più di 8milioni di persone muoiano ogni anno al mondo a causa di questo vizio detestabile – ha detto il presidente di Anafe Confindustria Umberto Roccatti -. Il linguaggio universale dell’arte parla a tutti ed è ancora più importante che le opere e le installazioni della mostra siano state realizzate da giovani, la maggior parte dei quali ha fatto propria una visione lucida e critica nei confronti di questa abitudine mortale: auspichiamo che questa mostra sia solo l’inizio di un’attività di sensibilizzazione più ampia, che coinvolga in primis anche le istituzioni, capace di parlare ad un pubblico sempre più trasversale».
Gli artisti selezionati per la mostra sono Sara Antonellis, il collettivo composto da Coppola, De Luca, De Salvatore, Florea e Ferretti; Lorenzo Finardi, Janneke Lendeers, Pizzichini e Scilipoti, Clarissa Secco, Nonnoburro e Matilda Volpini. Dall’installazione alla fotografia, fino al video, sono tanti i linguaggi utilizzati dagli studenti dei corsi di Arti visive e Fotografia, rispettivamente coordinati dai docenti Fabrizio Dell’Arno e Stefano Compagnucci.
I lavori presentati dagli artisti sono un mix tra documentazione, sensibilizzazione e ironia. E molti di questi hanno come sfondo il tema della distruzione. Uno spunto che stimola la riflessione sulle idee associate al fumo tradizionale.
La mostra inaugura a Fondamenta gallery giovedì 10 marzo alle ore 18.00
Via Arnaldo Fraccaroli, angolo via Guglielmo Stefani – zona Monti Tiburtini.
Resta visibile fino al 19 marzo.
Visitabile tutti i giorni dalle 10 alle 18 previo appuntamento.