Esteri

Tra i venti di guerra, i cittadini riformano l’Unione europea

01
Marzo 2022
Di Daniele Bernardi

Si è da poco conclusa a Dublino la Conferenza sul futuro dell’Europa, un evento tenuto dall’Unione Europea e pensato per dar voce ai cittadini sulla loro idea di Europa e di come vorrebbero che diventasse da qui ai prossimi anni. L’evento è suddiviso in quattro panels, ognuno con la propria area tematica. Ad ogni panel partecipano 200 cittadini europei scelti casualmente in modo da avere almeno un uomo e una donna di ciascuno dei 27 Stati membri e un terzo dei quali under 25.

Quello che si è tenuto dal 25 al 27 febbraio nel Castello di Dublino è il Panel uno: “Economia più forte, giustizia sociale, posti di lavoro, educazione, cultura, sport, trasformazione digitale”. L’ultima volta questo tema era stato affrontato dal 5 al 7 novembre 2021 a Maastricht.

COME SI SVOLGE
Durante la tre giorni, i partecipanti vengono prima riuniti in plenaria, dove ascoltano le consegne e le regole di ingaggio, poi suddivisi in sottogruppi nei quali inizia il vero e proprio processo di democrazia deliberativa: in cui si discutono e modificano le proposte. Per questo panel sono state presentate oltre 130 proposte già prima dell’inizio dei lavori. Al termine della discussione, i sottogruppi si trasferiscono in forum aperti, così da avere i feedback dei partecipanti alle precedenti edizioni. A questo punto si torna a lavorare in sottogruppi ma scambiando gli inviati speciali, eurodeputati e funzionari europei che vigilano sulla buona riuscita delle discussioni. Si riaprono i forum e infine si vota. Per approvare una proposta e tramutarla in raccomandazione occorre il 70% di voti favorevoli.

LE PROPOSTE
Tra le proposte più interessanti c’è stata sicuramente quella di Tom Patteeuw che ha chiesto all’Ue una maggiore cooperazione, una politica estera comune e un leader europeo eletto direttamente dai cittadini: «Un’Europa unita come gli Stati Uniti ma più sociale è l’Europa in cui spero di invecchiare». Per Tom andrebbero fuse insieme le figure del presidente della Commissione Europea e del presidente del Consiglio Europeo. C’è chi ha provato a raddrizzare il tiro delle proposte di Tom, affermando ad esempio che presidente della Commissione e del Consiglio potrebbero in realtà restare separati, rispettivamente come capo di governo e capo di stato. Anche riguardo gli Stati Uniti d’Europa, c’è chi ha ribattuto: sì uno stato federale, ma tenendo in considerazione l’autonomia dei singoli stati federati, ad esempio con un parlamento bicamerale.

I FOCUS
Ad ogni modo, il focus principale del panel è stata l’economia. Diverse le proposte avanzate dai cittadini: nel segno di una comunità europea sempre più unita, si è parlato di un sistema fiscale europeo, contro le disuguaglianze e che superi il modello attuale di austerity, a ciò si aggiunge l’istituzione di un reddito individuale incondizionato che favorisca una migliore distribuzione dei servizi di base. Il modello da seguire è quello a cui sta lavorando la Commissione Lavoro e diritti sociale dell’Ue o il piano per l’economia sociale attuato in Francia. Tra le altre proposte: un salario minimo europeo e l’armonizzazione delle prestazioni pensionistiche (prevedendo anche in questo caso una soglia minima standard).

Temi di discussione altrettanto importanti sono stati la scuola e la digitalizzazione. A proposito di scuola, è stata proposta un’armonizzazione dei programmi scolastici. Il piano è quello di disporre di una formazione e di una preparazione dei futuri cittadini europei equa e omogenea, superando le diseguaglianze. Per quanto riguarda la rivoluzione digitale, Paul Jerchel ha proposto la creazione e l’utilizzo di software open source: «Le istituzioni europee dovrebbero uniformare la pubblicazione della documentazione tecnica e delle informazioni complementari provenienti da progetti di ricerca e industria finanziati con fondi pubblici e integrare le questioni relative al rilascio delle licenze ‘fin dalla progettazione’ nelle infrastrutture pertinenti quali GAIA-X. Ciò consentirebbe di creare sistemi di innovazione egualitari che permetterebbero ai cittadini di tutti gli Stati membri di accedere ai risultati dei programmi di sostegno. Apportando anche un valore aggiunto all’istruzione e alla resilienza sociale».

I VENTI DI GUERRA
Ovviamente, durante la tre giorni, non si è potuto evitare di considerare l’attualità e quanto stia avvenendo in queste ore in Ucraina. Al riguardo, la Commissaria Ue per la democrazia Dubravka Suica ha così aperto una delle giornate di lavoro al Castello di Dublino: «Ho conosciuto la guerra personalmente, provenendo da Dubrovnik, una guerra sanguinaria, l’ho vissuta sulla mia pelle direttamente, e non possiamo mettere in pericolo questo risultato di pace e di serenità e non possiamo darlo per scontato. L’aggressione della Russia verso l’Ucraina ce lo ricorda». Le parole della Commissaria hanno fatto da eco a quelle pronunciate dagli eurodeputati intervistati durante la Conferenza dal direttore di AGI Mario Sechi. Sulla stessa linea, oltrepassando le appartenenze politiche, i rappresentanti degli italiani in Ue hanno preso forti posizioni contro la Russia: «Mosca deve essere esclusa dal sistema Swift» ha sentenziato l’eurodeputata del PD Patrizia Toia, «le sanzioni debbono mettere in ginocchio la Russia» ha affermato Sandro Gozi del gruppo Renew europe, «colpire al massimo la Russia» e «difendere l’Ucraina» sono le strategie da impiegare per Raffaele Fitto, eurodeputato di Fratelli d’Italia. Alle sanzioni si aggiunge comunque la preoccupazione per gli effetti che queste potranno avere sul nostro paese, per questo motivo Fitto suggerisce di «dare ristori» mentre l’eurodeputata Toia pensa ad un «meccanismo di compensazione delle economie più colpite dalle sanzioni».

Al termine di questa edizione della Conferenza sul futuro dell’Europa, sono state presentate 51 proposte, di queste ben 48 sono state approvate, tra cui il salario minimo europeo e l’armonizzazione del sistema scolastico descritte sopra. Nella speranza che le istituzioni europee e gli stati membri diano seguito a quanto emerso in questi giorni, non resta che chiudere con le parole di Mario Sechi: «Viva l’Europa e viva la Conferenza sul Futuro dell’Europa».