Salute

Sigarette elettroniche, le associazioni si appellano all’OMS

26
Settembre 2018
Di Redazione

 

Una vera e propria call to action a difesa dello “svapo” e per sensibilizzare l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha rivedere le sue posizioni in materia di regolamentazione del fumo elettronico.

L’iniziativa è stata lanciata dall’UKVIA, l’associazione britannica dei produttori, distributori e rivenditori del settore del fumo elettronico, e vede la partecipazione di tutte le più importanti associazioni del comparto – dal Nord America all’Europa, dall’Asia all’Australasia – con l’obiettivo di rivedere le attuali e discordanti politiche in tema di salute pubblica a livello globale. A rappresentare l’Italia c’è Anafe, l’associazione nazionale produttori fumo elettronico aderente a Confindustria. L’occasione è la riunione del WHO Tobacco Control Group, che si terrà nel corso della 8a sessione della Conferenza delle Parti (COP8) in programma a Ginevra dal 1 al 6 ottobre. Obiettivo del meeting sarà l’analisi delle linee guida internazionali sui dispositivi elettronici da inalazione contenenti nicotina, come appunto le sigarette elettroniche.

Pur avendo riconosciuto le potenzialità delle sigarette elettroniche ai fini della lotta al tabagismo, nel 2016 il WHO Tobacco Control Group si è espresso a favore della possibilità per gli Stati di vietare completamente i prodotti dello svapo, come parte di una più ampia azione di contrasto. Una posizione che va in direzione opposta a quella seguita dagli Stati membri dell’Organizzazione, in particolare dal Regno Unito e Nuova Zelanda che si sono espressi a favore della e-cig come strumento sostitutivo della sigaretta tradizionale in un’ottica di riduzione del rischio. Altri Paesi inoltre – come gli Emirati Arabi Uniti, Filippine e Australia – stanno attualmente valutando l’ipotesi di abolire i divieti sullo svapo.

La call to action è stata dunque avviata anche in relazione all’eventualità che la posizione dell’OMS possa compromettere i risultati raggiunti proprio da quei Paesi che hanno aperto allo svapo, introducendo nuovi potenziali divieti. Anche i consumatori ritengono la posizione del WHO Tobacco Control Group dannosa non solo in termini di salute pubblica, ma di fatto incomprensibile se si considera che parte delle imposte da loro versate contribuiscono a finanziare un’organizzazione che non li vede partecipi nella definizione delle politiche.

Siamo orgogliosi – ha detto il Presidente di Anafe Confindustria, Umberto Roccatti – di difendere, anche in questa occasione, il settore delle sigarette elettroniche che rappresentano un’alternativa meno dannosa rispetto alle sigarette tradizionali. Siamo disponibili a collaborare con le autorità dell’OMS affinché le decisioni che saranno adottate a Ginevra rispecchino dati oggettivi e il buon senso. Per quanto riguarda l’Italia, l’auspicio – aggiunge Roccatti – è che in vista delle prossime attività legislative e regolatorie in tema di fumo elettronico, Governo e Parlamento tengano conto di una realtà, come il settore delle e-cig, che in Italia dà lavoro ad oltre 20.000 persone tra occupati diretti e indiretti. Stando a quanto definito all’interno del contratto di governo sottoscritto da Lega e 5Stelle, sembra che il nostro Paese stia andando nella direzione, anche per legge, di riconoscere la politica del <rischio ridotto> quale linea da perseguire nella sanità pubblica. Questo sarà possibile farlo anche attraverso la riduzione del peso fiscale sulle e-cig con il rischio, però, che le conclusioni della COP8 vadano nella direzione esattamente opposta limitando in modo significativo i nuovi prodotti” conclude.

Attraverso la call to action i firmatari esortano il WHO Tobacco Control Group a considerare il vaping come parte di una più ampia strategia di riduzione del rischio, fare retromarcia sulle precedenti posizioni espresse in materia di divieti e invitare i singoli stati a regolamentare separatamente i tradizionali prodotti del tabacco e quelli del fumo elettronico di nuova generazione senza combustione. Le associazioni firmatarie della call to action sono, oltre ad Anafe Confindustria, l’ Asian Vape Association (AVA), l’Australian Taxpayers’ Alliance (ATA), l’Australian Vaping Advocacy, il Trade and (Australia), Canadian Vaping Association, Global Vaping Standards Association (GVSA), France Vapotage, Koora Elektronické Kouřeni, Malaysia E-Vaporizers and Tobacco Alternatives, Philippine E-Cigarette Industry Association, Udruga Korisnika Osobnih Isparivača (Croazia), Vape Business Ireland, Vaping Trade Association of New Zealand, Verband des eZigarettenhandels (Germania).

 

Fabrizio Francioni

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