Salute

Tumori: oltre 300mila nuovi casi nel 2018 ma migliora la sopravvivenza

28
Settembre 2018
Di Redazione

Sono stati presentati ieri al Ministero della Salute gli ultimi dati del rapporto ‘I numeri del cancro 2018’ (ottava edizione). La neoplasia della mammella è la più frequente, con 52.800 nuovi casi (erano 51.000 nel 2017).  Non solo: continua ad aumentare tra le donne anche il tumore del polmone per la sempre maggiore diffusione dell’abitudine al fumo nella popolazione femminile, specie nelle regioni del Sud. Complessivamente, quest’anno nel nostro Paese sono stimati 373.300 nuovi casi di tumore (194.800 uomini e 178.500 donne), con un aumento, in termini assoluti, di 4.300 diagnosi rispetto al 2017. Il tumore rappresenta ancora la seconda causa di morte dopo le malattie cardiovascolari con 178. 232 decessi nel 2015. Ma la buona notizia è che la sopravvivenza continua a migliorare: quasi 3 milioni e quattrocentomila cittadini vivono dopo la scoperta della malattia. Purtroppo, le percentuali sulla sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi continuano a fotografare un Paese spaccato in due con dati nettamente migliori nelle regioni del Nord. Ecco i dati più importanti dell’ottava edizione de ‘I numeri del cancro 2018’ (disponibile nella versione per operatori e in quella per pazienti e cittadini), frutto della collaborazione tra l’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), dell’Associazione Italiana Registri Tumori (AIRTUM), di Fondazione AIOM e di PASSI (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia).
“Nel nostro Paese ogni giorno circa 1.000 persone ricevono una nuova diagnosi – afferma Stefania Gori, Presidente nazionale AIOM e Direttore dipartimento oncologico, IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria-Negrar. Negli uomini, continua il calo dei tumori del polmone e della prostata e nelle donne dell’utero e dell’ovaio. Nella popolazione generale, diminuiscono le neoplasie dello stomaco e del colon-retto. Crescono, però, quelle del pancreas, della tiroide e il melanoma, e, nelle donne, i tumori della mammella e del polmone, quest’ultimo per la sempre maggiore diffusione dell’abitudine al fumo nella popolazione femminile”. L’ampliamento della popolazione target dello screening mammografico in alcune Regioni (tra cui Emilia-Romagna e Piemonte) spiega l’aumento significativo dell’incidenza del carcinoma della mammella nelle 45-49enni, dove peraltro la mortalità si abbassa dell’1%.

"Stiamo lavorando al nuovo Piano di prevenzione e prenderemo sicuramente in considerazione questi dati – ha detto il ministro della Salute, Giulia Grillo, intervenendo alla presentazione del volume. Essendo meridionale conosco bene le problematiche legate agli stili di vita che non aiutano nella prevenzione dei tumori e che spiegano le grandi differenze territoriali in termini di sopravvivenza, una differenza che pesa troppo e che va contrastata perché federalismo o meno siamo un paese unico e abbiamo il dovere morale di garantire a tutti la salute. In questi giorni mi sto battendo per assicurare più risorse possibili alla sanità pubblica e perciò ci impegneremo a sostenere lo sforzo di ridurre le divergenze attraverso azioni di prevenzione primaria e secondaria. Mi impegno ad accogliere nel più breve tempo possibile tutte le vostre richieste".


• I DATI SULLA MORTALITA’
In media ogni giorno oltre 485 persone muoiono in Italia a causa di una neoplasia. I dati dell’Istituto nazionale di statistica (ISTAT) indicano per il 2015 (ultimo anno disponibile) 178.232 decessi attribuibili a tumore (99.050 uomini e 79.182 donne), tra i circa 600.000 decessi verificatisi in quell’anno. I tumori sono la seconda causa di morte (29% di tutti i decessi), dopo le malattie cardio-circolatorie (37%). Il tumore che ha fatto registrare nel 2015 il maggior numero di decessi è quello al polmone (33.836), seguito da colon-retto (18.935), mammella (12.381), pancreas (11.463) e fegato (9.675). Purtroppo, al Sud dove gli screening oncologici sono ancora poco diffusi, non si registra la riduzione della mortalità e dell’incidenza dei tumori della mammella, del colon-retto e della cervice uterina, osservata invece nelle altre Regioni in cui l’adesione a questi programmi è più alta.


• IN AUMENTO LA SOPRAVVIVENZA
Ma le statistiche continuano a registrare una sopravvivenza in costante aumento: quasi 3 milioni e quattrocentomila cittadini vivono dopo la scoperta della malattia (3.368.569, erano 2 milioni e 244 mila nel 2006), il 6% dell’intera popolazione. Il 63% delle donne e il 54% degli uomini sono vivi a 5 anni dalla diagnosi. “I tumori non solo sono curabili ma anche guaribili, grazie a terapie sempre più efficaci e alle campagne di prevenzione – continua la Presidente Gori -. Infatti, il 27% dei pazienti vivi dopo la diagnosi torna ad avere (dopo un periodo di tempo diverso in base al tipo di tumore, al sesso, all’età di insorgenza) la stessa aspettativa di vita della popolazione generale: nel 2010 erano 704.648, nel 2018 sono 909.514, con un incremento del 29%”.

• LE DIFFERENZE REGIONALI
I tumori colpiscono meno nel Meridione, infatti il tasso d’incidenza è più basso del 13% tra gli uomini e del 16% tra le donne al Sud rispetto al Nord. Le tre Regioni con il più alto numero di diagnosi stimate nel 2018 sono Lombardia (64.200), Lazio (33.850) e Veneto (31.850). “Le stime dei casi attesi sono importanti anche a livello regionale, perché i servizi diagnostici e terapeutici devono essere programmati su questi ordini di grandezza”, afferma Lucia Mangone, presidente AIRTUM. Purtroppo, però, le percentuali sulla sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi fotografano un Paese spaccato in due: al Nord si registrano i tassi migliori, in particolare nelle prime tre posizioni si collocano Emilia-Romagna, Toscana (56% uomini e 65% donne in entrambe le Regioni) e Veneto (55% e 64%). In coda invece il Sud, con Sicilia (52% uomini e 60% donne), Sardegna (49% e 60%) e Campania (50% e 59%).
Differenze che possono essere spiegate soprattutto con la scarsa adesione in queste aree ai programmi di screening che consentono di individuare la malattia in stadio iniziale, quando le possibilità di guarigione sono più alte, e con la preoccupante diffusione in queste Regioni di fattori di rischio come fumo, sedentarietà ed eccesso di peso. “Il nostro Paese – prosegue Mangone – se valutato nel complesso, presenta un quadro di sopravvivenza pari o superiore alla media europea, ma, scendendo nel dettaglio regionale, la residenza diventa un determinante prognostico importante che indica una disomogeneità nell’accesso a programmi di diagnosi precoce e a cure di alta qualità, con una discriminazione dei cittadini del Meridione purtroppo ancora presente, sebbene la tendenza sia in miglioramento rispetto al passato”.
 

Fonte: http://www.repubblica.it/oncologia/news/2018/09/26/news/tumori_donne_piu_a_rischio_per_seno_e_polmone_ma_migliora_la_sopravvivenza-207401508/

Foto: ANSA

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