Esteri

Ucraina, Italia al lavoro per la de-escalation, preoccupano i prezzi di grano e petrolio

26
Gennaio 2022
Di Barbara Caracciolo

Mentre aumentano le schermaglie sul confine russo ucraino e in attesa dell’esito del vertice di oggi a Parigi con delegazioni di Kiev, Mosca e consiglieri diplomatici francesi e tedeschi per risolvere la crisi in Ucraina, la posizione dell’Italia si trincera dietro un approccio prudente ed equilibrato. Troppo alti gli interessi energetici italiani in gioco per potersi muovere diversamente da così. L’azione dell’Italia è fermamente volta a favorire una soluzione diplomatica e una de-escalation delle tensioni. Fonti della Farnesina confermano che il ministro degli Esteri e della Cooperazione internazionale Luigi Di Maio sia fermo su questa posizione: sin dal 2014 l’Italia ha mantenuto una posizione determinata a sostegno dell’integrità territoriale e della sovranità dell’Ucraina. La ricerca irrinunciabile di una soluzione pacifica passa anzitutto per la piena attuazione degli accordi di Minsk e attraverso un serio e costruttivo impegno di Ucraina, Russia, Francia e Germania nel Formato Normandia, al quale va il sostegno italiano. Di fronte agli sviluppi delle ultime settimane, il ministro Di Maio sottolinea come l’Unione Europea stia mostrando “forte coesione e uno stretto raccordo con gli Stati Uniti e la Nato”.

«L’Italia – ha detto Di Maio – intende continuare a contribuire agli sforzi diplomatici in atto in tutti i contesti internazionali e multilaterali rilevanti per la sicurezza europea. In questo spirito nei giorni scorsi ho avuto colloqui con i miei colleghi di Francia e Stati Uniti. Manteniamo inoltre una concertazione costante con i nostri principali alleati euroatlantici, in particolare nel formato Quint (Italia, Francia, Germania, Stati Uniti, Regno Unito), a tutti i livelli, con l’obiettivo di assicurare unità e coerenza del nostro approccio alla crisi e di evitare ulteriori escalation».

Per quanto riguarda infine i rapporti con Mosca, il ministro ha precisato che «è necessario mantenere un approccio equilibrato, orientato a fermezza su principi e valori e al tempo stesso al dialogo, per evitare di accrescere ulteriormente la tensione. Continueremo ad adoperarci per sostenere l’integrità territoriale e la sovranità dell’Ucraina e a coordinarci con i nostri partner e alleati per assicurare una risposta ferma, coesa e proporzionata ad ogni eventuale violazione».

IL COSTO DEL GRANO
Le preoccupazioni di Di Maio sono più che giustificate, perché la crisi in Ucraina sta cominciando a fare sentire le sue conseguenze sui prezzi di alcune materie prime. Il rischio dell’invasione russa fa balzare di quasi il 10% in un sola settimana il prezzo internazionale del grano, con tensioni sul mercato alimentare e il rischio di carestie. È quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sull’andamento delle quotazioni al Chicago Board of Trade (CBOT) punto di riferimento mondiale delle materie prime agricole, in riferimento all’incontro del leader russo Vladimir Putin con i principali operatori economici italiani attivi nel Paese, nel settore bancario, energetico e della pasta.

«L’Ucraina – sottolinea la Coldiretti – oltre ad avere una riserva energetica per il gas ha un ruolo importante anche sul fronte agricolo con la produzione di circa 36 milioni di tonnellate di mais per l’alimentazione animale (5° posto nel mondo) e 25 milioni di tonnellate di grano tenero per la produzione del pane (7° posto al mondo). In particolare la Russia – precisa la Coldiretti – è il principale Paese esportatore di grano a livello mondiale mentre l’Ucraina si colloca al terzo posto, con la preoccupazione che le tensioni tra i due Paesi possano bloccare le spedizioni dai porti del Mar Nero con un crollo delle disponibilità sui mercati mondiali che ha fatto impennare i listini, già sui livelli di massimo storico con effetti sull’inflazione».

Un’emergenza mondiale che riguarda direttamente l’Italia che è un Paese deficitario e importa addirittura il 64% del proprio fabbisogno di grano per la produzione di pane e biscotti e nel 2021 – riferisce la Coldiretti – ha importato oltre 120 milioni di chili di grano dall’Ucraina e circa 100 milioni di chili di grano dalla Russia che peraltro ha già annunciato di limitare dal 15 febbraio al 30 giugno prossimo le proprie esportazioni di grano.

IL PETROLIO
Le tensioni in Ucraina mantengono alte anche le quotazioni del petrolio sui mercati. Il greggio Wti del Texas resta a quota 85 dollari raggiunta dopo il +3% visto ieri e scambia a 85,5 dollari (+0,01%). Il Brent del Mare del Nord passa di mano a 88,4 dollari (+0,21%).