Innovazione
SOUNDREEF SU INCHIESTA L’ESPRESSO: SIAE HA SUPERATO OGNI LIMITE, ORA INTERVENGANO LE AUTORITA’
Di Redazione
La condotta di SIAE nei confronti di Soundreef, raccontata nell'articolo pubblicato su L'Espresso a firma di Emiliano Fittipaldi e dal titolo “007 Operazione Rovazzi”, supera ogni limite e appare illecita sotto molteplici punti di vista. Pertanto Soundreef – alla luce di questa deprecabile vicenda – presenterà nelle prossime ore una denuncia alla Procura della Repubblica al fine di accertare la rilevanza penale dell’attività di intelligence svolta a suo detrimento e nella quale gli esponenti e le aziende vicine a Soundreef sono stati vittime. Inoltre, relativamente a quanto emerso dall’articolo apparso sul settimanale, Soundreef – al solo fine di evitare ogni tipo di fraintendimento – desidera fare chiarezza su alcuni passaggi che la vedono protagonista.
Relativamente ai pagamenti degli anticipi citati, questi rappresentano una prassi consolidata nel mercato delle collecting alla quale, peraltro, ricorre anche SIAE. Soundreef non avrebbe, infatti, potuto sottrarsi a quello che potrebbe essere definito un passaggio obbligato perché, in assenza di ciò, avrebbe inevitabilmente perso di interesse agli occhi dei titolari degli artisti. Gli anticipi, dei quali si parla nel pezzo, sono stati accordati prima dell’entrata in vigore della Direttiva Barnier ma, in ogni caso, la procedura per la richiesta degli anticipi in Soundreef è sempre stata a disposizione di tutti gli iscritti e non soltanto a vantaggio degli autori più famosi, diversamente da quanto affermato dal Direttore Generale SIAE, Gaetano Blandini. Per quanto, invece, riguarda la durata dei contratti, Soundreef sottolinea altresì che l’iscrizione è a tempo indeterminato, fatta salva la facoltà dei titolari dei diritti di recedere in ogni momento, revocare o limitare il mandato, eventualmente restituendo l'anticipo percepito se relativo a esercizi successivi. Anche in questo caso Blandini sbaglia a parlare di "vincoli"; Soundreef non tiene in ostaggio nessuno dei suoi artisti. È quindi ora interesse di Soundreef accertare cosa SIAE abbia davvero commissionato ai suoi investigatori privati, in quanto appare inverosimile che 400 mila euro siano stati spesi solo ed esclusivamente per qualche incontro “sotto copertura” e per la creazione di “identità fittizie in modo da avvicinarsi e parlare con soggetti” per “avere informazioni sensibili”.
La condotta di SIAE è comunque figlia di una mancata apertura alla concorrenza del settore e oggi, ancor di più, è necessario che il governo e il parlamento facciano proprie le indicazioni dell’antitrust, liberalizzino finalmente il settore – aprendolo alle società profit – e si lavori a una riforma organica di tutto il settore del diritto d’autore.
Chiediamo pertanto un incontro con il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, con il Ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo, Alberto Bonisoli, e con il Sottosegretario con delega all’editoria, Vito Crimi.