Politica
Caro energia, in arrivo la stangata. Convocato un Cdm in settimana
Di Marco Cossu
Il caro energia sarà uno temi centrali del 2022. Un problema globale condizionato dall’aumento dei prezzi delle materie prime come gas e combustibili derivanti dal petrolio e dall’aumento dei costi per le aziende che producono energia, al quale anche l’Italia dovrà far fronte nei prossimi mesi. Una stima degli incrementi nel nostro Paese ci arriva dal presidente dell’Autorità di regolazione per l’Energia reti e Ambiente (Arera) Stefano Besseghini che si aspetta per il 2022 un aumento inevitabile delle bollette gas e luce del 50 per cento per l’elettricità e del 40 per il gas. Aumenti sostanziosi che rischiano di mettere in difficoltà piccole e grandi aziende che per rispondere ai rincari potrebbero vedersi costrette ridurre la produzione o accedere ad ammortizzatori sociali.
Quanto spenderanno in energia le famiglie?
A lanciare l’allarme è Confcommercio: valutando l’inflazione attesa nei primi mesi del 2022 prevede nel peggiore degli scenari un caro bollette di 11 miliardi per le famiglie e un aumento del 40% dei costi sostenuti da imprese ed esercenti nel prossimo anno. Nel 2020 le famiglie hanno speso circa 1.320 euro per l’energia elettrica e gas, pari al 4,7% della spesa totale annuale media. Nell’anno ancora in corso la cifra è invece salita a 1.523 euro, con un balzo di oltre 200 euro. Per il prossimo anno questa cifra potrebbe raggiungere quota 1.950 euro, 420 euro in più rispetto all’anno che si appresta a concludersi, il 6,1% sulla spesa totale annuale delle spese di una famiglia media.
Cosa fare nell’immediato? Le parole del Ministro Cingolani.
Sul caro energia pesano questioni strutturali. Una grande fetta della produzione energetica nel nostro paese è legata al gas naturale, esposto da un lato all’aumento del prezzo sul mercato e dall’altro ad eventuali difficoltà di approvvigionamento – data la dipendenza da paesi terzi come la Russia. Si tratta di questioni ovviamente non risolvibili dall’oggi al domani che richiedono una strategia e investimenti di ampio respiro. Ma cosa potrebbe fare l’Italia nell’immediato per far fronte ai rincari? Intervistato da Staffetta Quotidiana il Ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani propone l’aumento della produzione interna di gas: «Non parlo di aumentare i consumi complessivi, ma se potessimo aumentare fortemente la nostra aliquota, raddoppiando gli attuali 4,6 miliardi di mc – il che richiede 18 mesi utilizzando i pozzi già esistenti – potremmo intanto risparmiare stoccaggi e fare un accordo con le partecipate per venderlo alle imprese non a prezzo di mercato, bensì a condizioni scontatissime». Una misura temporanea che dovrebbe essere accompagnata da una revisione dell’energy mix «che però non si fa in un anno. Per quattro anni direi intanto a Eni di estrarre tutto quello che è possibile». Sulle misure già varate dal governo dice Cingolani: «In attesa di vedere come si sviluppa la contingenza, abbiamo iniettato miliardi proteggendo soprattutto le categorie vulnerabili. A regime si può spostare la componente incentivi della bolletta sul pubblico, andrebbe sempre sul debito ma almeno non si ha la percezione di pagarla ogni bimestre. Ma questo va discusso con l’Europa».
Il costo energia sul tavolo del Governo
Il caro energia dovrebbe finire entro la settimana sul tavolo del consiglio dei ministri. A darne anticipazione in conferenza stampa è stato il leader della Lega e partner di governo Matteo Salvini: «Entro la settimana arriveranno dal governo delle proposte per uscire da questa emergenza. L’occasione per discuterne potrebbe essere il prossimo consiglio dei ministri, che dovrebbe riunirsi giovedì, anche se nulla è ancora deciso. Si farà il punto domani e, probabilmente, si attenderanno gli ultimi dati dell’authority competente in materia (Arera) sulla crescita dei prezzi». Da Palazzo Chigi ci si aspettano quindi ulteriori misure ai già 3,8 miliardi di euro stanziati nella legge di Bilancio per calmierare nel 22 bollette di luce e gas e formulare piani di rateizzazione per le famiglie più in difficoltà.
Le difficoltà in bolletta per le PMI
Sul fronte caro energia l’anno che verrà si prospetta non semplice per le piccole e medie imprese italiane. Sull’argomento si era espresso sulle colonne di The Watcher Post il presidente di Confagricoltura Marco Granelli: «A noi piccoli imprenditori l’elettricità costa 4 volte di più rispetto a una grande industria. Questo perché viene applicato agli oneri parafiscali delle nostre bollette l’assurdo meccanismo ‘meno consumi, più paghi’ che gonfia del 35% il costo finale dell’energia per le piccole imprese. E ancora, gli aumenti di questi mesi hanno fatto addirittura triplicare il costo dell’energia per le piccole aziende. A fronte di questi rincari, si assiste a un paradosso: gli imprenditori, pur avendo lavoro, non possono soddisfare le richieste dei committenti. In pratica, molti imprenditori sono costretti a disdire i contratti perché è meno oneroso pagare le penali per il mancato rispetto dell’accordo con il cliente, piuttosto che lavorare in perdita a causa dei costi così alti dell’energia. Sul fronte dell’energia, noi chiediamo subito la riforma strutturale della bolletta elettrica per garantire una distribuzione più equa degli oneri generali di sistema tra le diverse categorie di utenti e legata all’effettivo consumo di energia. Si tratta di “estrarre”, almeno parzialmente, dalla bolletta gli oneri generali di sistema, trasferendo alla fiscalità generale le componenti tariffarie destinate a finanziare le agevolazioni per gli energivori e il bonus sociale. Per quanto riguarda le materie prime che impattano su tariffe amministrate vanno messi in atto meccanismi di calmierazione come è stato fatto per l’energia. Inoltre, per quanto riguarda gli appalti e le opere pubbliche, chiediamo di favorire la revisione dei prezzi nei contratti».