News
Ucraina: Trump e Putin per la pace duratura, subito tregua parziale; il Medio Oriente s’infiamma
Di Giampiero Gramaglia
Una tregua parziale, ma immediata: stop agli attacchi sulle infrastrutture energetiche e industriali ucraine. E un accordo di massima sulla necessità di una pace duratura e di un cessate-il-fuoco. La telefonata fra i presidenti Usa Donald Trump e russo Vladimir Putin fa fare un passo in avanti verso la fine di una guerra che dura da oltre tre anni, dall’invasione russa lanciata il 24 febbraio 2022, e che ha causato centinaia di migliaia di perdite in entrambi i campi.
«I due leader hanno concordato che questo conflitto deve concludersi con una pace duratura» recita il resoconto della conversazione fra Trump e Putin diffuso dalla Casa Bianca: una chiamata durata oltre tre ore. La tregua parziale, che non comprende i combattimenti di terra e di mare, sarà seguita «da negoziati tecnici sull’attuazione di un cessate-il-fuoco marittimo nel Mar Nero e poi completo e di una pace permanente».
Trump e Putin «hanno anche sottolineato la necessità di migliorare le relazioni bilaterali tra Usa e Russia». E, secondo la Casa Bianca, hanno condiviso che «il sangue e i tesori che sia l’Ucraina che la Russia hanno speso nella guerra sarebbero stati meglio spesi per le esigenze dei loro popoli».
I termini dell’intesa scaturiti dalla telefonata fra i due leader sono molto più contenuti della tregua di aria, di mare e di terra che Usa e Ucraina avevano concordato una settimana fa, nei loro colloqui in Arabia Saudita. E non è immediatamente chiaro se Kiev accetterà, ammesso che abbia latitudine per rifiutarlo, un accordo così limitato.
Forse per creare un clima di fiducia con Putin, Trump, in coincidenza con la telefonata, ha disposto che venga chiuso il programma che traccia i bambini ucraini rapiti e portati in Russia, fattore chiave delle indagini sui presunti crimini di guerra russi in Ucraina. Una direttiva dell’Amministrazione – ne dà notizia il Washington Post – blocca la trasmissione delle prove già raccolte ai tribunali che se ne occupano, ivi compresa la Corte penale internazionale che emise nel 2023 un mandato di cattura nei confronti di Putin, fra l’altro per «illegale trasferimento» di bambini dall’Ucraina in Russia.
La pace in Ucraina avanza, proprio nel giorno in cui torna a esplodere la guerra in Medio Oriente, con violentissimi attacchi aerei israeliani sulla Striscia di Gaza: sono oltre 400 le vittime palestinesi, nella stragrande maggioranza civili, donne e bambini. Trump e Putin hanno pure parlato «a lungo» del Medio Oriente: una regione «dove avviare una cooperazione per prevenire futuri conflitti».
I due hanno anche discusso «della necessità di fermare la proliferazione di armi strategiche» e sarebbero d’accordo – la fonte è la Casa Bianca – che «l’Iran non dovrà mai avere la forza di distruggere Israele». Poche ore prima della telefonata con Putin, Trump aveva minacciato «conseguenze disastrose» per Teheran, se gli Huthi, i ribelli filo-iraniani dello Yemen, violentemente bombardati domenica, avessero di nuovo colpito obiettivi occidentali nel Golfo o avessero attaccato Israele.
Il primo pesante attacco israeliano sulla Striscia di Gaza dall’entrata in vigore della tregua, quasi due mesi fa, il 20 gennaio, sembra preludere a un ritorno a una guerra aperta. La prima fase della tregua concordata in tre fasi s’era conclusa il 1° marzo; la seconda fase non s’è mai concretizzata, rimanendo il cessate-il-fuoco appeso al tenue filo costituito dal Ramadan islamico – in corso – e della successiva Pasqua ebraica.
Israele si rifiuta di lasciare la Striscia, come avrebbe dovuto fare nella seconda fase; Hamas dice no alla restituzione di tutti gli ostaggi ancora vivi catturati il 7 ottobre 2023 – sarebbero una ventina; 35, invece, i cadaveri da restituire.
Raid e bombardamenti israeliani, nella notte tra lunedì e martedì, hanno fatto oltre 400 vittime, secondo fonti sanitarie palestinesi: il numero complessivo delle vittime d’un conflitto lungo quasi 18 mesi supera, ormai, le 50 mila, contando i 1200 israeliani uccisi negli attacchi terroristici lanciati da Hamas in territorio israeliano il 7 ottobre 2023. Senza contare la devastazione della Striscia: edifici abbattuti, infrastrutture distrutte. E sono angoscianti gli interrogativi sulla sorte degli ostaggi.
La Casa Bianca era stata avvertita della decisione israeliana di riprendere gli attacchi sulla Striscia e di sollecitare di nuovo l’evacuazione di decine di migliaia di palestinesi appena tornati a quello che resta delle loro abitazioni nel Nord-Est della Striscia. L’ordine d’evacuazione riguarda Beit Hanoun e altre località più a sud e pare preludere alla ripresa delle operazioni di terra.
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu, che doveva oggi comparire in tribunale, ha ordinato l’attacco per la mancanza di progressi nelle trattative. Il presidente Trump attribuisce la colpa dell’accaduto ad Hamas. Funzionari israeliani affermano che l’operazione militare non è conclusa e potrebbe espandersi.
