Trasporti

Mobiità, Legambiente: ripristinare il Fondo Automotive

18
Marzo 2025
Di Giampiero Cinelli

L’Italia fatica a stare al passo con la mobilità sostenibile e il settore automotive, con scelte politiche che penalizzano la transizione ecologica. A pesare sono soprattutto i tagli ai fondi destinati al trasporto pubblico locale e alla mobilità dolce, risorse dirottate in gran parte sul controverso progetto del Ponte sullo Stretto. Il Fondo Automotive, inizialmente previsto con un budget di 8,7 miliardi entro il 2030, ha subito una drastica riduzione, scendendo a soli 450 milioni nel 2025 e 200 milioni annui negli anni successivi. Nel frattempo, il Paese continua a registrare il più alto tasso di motorizzazione dell’Unione Europea, con 694 auto ogni 1.000 abitanti, contro una media UE di 571.

Di questo è di altro si discute oggi nel Forum Mobilità di Legambiente, organizzato nella sede di rappresentanza della Commissione europea a Roma. L’Associazione, attraverso la campagna Città2030, ha analizzato la situazione della mobilità urbana in 17 città italiane, evidenziando criticità persistenti come smog, elevato uso dell’auto privata e insicurezza stradale. Nessuna delle città esaminate rispetta i futuri limiti europei sulla qualità dell’aria previsti per il 2030. Il traffico privato resta predominante: a Olbia l’81,3% della popolazione utilizza l’auto, seguita da Reggio Calabria con il 65% e Roma con il 59,3%, valori molto distanti da quelli di città europee come Parigi, dove solo il 4,3% degli spostamenti avviene in auto. Anche il tasso di incidenti stradali nelle aree urbane rimane elevato, con Firenze e Genova che registrano un picco di 8,4 morti e feriti ogni 1.000 abitanti.

Non mancano, tuttavia, segnali positivi. Ben 16 città hanno avviato il rinnovo della flotta di autobus con mezzi elettrici, mentre 12 stanno potenziando le reti tranviarie. A Milano, la quota di trasporto pubblico ha superato quella dell’auto privata (48% contro 43%), segnando un importante cambiamento nelle abitudini di mobilità urbana. Roma ha integrato con successo il trasporto pubblico con la sharing mobility, offrendo pacchetti di corse gratuite per bici e monopattini agli abbonati del trasporto pubblico locale. Bologna e Olbia hanno adottato il modello “Città30”, con benefici significativi in termini di sicurezza e riduzione delle emissioni: nel capoluogo emiliano, in un solo anno, le emissioni da traffico sono calate del 29% e gli incidenti stradali del 13%.

Anche sul fronte della mobilità elettrica, l’Italia mostra risultati contrastanti. Sebbene la percentuale di auto elettriche sia ancora marginale (0,55% del parco veicoli totale), il Paese vanta una rete di ricarica ben sviluppata con 64.391 punti installati, superando Regno Unito, Francia e Germania. Tuttavia, la distribuzione rimane sbilanciata, con il 57% delle infrastrutture al Nord, il 20% al Centro e solo il 23% tra Sud e Isole. La carenza di colonnine sulle autostrade e la scarsa diffusione dei veicoli elettrici sono problematiche ancora da risolvere.

Legambiente lancia un appello al governo Meloni per un immediato cambio di rotta, con la richiesta di ripristinare il Fondo Automotive, destinare risorse adeguate al trasporto pubblico locale e attuare un piano di elettrificazione del trasporto pubblico. Secondo Stefano Ciafani, presidente dell’associazione ambientalista, «da una parte il governo continua a investire su grandi opere discutibili, dall’altra le città italiane stanno facendo passi avanti verso una mobilità più sostenibile e inclusiva».

Il futuro della mobilità in Italia dipenderà dalle scelte politiche e dagli investimenti strutturali nei prossimi anni. Solo con un trasporto pubblico efficiente, sicuro e accessibile si potrà ridurre la dipendenza dall’auto privata e migliorare la qualità della vita nei centri urbani.