Ambiente
“Acque: la priorità del recupero e riuso” la strategia di Adattamento Climatico di Roma Capitale in Campidoglio
Di Marta Calderini
Il recupero e il riuso delle risorse idriche sono al centro della strategia climatica di Roma Capitale. Se ne è discusso ieri alla Sala della Protomoteca, in Campidoglio, durante l’evento “Acque: la priorità del recupero e riuso”. L’evento si inserisce nel quadro della Strategia di Adattamento Climatico di Roma Capitale, approvata lo scorso 14 gennaio, che pone tra le sue priorità la riduzione del consumo di acqua potabile attraverso il recupero, il riuso e il riciclo delle acque. L’iniziativa è stata coordinata da Edoardo Zanchini, Direttore dell’Ufficio Clima di Roma Capitale che ha dichiarato che «Il convegno apre la seconda fase della strategia di adattamento, quella dell’attuazione, raccontando tutti i progetti già in corso e quelli futuri per affrontare una delle grandi priorità della Città: ovvero quella dell’accesso e della gestione dell’acqua».
L’apertura dei lavori è stata affidata al Sindaco di Roma Capitale, Roberto Gualtieri, che, tramite un video messaggio, ha sottolineato che «l’acqua è una risorsa sempre più preziosa e il nostro territorio oggi è esposto a fenomeni estremi: lunghi periodi di siccità, ondate di calore sempre più intense, alternanza tra piogge torrenziali e importanti periodi di assenza di precipitazioni. È un problema che riguarda tutti e che richiede soluzioni innovative e sostenibili. Roma è oggetto di investimenti senza precedenti nella gestione dell’acqua: riduzione delle perdite nella rete idrica con una percentuale già scesa al 27% rispetto alla media nazionale del 42%, ammodernamento e digitalizzazione delle infrastrutture, il raddoppio dell’acquedotto del Peschiera con un investimento di 1,2 miliardi di euro e il potenziamento delle reti fognarie in molte aree della città».
Tutto questo, però, non è sufficiente se non viene affiancato a una strategia di recupero e riutilizzo delle risorse idriche. Il Sindaco, infatti, ha concluso mettendo il luce la necessità di «innovare l’approccio nella gestione delle risorse idriche, perché dobbiamo ridurre i consumi della preziosa acqua di sorgente che arriva a Roma dalle montagne dell’Appennino e da pozzi che la prelevano da falde sempre più in difficoltà. Per molti usi, al posto di acqua potabile, oggi possiamo e dobbiamo utilizzare le acque che provengono dai depuratori, dal recupero e riciclo ad esempio per lavare le strade, i mezzi pubblici, per gli incendi e per le attività produttive come per quelle agricole e per irrigare i nostri parchi».
Roma Capitale, come ha ricordato l’Assessora ai Lavori pubblici di Roma Ornella Segnalini, sembra essere sulla strada giusta: per il riutilizzo dell’acqua «sta investendo ben 2,6 miliardi euro. In un anno solo abbiamo risparmiato l’acqua di una città di 100mila abitanti» dichiara Segnalini.
Durante il suo intervento Marco Casini, Segretario Generale dell’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Centrale ha fotografato la situazione della Capitale alla luce dell’innalzamento delle temperature e della riduzione delle precipitazioni, situazioni ormai strutturali che richiedono interventi mirati per soddisfare il fabbisogno d’acqua della città nel prossimo futuro. «Tra questi, sicuramente il riuso delle acque ha un potenziale decisivo per aumentare la resilienza dei sistemi idrici» specifica Casini «Solo a Roma ogni anno vengono scaricati in mare 500 milioni di metri cubi d’acqua, una quantità esorbitante il cui recupero è sempre più opportuno per soddisfare le necessità di tutti quei settori, come l’agricoltura, la cura del verde e l’industria, che oggi soffrono maggiormente la siccità» conclude.
Proprio sul recupero delle acque che oggi vanno sprecate si è concentrato anche l’intervento dell’Assessora all’Ambiente, Sabrina Alfonsi: «Individuare lo spreco significa innanzitutto produrre un cambiamento culturale nei confronti dell’acqua perchè è una risorsa finita. Uno dei punti principali di questo progetto è il riutilizzo delle acque piovane mentre si progetta la città del 2030 e 2050 per raggiungere la neutralità climatica. Mettiamo in campo delle azioni immediate, non solo con grandi opere ma anche con progetti sistematici e sperimentali».
Il Presidente di Acea Ato 2 Claudio Cosentino, presentando l’approccio del servizio integrato della città metropolitana di Roma Capitale sul tema del riuso delle acque di depurazione, ha sottolineato sia la necessità di un aggiornamento del quadro normativo per poter avviare questa attività su larga scala, sia il tema di fattibilità tecnico-ecologica perché ci sono evidentemente dei costi nel riutilizzo della risorsa.
All’incontro, che ha rappresentato un momento di confronto tra istituzioni, aziende e mondo della ricerca, con l’obiettivo di costruire una visione condivisa per un futuro più sostenibile, hanno partecipato anche Rosanna Capone, Direttore del Dipartimento Ambiente della Città Metropolitana di Roma Capitale, Bruno Manzi, Presidente Ama, Lorenza di Carlo, Responsabile Sostenibilità Atac, Massimiliano Ricci, Direttore Unindustria, Attilio Toscano, Professore all’Università di Bologna, Niccolò Sacchetti, Presidente del Consorzio di bonifica Litorale Nord, e Francesco La Vigna, rappresentante del Dipartimento per il Servizio Geologico Ispra.
