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Medicina: stop a test d’accesso. Bernini a TWP: “Da oggi Università più libera e inclusiva”

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Marzo 2025
Di Gianluca Lambiase

Niente più test d’accesso e stop al vecchio numero chiuso. La riforma per l’accesso ai corsi di laurea in Medicina, promossa dalla ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, è stata approvata questo pomeriggio in via definitiva dalla Camera.

Un provvedimento nato dalla necessità di rispondere alla carenza di medici in Italia, ai numerosi ricorsi che si registrano ogni anno dopo i test, ma anche per mettere un freno al sottobosco di corsi preparatori sempre più onerosi che nel frattempo erano proliferati.

Con l’approvazione della riforma, l’immatricolazione al primo anno di Medicina, Odontoiatria e Veterinaria sarà libera, senza quindi alcun test d’ammissione. Dopo il primo semestre, gli studenti dovranno ottenere un punteggio in una graduatoria nazionale unica, calcolata sulla base degli esami sostenuti e dei voti ottenuti.

Soltanto coloro che avranno superato questa prima selezione potranno quindi proseguire gli studi. Gli studenti che non riusciranno a entrare potranno comunque continuare il secondo semestre frequentando un corso a scelta tra quelli di area scientifica, senza perdere l’anno. Gli esami sostenuti, se compatibili con il percorso di studi, saranno comunque considerati validi.

“Occorreva dare risposte ai bisogni, alle aspettative e ai desideri di studentesse e studenti che da anni sono costretti a fare test umilianti e non formativi, costringendo le famiglie a spendere soldi e a fare turismo universitario forzato per andare a studiare Medicina altrove in Europa”, ha spiegato la ministra Bernini.

“Da oggi l’università è più libera, più aperta, più inclusiva e crediamo che da adesso in poi sarà molto importante anche per le nostre università comprendere come formare medici sia una vocazione, oltre che un’attività di alta formazione. Abbiamo bisogno di medici, di medici bravi e preparati, ma i nostri ragazzi devono poterlo fare in Italia”.

I tempi di attuazione della riforma saranno estremamente rapidi e non ci saranno, promette Bernini, particolari criticità per gli atenei, che saranno ulteriormente supportati per accogliere i nuovi studenti. “Le risorse per l’università nel 2025 sono aumentate. Il famoso fondo di finanziamento ordinario è di 9 miliardi e 400 milioni per l’università, il massimo storico di tutti i tempi, 338 milioni in più rispetto all’anno scorso. Ci saranno inoltre risorse dedicate alle università che hanno corsi di laurea in Medicina, Chirurgia, Odontoiatria e Veterinaria, che avranno bisogno di essere supportate”.

Un altro tema cruciale, caro a tanti studenti, è quello dell’imbuto formativo, ovvero la difficoltà, una volta laureati, di poter proseguire negli studi per la mancanza di borse di specializzazione. “Abbiamo già tante borse di specialità che vengono anno dopo anno reiterate perché non coperte. Quello di cui abbiamo bisogno è coprire determinate specialità come anatomia, medicina d’urgenza e altre che sono scelte con minore frequenza perché caratterizzate da particolari complessità. Su questo stiamo lavorando con un provvedimento diverso, incardinato in Senato, su cui noi non faremo mancare il nostro sostegno”.

Servizio e montaggio di Simone Zivillica