Fill the gap
Women in Energy: perché ancora dobbiamo lavorare per la partecipazione femminile nel settore energetico
Di Ilaria Danesi
L’energia è da sempre un settore dominato dagli uomini. Dalle sale di comando delle multinazionali fino ai cantieri delle grandi infrastrutture, il mondo dell’energia ha storicamente lasciato poco spazio alle donne. Eppure, la transizione energetica richiede un cambio di paradigma non solo tecnologico, ma anche culturale: diversità e inclusione sono oggi ingredienti essenziali per costruire un futuro più sostenibile. E la partecipazione femminile in questo settore non è più un’opzione, ma una necessità.
I dati lo confermano: nel settore energetico la partecipazione femminile è ancora insufficiente. Le donne occupano solo il 20,2% dei posti di lavoro del comparto energia e utilities, un dato inferiore di 4.8 punti percentuali rispetto alla media UE. La percentuale di impiego migliora se teniamo conto del solo comparto delle Rinnovabili (circa il 30% della forza lavoro, che arriva fino a quasi il 40% per il fotovoltaico secondo l’ultimo rapporto IRENA), ma il divario di genere del settore si fa preoccupatamene ampio se si analizzano ruoli tecnici e dirigenziali. Le cause? Un mix di stereotipi, ostacoli strutturali, difficoltà di conciliazione tra vita professionale e familiare e il fenomeno della “leaky pipeline”, la progressiva uscita delle donne dal settore man mano che avanzano nella carriera. Nonostante molte giovani laureate si specializzino in discipline STEM, una parte significativa di loro abbandona il settore a causa della mancanza di opportunità di crescita, della scarsa rappresentanza femminile nei ruoli apicali e delle barriere culturali che ancora persistono.
Le aziende energetiche sono consapevoli di questo divario e dei suoi effetti, e il quadro sta lentamente cambiando. Sempre più aziende stanno adottando misure per colmare il divario di genere, investendo in programmi di inclusione e mentorship, politiche di assunzione più inclusive, misure di conciliazione vita-lavoro più efficaci e, soprattutto, un cambio di mentalità.
Quest’ultima è il vero motore perché la gender equality non sia una mera implementazione di direttive dall’alto, ma una scelta consapevole, capace di stimolare una reale crescita del settore. Perché un futuro energetico sostenibile passa anche attraverso l’energia delle donne. Diversi studi dimostrano che team più inclusivi sono più creativi, performanti e resilienti. Non si tratta solo di giustizia sociale, ma di efficacia economica: la diversità migliora la governance aziendale, aumenta la produttività e stimola l’innovazione. La sfida, quindi, non è solo quella di far entrare più donne, ma di dare loro reali opportunità di crescita e leadership.
Questo è tanto più vero in un settore tradizionalmente a trazione maschile e di grande complessità. Il World Energy Council (WEC) e il suo Comitato italiano (WEC Italia) promuovono un concetto di transizione energetica inclusiva non solo per ciò che concerne filiere e tecnologie, ma che tenga conto delle comunità e delle persone, con le proprie competenze, entusiasmo, capacità. È impensabile un futuro dell’energia che non passi per un pieno e paritario coinvolgimento femminile: dare maggior spazio alle donne significa arricchire il processo decisionale e accelerare il cambiamento verso un’energia più sostenibile e accessibile a tutti.
WEC Italia ha quindi avviato il programma Women in Energy, che coinvolge professionisti e aziende energy impegnate per migliorare e accrescere la partecipazione femminile al settore. All’interno del programma diamo voce alle molte donne dell’energia che animano il network, composto da istituzioni, aziende, università e centri di ricerca, quindi per sua natura trasversale, improntato al dialogo e rappresentativo del mondo energy. Le aziende energetiche italiane stanno da anni facendo grandi passi verso l’inclusività con azioni concrete: vogliamo usare la capacità di “fare rete” del WEC Italia per mettere a fattore comune queste esperienze, e generare un vero cambiamento sistemico. In occasione dell’8 marzo abbiamo lanciato un progetto collettivo, un gruppo di lavoro aperto al contributo di tutti, per un decalogo della partecipazione femminile nel settore energy. Ma intendiamo affrontare il tema ad ogni livello, dalla sensibilizzazione delle giovani generazioni, passando per la promozione delle carriere energy (non esclusivamente STEM) nelle università, fino a percorsi di empowerment per le donne in carriera. Il tutto declinato a livello nazionale ed internazionale in coordinamento col Segretariato centrale di Londra e con gli altri Comitati nazionali impegnati in progetti analoghi, con l’obiettivo di presentare i risultati raggiunti nei grandi meeting internazionali WEC. Un passo alla volta, perché le barriere culturali non si abbattono in un giorno, ma con grande determinazione e una visione precisa: il futuro dell’energia passa per l’energia delle donne.
Ilaria Danesi – Responsabile Comunicazione WEC Italia
