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Trump 2: di fronte al Congresso in plenaria, il presidente conferma scelte e agenda
Di Giampiero Gramaglia
Un Donald Trump “combattivo” e “non disposto a riconoscere alcun errore” si impegna a portare avanti “la sua agenda in modo implacabile”, nel primo discorso del suo secondo mandato fatto davanti al Congresso riunito in sessione plenaria. I virgolettateti sono dai titoli dei maggiori media Usa.
Formalmente, non era un discorso sullo stato dell’Unione, ma l’equivalente. Ed è stato il più lungo discorso mai pronunciato da un presidente degli Stati Uniti a Camere riunite: è durato un’ora e 40’.
Il New York Times ne ricava un messaggio conciliante al presidente ucraino Volodymyr Zelensky, quattro giorni dopo averlo umiliato nello Studio Ovale e il giorno dopo avere “sospeso” gli aiuti all’Ucraina. Trump apprezza che Zelensky, da cui ha ricevuto una lettera accomodante, abbia – nota Politico – “abbassato le penne”.
Il presidente – sintetizza il NYT – “ha attaccato la cultura ‘woke’, ha fatto l’elogio di Elon Musk, ha esaltato la molteplicità di azioni da lui intraprese nelle prime sei settimane alla Casa Bianca, fra cui severi tagli dei dipendenti federali e l’eradicazione di iniziativa pro-diversità e anti-discriminazioni, e s’è spesso fatto beffe dell’opposizione democratica, che mentre lui parlava inscenava proteste”.
Toni esaltati sui media ‘trumpiani’. Il New York Post titola a tutta pagina: “Reborn in the Usa”, evocando ‘Born in the Usa’ di Bruce Springsteen (‘The Boss’, ferocemente anti-trumpiano, non avrà certo gradito). “Trump – scrive il NYP – esalta la sua vorticosa ‘rivoluzione del buon senso’ e tacita le proteste dei democratici… Comportandosi da turbolento ‘showman in capo’, dichiara che “l’America è tornata” e che “l’era più grande di tutti i tempi” sta arrivando”.
Sulla stessa lunghezza d’onda il Daily Signal della Heritage Foundation: “I democratici protestando non riescono a impedire al presidente di fare risaltare i suoi sforzi di ‘rinnovare il sogno americano’ per ogni cittadino”.
Il Wall Street Journal titola: “Trump difende la sua agenda in un discorso senza pentimenti… Avalla i dazi e assicura ‘avremo la Groenlandia’…”: “Trump – scrive il giornale – mette in rilievo gli aspetti più dirompenti del suo ritorno al potere, offrendo un quadro senza indecisioni degli sforzi per reprimere l’immigrazione illegale, ridurre i dipendenti federali e avviare un confronto con gli alleati degli Stati Uniti”.
Per il Washington Post, “Trump chiede pazienza sui dazi, in vigore da ieri, e si prende il merito della riduzione degli ingressi illegali negli Stati Uniti, stuzzicando a fare di più il segretario di Stato Marco Rubio, mentre i democratici contestano”. “Il discorso – nota il giornale – arriva sullo sfondo di incertezze economiche che derivano dalla decisione dell’Amministrazione Trump di imporre forti dazi ai partner commerciali degli Stati Uniti e dagli sforzi condotti da Elon Musk per ridurre l’apparato federale”.
In un commento, Ishaan Tharoor scrive: “Trump impone una ‘terapia shock’ globale i cui obiettivi sono incerti”. L’editorial board del WP spiega “come i dazi impoveriranno l’America”; e il giornale racconta il timore di Wall Street che i dazi “mandino a picco un’economia che stava crescendo”.
In effetti, la ‘guerra dei dazi’ divenuta effettiva ieri, s’è già mangiata i guadagni in Borsa, fatti dopo la vittoria di Trump nelle elezioni del 5 novembre 2024: “I dazi generalizzati del presidente Trump contro Canada, Messico e Cina – e le risposte dei diversi Paesi, ndr– hanno avuto eco sui mercati di tutto il Mondo, aumentando le preoccupazioni degli investitori sull’andamento dell’economia”.
Trump 2: Panama, azienda cinese vende porti ad azienda statunitense
Nell’imminenza del discorso di Trump, era stato annunciato la vendita alla BlackRock statunitense da parte di una società di Hong Kong, la CK Hutchinson, nota anche come Panama Ports Company, delle quote di controllo di due porti alle due estremità del Canale di Panama. In tal modo, i porti tornano sotto controllo americano, dopo che il presidente Trump aveva lamentato ingerenze cinesi nella gestione del Canale a detrimento degli Usa.
Il governo panamense ha affermato che la vendita è un accordo “tra società private”. “Si tratta – recita una nota – di una transazione globale, tra aziende private, motivata da interessi comuni…”. La Panama Ports Company è attualmente oggetto di un audit panamense, che “va avanti”.
