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Pragmatismo o negazione della realtà?

03
Marzo 2025
Di Daniele Capezzone

I lettori di questa rubrica conoscono fin troppo bene la mia opinione controcorrente sulla stagione trumpiana: resto attestato su una linea di temperato ottimismo, ben lontana dalle professioni di sdegno che vanno per la maggiore qui in Europa.

Non torno sul tema nel merito, ma mi permetto di insistere su un punto di metodo, di approccio, che vorrei suggerire sarebbe ugualmente consigliabile anche ai portatori di valutazioni opposte, cioè ostili o comunque preoccupate rispetto alla nuova amministrazione Usa.

Si può essere pro Trump o anti Trump: ma varrebbe la pena a me pare di non negare la realtà. Rifiutarsi di accettarlo come interlocutore ( o comunque come “cosa” con cui occorre misurarsi) a cosa serve? A nulla: se non a rifugiarsi mentalmente in un mondo parallelo che però ecco il punto non esiste.

Tanto vale allora ispirarsi al realismo e al pragmatismo. Trump c’è e ci sarà per i prossimi quattro anni: dunque, comunque la si pensi su di lui, è consigliabile studiarlo, capirne il modo di ragionare. Altro che esorcismi e anatemi. Non necessariamente per concordare con lui: ma per evitare di vivere nel mondo dei sogni.