Esteri
Mattarella alle Feluche italiane: più Unione europea, USA più vicini e rilancio Nato
Di Mattia Silvestri
Altro che semplice congedo. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha colto a pieno l’occasione della XIV Conferenza degli Ambasciatori italiani per dettare la linea su politica estera e ruolo della diplomazia italiana. Lo spunto sono i mutati equilibri tra le grandi potenze, con un Occidente in declino e la necessità di rilancio internazionale dell’Unione europea.
D’altronde la pandemia ha rilanciato l’Unione europea dal punto di vista del protagonismo internazionale, ma è un vantaggio che sarebbe sprecato non si facessero passi in avanti sulla difesa comune (sempre a fianco degli USA), con un peso “più rilevante” della Nato.
Con Next Generation EU, l’Unione “è riuscita a costruire un’articolata risposta ai devastanti effetti economici e sociali della crisi con un’azione comune, frutto di una scelta lucida, nata dalla consapevolezza che i destini e gli interessi degli europei sono strettamente intrecciati tra loro”.
“La coesione fra le democrazie liberali rimane prioritaria”, ha continuato Mattarella, come “è essenziale la difesa dei valori liberal-democratici e dello Stato di diritto all’interno del nostro Continente e fuori di esso, a cominciare dal primato del diritto comunitario”.
“Questi sono valori che vanno praticati e vissuti, sia attraverso il rafforzamento del carattere irreversibilmente democratico della cittadinanza europea, sia nella gestione delle crisi di fronte alle quali si trova la Ue. L’atteggiamento di ‘fortezza Europa che con scarso rispetto dei diritti umani alcuni manifestano, non corrisponde alle ambizioni di questa Unione europea”
Poi il Presidente spazia: “La pandemia ha contribuito a evidenziare le contraddizioni del processo in atto con lo stesso concetto di globalizzazione che appare in discussione. Si prospetta un futuro in cui il posizionamento nell’economia mondiale dei singoli Paesi o nel caso europeo di gruppi di Paesi e il ruole delle imprese transnazionali e globalizzazione convivranno in un equilibrio mutevole destinato a condizionarne anche il grado di indipendenza e libertà d’azione. Mutamenti di ordine strutturale che incideranno profondamente sul modello europeo di economia sociale di mercato, già posto a dura prova nei passati decenni”.
E precisa: “Il baricentro politico ed economico sembra progressivamente spostarsi dall’Atlantico al Pacifico: l’Europa – e la stessa Africa – devono interrogarsi sul loro futuro, ma il XXI secolo non deve essere vissuto con la rassegnazione di una ineluttabile marginalizzazione dell’area europea”.
Sui rapporti con gli USA: “Per tradizione consolidata, per cultura, per valori, per legami umani e per impianto istituzionale Usa e Ue si troveranno sempre fianco a fianco. Anche per questo, la scelta di spostare gradualmente il baricentro delle politiche degli Stati Uniti verso il Pacifico impone un’assunzione di responsabilità sempre più diretta da parte degli interlocutori europei,” come richiesto anche da Washington. E allora “Nel quadro di un rapporto equilibrato, l’Europa è chiamata a svolgere un ruolo più rilevante nella definizione della strategia dell’Alleanza Atlantica. Lo sviluppo di una capacità di difesa da parte dell’Unione Europea rappresenta un tassello essenziale del necessario percorso di autonomia strategica”.
Più Unione europea, più vicinanza agli USA e rilancio della NATO. La linea Mattarella è tracciata. Anche per il cosiddetto “dopo di me”.