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Stallo sul contratto Metalmeccanici tra sindacati e imprese

12
Febbraio 2025
Di Francesco Tedeschi

Nessun passo avanti nel confronto tra i sindacati Fim, Fiom, Uilm e le associazioni datoriali Federmeccanica e Assistal sul rinnovo del contratto collettivo nazionale dei metalmeccanici, che interessa circa 1,5 milioni di lavoratori. L’incontro, avvenuto ieri e durato quasi tre ore, non ha prodotto nuove proposte, alimentando tensioni tra le parti e portando i sindacati a confermare nuove mobilitazioni.

I Sindacati Fim, Fiom e Uilm denunciano la mancanza di un’offerta concreta da parte della controparte datoriale. “Non è stata avanzata alcuna nuova proposta”, si legge nella nota firmata dai segretari generali Ferdinando Uliano, Michele De Palma e Rocco Palombella, motivo per cui i sindacati confermano otto ore di sciopero, articolato a livello territoriale, da svolgersi entro febbraio, con il blocco degli straordinari e delle flessibilità. Inoltre, avvertono che, in assenza di una volontà di ripresa delle trattative entro la fine del mese, saranno decisi ulteriori scioperi per marzo. Secondo le sigle sindacali, è essenziale riaprire il tavolo di confronto per raggiungere un accordo sul rinnovo del contratto, con l’obiettivo di tutelare i lavoratori, garantire salari adeguati e promuovere la competitività del settore metalmeccanico. La trattativa, ricordano i sindacati, è ferma dallo scorso novembre a causa dello scontro sulle richieste di aumento salariale.

Dal canto loro, Federmeccanica e Assistal ribadiscono la volontà di rinnovare il contratto e di mantenere aperto il dialogo. In una nota ufficiale, le associazioni sottolineano “la necessità di trovare un equilibrio tra sostenibilità e competitività”, proponendo strumenti con valenza ESG (ambientale, sociale e di governance) che possano rappresentare un fattore di crescita per le imprese e, al tempo stesso, offrire risposte concrete ai lavoratori. Le associazioni datoriali affermano di aver “dato la disponibilità a sviluppare una discussione ad ampio raggio su questi strumenti e a valutare altre ipotesi coerenti”, pur ribadendo che le soluzioni individuate devono essere compatibili con la sostenibilità economica delle aziende e migliorare produttività e competitività.

Con le posizioni ancora distanti e l’assenza di nuove proposte concrete, il rischio di una fase di mobilitazioni più intensa si fa sempre più concreto. Il mese di febbraio sarà decisivo per capire se si potrà riaprire il tavolo delle trattative o se la protesta dei lavoratori si intensificherà nei prossimi mesi.