Fill the gap

Stem, formazione e lavoro al palo. Prima diagnosticare, poi correre

12
Febbraio 2025
Di Giampiero Cinelli

Si è appena conclusa la Settimana delle Stem (4-11 febbraio) e il dibattito sulla carenza di competenze scientifico-tecnologiche in Italia si fa sempre più urgente. I dati parlano chiaro: nel 2022 e 2023, circa 100mila giovani hanno lasciato il Paese, causando una perdita in valore di 134 miliardi di euro (dati Fondazione Nord Est). Un’emorragia di talenti che si innesta su un quadro già critico: solo il 16% dei ragazzi sceglie percorsi di studio ICT e, tra questi, le ragazze sono meno di 4 su 10. Un trend preoccupante, evidenziato da uno studio di Deloitte, se si considera che entro il 2027 saranno vacanti un milione di posti di lavoro legati alle discipline tecnico-scientifiche.

Formazione e stereotipi: le sfide da affrontare
Secondo Tiziana Nisini, vicepresidente della Commissione Lavoro alla Camera, il problema va affrontato partendo dalla formazione precoce. «L’orientamento alle Stem va fatto in età precoce: i ragazzi devono familiarizzare con algoritmi e intelligenza artificiale fin da subito», ha dichiarato durante il format di Urania Tv “Largo Chigi”. Per incentivare la digitalizzazione, sono stati stanziati fondi per la formazione dei docenti e 2,1 miliardi per le aule digitali, ma permangono criticità. «Le donne tendono a non scegliere le Stem perché si sentono più adeguate a ruoli collaborativi rispetto a quelli competitivi. Su questo dobbiamo lavorare. Inoltre, gli over 50 temono la digitalizzazione», ha aggiunto Nisini, sottolineando la necessità di trovare un equilibrio tra ottimismo e timori, investendo in formazione mirata e supporto per le fasce più deboli.

Il ruolo della cultura e dell’empowerment femminile
Alessandra Santacroce, Consigliera di Valore D, ha posto l’accento sulla questione di genere nelle Stem, richiamando un dato storico: «Negli anni ’60 e ’70, le programmatrici erano per lo più donne, poiché questa professionalità era collegata ad attività segretariali. Oggi, invece, l’informatica è considerata una disciplina di Ingegneria, scelta in gran parte dai maschi”. Secondo Santacroce, è necessario abbattere gli stereotipi di genere radicati nel tempo: “Partecipiamo al progetto internazionale ‘Inspiring girls’, che coinvolge ragazze a partire dai 14 anni per smantellare questi pregiudizi».

L’associazione Valore D ha inoltre posto l’attenzione sulla necessità di una strategia strutturale per il futuro. «Sul Pnrr e l’empowerment femminile ci siamo concentrati sulle Missioni 1 (digitalizzazione) e 5 (inclusione), ma serve un piano a lungo termine per la riqualificazione delle donne e delle fasce più deboli, una migliore conciliazione vita-lavoro e la diffusione della digital literacy», ha concluso Santacroce.

La scuola, i salari
«Dobbiamo potenziare gli istituti tecnici superiori, rifinanziati anche dal Pnrr, che sono strategici anche per l’economia italiana, molto orientata sulle materie tecniche. La politica però deve contribuire a alla sensibilizzazione dei giovani su questi indirizzi, perché sono ancora considerati poco attraenti», lo ha detto l’onorevole Giulia Pastorella, intervenuta a “Largo Chigi”. «Le professioni devono imparare il prima possibile a interagire con l’IA e ad approfittare di queste tecnologie», ha spiegato. E, sui cervelli in fuga, ha aggiunto: «Una delle cause è da ricercare nell’inadeguatezza dei salari e nella difficoltà di inserimento nella carriera accademica, perché molte di queste figure vorrebbero sviluppare percorsi di ricerca, ma in Italia il percorso è molto ostico».

Un futuro da costruire
L’Italia rischia di restare indietro nella corsa alla trasformazione digitale e tecnologica se non attuerà interventi incisivi e strutturali. Serve un cambio di paradigma culturale, una formazione mirata sin dalle scuole primarie e un maggiore coinvolgimento delle donne nelle professioni Stem. Con un milione di posti vacanti entro il 2027, il Paese non può permettersi di perdere altro tempo.

La puntata integrale di Largo Chigi