Cronache USA

Trump 2: Super Bowl, le Eagles battono i Chiefs, Trump se ne va con la coda fra le gambe

10
Febbraio 2025
Di Giampiero Gramaglia

Le Eagles, le aquile, di Filadelfia battono i Chiefs di Kansas City 40 a 22, dopo averli strapazzati 24 a 0 nel primo tempo. E il presidente Donald Trump lascia in anticipo lo stadio di New Orleans – come previsto, per ragioni di sicurezza – con la coda fra le gambe: era venuto, con un codazzo d’adulatori e di familiari, per tifare i Chiefs e il loro quaterback Patrick Mahones, la cui moglie è “una fan dei Maga”, e ha invece dovuto constatare che il successo che – dice lui – “unisce il Paese” stava di casa altrove.

I Chiefs inseguivano il terzo successo consecutivo – mai avvenuto, nella storia ultra-cinquantennale della finale del campionato di football americano – e Mahones il suo quarto personale.

La serata di Trump ce la racconta Alessandra Baldini, che l’ha seguita per l’ANSA. Il presidente aveva al suo fianco Mike Johnson, lo speaker della Camera, deputato della Louisiana, e il ‘whip’, cioè il numero due. dei repubblicani in Senato John Barraso; e, poi, la figlia Ivanka e il figlio Eric e la nuora Lara.

Trump contava di capitalizzare sul pronostico che vedeva i Chiefs sicuri vincitori. Ha invece trionfato Jalen Hurts, il quaterback degli Eagles, una squadra che nel 2018 aveva rifiutato l’invito alla Casa Bianca, con i suoi giocatori pronti a inginocchiarsi all’inno nazionale in segno di sostegno al movimento Black Lives Matter – un gesto che Trump deprecava -.

Per le Eagles, tifava l’ex First Lady Jill Biden che accompagnava il nipote Hunter in una città doppiamente blindata, dopo l’attentato di Capodanno a Bourbon Street e per la presenza di Trump. Tante le celebrità sugli spalti: Tim Cook di Apple; Rupert Murdoch, la cui Fox aveva la diretta della partita; e ovviamente Taylor Swift, la fidanzata con uno degli assi dei Chiefs, Travis Kelce che ora potrebbe lasciare lo sport. Fischiata dal pubblico che era dalla parte delle Eagles, Taylor è parsa visibilmente spiazzata.

In viaggio verso New Orleans, Trump ha sparato un ventaglio di annunci: ha proclamato il 9 febbraio giornata nazionale del nuovo Golfo d’America; ha annunciato una nuova raffica di dazi sull’acciaio e sull’alluminio; ha rilanciato il Canada 51° Stato Usa; ha dato l’addio alla produzione dei penny, le monetine da un centesimo. E ha parlato di Medio Oriente e di Ucraina, raccontando d’una telefonata con Vladimir Putin, su cui il Cremlino glissa.

Questa settimana, nota Politico, sui temi degli esteri, della pace e della sicurezza, il vice di Trump JD Vance “entrerà in collisione con il Pianeta Europa” al tradizionale simposio sulla sicurezza di Monaco di Baviera.

Trump 2: polemiche su USAid e vaccini
Lo smantellamento dell’Agenzia per lo sviluppo, la USAid, continua a suscitare polemiche. Secondo ProPublica, l’Amministrazione Trump starebbe “infrangendo la legge” e creando ad arte “una crisi costituzionale”, ridimensionando e praticamente cancellando un organo istituito con voto del Congresso.

Nonostante le critiche e i ricorsi, l’esodo forzato dei dipendenti è iniziato da venerdì: l’obiettivo è quello di ridurre gli operativi dell’Agenzia da circa 10 mila ad alcune centinaia.

Sul fronte della salute, la decisione di un organo dell’Idaho lascia presagire che cosa potrà avvenire se il ‘no vax’ Robert F. Kennedy diventerà ministro della Sanità: un distretto dello Stato, fortemente repubblicano, ha proibito la distribuzione dei vaccini anti-covid e potrebbe considerare provvedimenti analoghi per altri vaccini, dando retta a informazioni scientificamente non accurate sulla loro presunta pericolosità.

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