Cultura
“A tutto STEM, lezioni di competitività”: il dibattito organizzato da Formiche
Di Ilaria Donatio
“Vincere la sfida delle competenze è decisivo per costruire un Paese sempre più competitivo e protagonista delle grandi trasformazioni della nostra epoca”. Così, la premier Giorgia Meloni nella dichiarazione di apertura della Settimana nazionale delle discipline STEM, da oggi 4 febbraio all’11.
Secondo la Banca Mondiale, l’80% della ricchezza delle Nazioni più avanzate è rappresentata dal sapere. In questo scenario, le materie STEM stanno assumendo un ruolo sempre più determinante, offrendo grandi opportunità e prospettive. Purtroppo, in Italia gli indicatori descrivono un disallineamento tra domanda e offerta: per l‘Istat solo un quarto dei laureati italiani tra i 25 e i 34 anni ha studiato materie tecnico-scientifiche, e le imprese italiane dichiarano di avere difficoltà a trovare profili professionali con preparazione in queste discipline.
Dell’importanza strategica delle discipline tecnico-scientifiche e della necessità di lavorare sulle regole ma anche sulla cultura per dare loro il valore che meritano, si è discusso ieri al convegno organizzato da Formiche a Palazzo Wedekind, dal titolo “A tutto Stem, lezioni di competitività”: moderato da Flavia Giacobbe, direttrice di Formiche, al dibattito sono intervenuti, tra gli altri, Marina Calderone, Ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali, Isabella Rauti, Sottosegretaria di Stato al Ministero della Difesa, Marta Schifone, componente della XI Commissione (Lavoro pubblico e privato) della Camera dei deputati, Guido Borsani, Presidente di Fondazione Deloitte, Walter Villadei, aviatore e astronauta, Alessandra Santacroce, direttore relazioni istituzionali di Ibm, Diego Ciulli, head of government affairs&public policy di Google Italia.
Calderone: la vera sfida è capire cosa succederà tra 15 anni
Il tema delle materie Stem abbraccia numerosi percorsi umani e professionali e parlare di questo vuol dire parlare del presente e del futuro del lavoro. Lo ha detto la ministra del Lavoro, Marina Calderone che ha invitato a “ragionare sui talenti” perché “il mondo non si muove alla stessa velocità della tecnologia, tanto è vero che i laureati nelle discipline Stem non basteranno”.
Per questo – ha proseguito – “abbiamo bisogno di narrare e raccontare queste materie ai giovani, non solo per cavalcare le attitudini personali di ogni ragazzo o ragazza”, ma anche per compiere “un atto di giustizia sociale, consentendo quindi alle donne di poter accedere a queste materie: questo Paese invecchia e per contrastare il declino serve anche dare a ogni donna la possibilità di una professione calibrata sul futuro”.
La ministra ha infine sottolineato che “oggi più che mai serve un approccio dinamico alle strategie, non statico. Solo così possiamo proiettare il mondo del lavoro verso il futuro. E il primo passo è lavorare sulla formazione, oggi un giovane che frequenta un istituto tecnico, per esempio, trova quasi sicuramente lavoro. Adesso la vera sfida è cercare di comprendere che cosa succederà tra dieci o quindici anni”.
Rauti, il settore militare non può prescindere dalle materie Stem
La Difesa nasce Stem e rimane Stem, non c’è nessun settore del comparto che non passi per le materie Stem: così, la sottosegretaria alla Difesa, Isabella Rauti.
“Oggi l’85% delle trasformazioni lavorative avranno come driver le discipline Stem, dunque il grosso dei mestieri del futuro verranno dal campo delle materie Stem”, ha spiegato Rauti. Per poi chiarire che “oggi abbiamo e scontiamo un gap tra richieste professionali e offerta, con meno donne rispetto agli uomini, per giunta”.
Per chi si occupa di Difesa, ha concluso, “le discipline Stem sono essenziali, perché governano le operazioni militari e ci consentono di avere un vantaggio strategico: droni, cloud, quantum computing, lotta alle fake news, sono d’altronde frontiere che vanno di pari passo con le materie Stem. Per la Difesa è insomma tutto Stem, con una formazione trasversale, di sistema”. E parlando, infine, della scarsa presenza femminile nelle discipline Stem, Rauti ha spiegato che “tutti abbiamo il dovere di colmare questo gap. Se noi guardiamo alla popolazione dei nostri licei militari, però, stiamo assistendo a un costante ingresso delle donne”.
Schifone: aiutare giovani e donne su materie Stem
Aiutare giovani e donne su materie Stem: serve il sostegno del legislatore. Questo il messaggio centrale dell’intervento di Marta Schifone, deputata di Fratelli d’Italia e componente della commissione Lavoro, nonché firmataria della legge che ha istituito la settimana Stem, la legge 24 novembre 2023, n. 187.
“Siamo in un momento di sfida transizionale, ci stiamo approcciando a una serie di nuove discipline, come la robotica, la meccatronica e l’intelligenza artificiale”, ha proseguito la deputata, “e tutto questo richiede la necessità di un nuovo approccio, da parte del mondo del lavoro, con il sostegno del legislatore”.
“Abbiamo avvertito l’urgenza – ha aggiunto – di colmare un deficit, inteso come domanda delle imprese che non incontra un’offerta adeguata, in termini di competenze. Dobbiamo assolutamente superare questa criticità, ma purtroppo scontiamo ancora una scarsa adesione, soprattutto sul versante femminile, alle discipline Stem. Ma con le iniziative messe in campo, vogliamo lanciare un messaggio: aiutare le giovani generazioni e le stesse donne, ad avvicinarsi a queste discipline, che in qualche modo intrecciano il futuro”.
Deloitte: le aziende faticano a trovare competenze Stem
Il 50% delle aziende ha difficoltà a individuare le competenze che cerca. Così, il presidente della fondazione Deloitte, Guido Borsani: “C’è un problema di domanda e offerta nelle materie del futuro che viene ulteriormente esasperato da alcuni megatrend globali, come l’intelligenza artificiale, la transizione. E così le aziende si ritrovano con delle competenze da ricercare e individuare. E fanno fatica.
“Un secondo problema, connesso al primo”, ha detto Borsani, riguarda “l’accesso alle materie Stem che non è adeguato. Troppi pochi giovani scelgono questo tipo di discipline, specialmente sul versante femminile – ha proseguito – il tema è la scelta di questa o quella materia da parte di un giovane: chi la influenza? Il più delle volte la famiglia, mettendo insieme sia la possibilità di accesso al mondo del lavoro, sia il livello salariale. Il quadro che si compone davanti a noi è molto articolato, ci sono dinamiche culturali, come quella menzionata, di cui dobbiamo tenere conto”.
Villadei, lo spazio è anche un luogo di ricerca interdisciplinare
Walter Villadei è colonnello dell’Aeronautica Militare e astronauta. E nonostante, dice, la sua figura sia vista con “un certo romanticismo” è senza dubbio assai connessa con il mondo della formazione tecnico-scientifica.
Un percorso – quello di Villadei – lungo e complesso, che ha sempre avuto lo stesso obiettivo: acquisire competenze nel settore delle operazioni spaziali, nell’ottica che lo spazio è il “dominio verso il quale la Forza Armata si proietterà nei prossimi decenni”. Ma lo spazio si caratterizza anche come un luogo di ricerca fortemente interdisciplinare. Perché “spazio vuol dire ricerca e ricerca vuol dire domani”: un messaggio importante da rivolgere ai giovani.
Insomma, la sfida delle competenze per rendere il paese all’altezza delle due transizioni in atto – quella green e quella tecnologica – si vince solo facendo un gioco di squadra e coinvolgendo, in questa missione, le famiglie, la scuola, le università, le imprese, gli ordini professionali, i luoghi di cultura e i mezzi di comunicazione.