Politica

Giustizia amministrativa, smaltito in anticipo l’arretrato

03
Febbraio 2025
Di Giuliana Mastri

Stamattina si è svolta la cerimonia d’inaugurazione dell’anno giudiziario nella sede del Consiglio di Stato a Palazzo Spada. Nell’occasione è stata presentata la relazione sull’attività della Giustizia Amministrativa, alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella e del ministro della Giustizia Carlo Nordio.

Elemento spiccante dalla relazione, è che la giustizia amministrativa ha raggiunto un importante traguardo, smaltendo l’arretrato con due anni di anticipo rispetto alla tabella di marcia prevista dal PNRR. Lo ha sottolineato il presidente del Consiglio di Stato, Luigi Maruotti, nella sua relazione per l’inaugurazione dell’anno giudiziario 2025, esprimendo riconoscenza a magistrati e personale per il risultato ottenuto.

Maruotti ha evidenziato come la giustizia amministrativa continui a contribuire al consolidamento della credibilità del sistema giustizia. «I lusinghieri risultati sono dovuti anche alla piena attuazione del programma di smaltimento dell’arretrato, inserito tra gli obiettivi PNRR, il cui obiettivo è stato raggiunto con due anni di anticipo rispetto alla data fissata al 30 giugno 2026. Al 31 dicembre 2024, rispetto al 2023, vi è stata un’ulteriore diminuzione delle pendenze: pari al 17,9% presso le Sezioni giurisdizionali del Consiglio di Stato e del 12,5% presso i Tribunali Amministrativi Regionali. È un risultato al quale hanno concorso tutte le componenti dell’Istituto».

Nonostante l’aumento dei ricorsi proposti nel 2024, le pendenze sono calate rispetto al dicembre 2023. «Presso le Sezioni giurisdizionali del Consiglio di Stato, la diminuzione nel 2024 è stata pari al 17,9%, poiché il numero delle cause pendenti alla fine del 2023 era pari a 13.634 e si è ridotto a 11.194 al 31 dicembre 2024, essendo stati definiti 12.160 ricorsi», ha spiegato Maruotti. «La riduzione dell’arretrato per i Tribunali Amministrativi Regionali è stata pari al 12,5%, poiché il numero delle cause pendenti alla fine del 2023 era pari a 99.292 e si è ridotto a 86.870 al 31 dicembre 2024, essendo stati definiti 65.659 ricorsi. Considero questo risultato ancora più meritevole di apprezzamento, in considerazione dell’aumento dei ricorsi proposti nel 2024 rispetto all’anno precedente».

Superare la paura della firma e l’ipertrofia normativa
Durante la sua relazione, Maruotti ha anche affrontato il tema dell’eccesso normativo e della difficoltà applicativa delle leggi: «Superare la paura della firma e porre rimedio all’ipertrofia normativa. Le leggi inutili indeboliscono quelle necessarie. È fondamentale continuare a dare il proprio contributo affinché, nei più diversi settori del diritto pubblico, si ponga rimedio a quella che è stata definita come inflazione normativa».

Sulla questione è intervenuto anche il presidente del CNEL, Renato Brunetta, che ha evidenziato l’importanza di un quadro normativo chiaro e dell’attività dei corpi intermedi. «Trovo significativo l’aver sollecitato il legislatore a produrre normative chiare e a non cadere nell’eccesso di normazione che rende la loro efficacia applicativa più difficile. Altrettanto rilevante è l’invito ai giudici amministrativi ad essere consapevoli di quanto le loro decisioni possano incidere sul benessere della collettività. Ma trovo particolarmente importante l’aver sottolineato il ruolo dei corpi intermedi, chiamati a svolgere una ‘più incisiva attività per evitare che i singoli si sentano soli’. In questo il CNEL, che ha siglato con il Consiglio di Stato un accordo interistituzionale in cui crede molto e che vuole implementare, farà certamente la sua parte».

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