Top News

Dazi USA, no panic please

03
Febbraio 2025
Di Paolo Bozzacchi

Parliamoci chiaro. Il fantasma dei dazi USA all’UE sta creando un esagerato clima di panico tra le imprese italiane. Se eventualmente saranno confermate le stime Prometeia di un danno annuale da circa 7 miliardi di euro per l’export destinazione stelle e strisce non stiamo parlando di cifre che possano far tremare i polsi al made in Italy. Anche perché l’export italiano verso gli USA sfiora i 70 miliardi di euro l’anno (e la bilancia commerciale è decisamente in attivo per il nostro Paese). 

La data da segnare in agenda è il prossimo 18 febbraio, quando l’Amministrazione Trump potrebbe decidere di ampliare il raggio dei suoi dazi commerciali anche all’Europa. Ma «Be prepared» deve essere il motto che deve guidare chi fa impresa (e governo) in Italia.

Secondo Confartigianato un aumento delle tariffe del 10% sull’Italia comporterebbero un calo del 4,3% dell’export, che potrebbe salire al 16% nel caso di dazi al 20%. Al momento l’export italiano negli Usa ammonta a circa 67 miliardi di euro, a fronte dei 25 miliardi delle importazioni statunitensi.

Il segreto della domanda inelastica di made in Italy
Agroalimentare, moda, farmaceutica e meccanica sono i settori più preoccupati, perché gli Stati Uniti ne rappresentano il primo mercato di destinazione. Ma attenzione: niente panico, perché i prodotti del made in Italy di alta gamma come la moda, il design, il cibo e il vino godono di una forte domanda inelastica. In altre parole i consumatori statunitensi che scelgono beni di lusso e di qualità italiani difficilmente sostituiranno un Barolo con un vino californiano o una borsa di Gucci con un prodotto alternativo. Questo per dire che anche con l’aumento dei prezzi conseguenza diretta dei dazi, la domanda USA di made in Italy non crollerà. C’è da considerare, inoltre, che gli eventuali dazi USA non saranno applicati a tutti i settori indistintamente. Altro motivo per restare calmi e organizzarsi.

Più joint venture e produzione locale negli USA
Alcune aziende italiane per evitare i dazi si stanno organizzando investendo in stabilimenti produttivi negli Stati Uniti, o stringendo partnership con aziende locali. In questo modo riescono ad etichettare prodotti come made in USA evitando così le tariffe e continuando a servire il mercato americano senza rischi. Paradigmatico in questo senso il caso del gruppo Volkswagen, che sta valutando un significativo aumento della produzione negli USA per i marchi premium Audi e Porsche, che attualmente non producono oltreoceano. Secondo la stampa tedesca il gruppo potrebbe stabilirsi in Tennessee a Chattanooga con un grande impianto.

Non dire dazio se…
La trattativa commerciale tra Washington e Bruxelles è al momento aperta, e l’UE è tutto fuorché attendista. Ursula Von der Leyen starebbe infatti offrendo a Donald Trump dei pacchetti di maggiori acquisti europei di gas liquido a stelle e strisce, oltre ad un aumento della spesa militare UE con acquisti di armi made in USA. Lo riporta il Corriere della Sera. Basteranno a convincere il Presidente USA per lo meno a rinviare la firma del decreto esecutivo sui dazi per l’Europa? Curiosità e attenzione sì, ma anche meno panico.