Economia

Istat, Pil IV° trimestre, crescita scarsa ma stabile

31
Gennaio 2025
Di Giuliana Mastri

Nel quarto trimestre del 2024, l’economia italiana ha registrato una fase di stallo. Il Prodotto Interno Lordo (Pil), adeguato per gli effetti di calendario e le fluttuazioni stagionali, è rimasto invariato rispetto ai tre mesi precedenti. Su base annua, però, si è osservata una crescita dello 0,5%.

Uno degli elementi da considerare è il numero di giornate lavorative: nel quarto trimestre del 2024 ce ne sono state due in meno rispetto al trimestre precedente, ma due in più rispetto allo stesso periodo del 2023. Questo fattore ha avuto un impatto sull’attività economica complessiva.

Dal punto di vista settoriale, i dati mostrano una contrazione del valore aggiunto nel comparto agricolo, forestale e della pesca. Il settore industriale, invece, ha registrato un incremento, mentre quello dei servizi ha subito una lieve flessione. Per quanto riguarda la domanda, i consumi e gli investimenti interni hanno contribuito negativamente alla crescita, mentre il commercio con l’estero ha fornito un impulso positivo.

Su base annua, nel 2024 il Pil è aumentato dello 0,5% rispetto al 2023, tenendo conto del fatto che l’anno appena trascorso ha avuto quattro giornate lavorative in più rispetto al precedente. Tuttavia, guardando al 2025, la crescita acquisita, ovvero il punto di partenza dell’anno basato sulle tendenze attuali, risulta nulla.

I dati definitivi sui conti nazionali annuali per il 2024 saranno pubblicati il prossimo 3 marzo, mentre il 5 marzo verranno diffusi i dati trimestrali aggiornati in base a queste nuove informazioni.

Un bilancio del 2024, prospettive per il 2025
L’ultimo trimestre del 2024 conferma un’economia in una fase di stabilità senza slanci significativi. Dopo un terzo trimestre altrettanto piatto, il Pil non ha mostrato variazioni nel breve periodo, ma ha comunque mantenuto una crescita annua moderata.

A influenzare questi risultati è stata una combinazione di fattori: da un lato, la debolezza del settore agricolo e dei servizi ha frenato la crescita; dall’altro, l’industria ha dato segnali di ripresa. Anche sul fronte della domanda, il contributo negativo dei consumi interni e degli investimenti è stato compensato, almeno in parte, dal commercio estero.

Nelle attuali stime, il 2025 inizia senza una crescita acquisita, segno che sarà necessario un rafforzamento della domanda interna o un ulteriore sostegno dalle esportazioni per avviare una nuova fase di espansione economica.