Cronache USA

Trump 2: la tragedia aerea usata come strumento di propaganda politica

31
Gennaio 2025
Di Giampiero Gramaglia

“Buttarla in politica” sempre, anche una tragedia nazionale, anche il più grave incidente aereo degli ultimi vent’anni negli Stati Uniti, che ha fatto 67 vittime nella collisione, l’altra notte, tra un aereo di linea della American Airlines con 64 persone a bordo, in fase di atterraggio al Ronald Reagan National Airport di Washington, e un elicottero dell’Esercito in volo di esercitazione con tre persone a bordo.

Politicizzazione” è la parola usata dalla Cnn ed è la critica che i media Usa liberal muovono, in queste ore, al modo in cui il presidente Donald Trump gestisce la vicenda, con una conferenza stampa in cui, pur senza elementi fattuali a sostegno della sua tesi, ha attribuito la colpa dell’incidente alle politiche della diversità nelle assunzioni seguite delle Amministrazioni democratiche di Barack Obama e Joe Biden.

Il Washington Post cita una frase del magnate che ne sintetizza l’atteggiamento: “Trump ha detto che l’assenza di informazioni sulle cause dell’incidente non gli impedirà di fare conoscere e di condividere le sue opinioni su quanto avvenuto” – la Casa Bianca ridotta a Bar Sport, o a social network -. Il New York Times scrive: “Trump, senza prove, accusa programmi di inclusione e democratici… Le sue osservazioni rispecchiano l’istinto di vedere tutti gli eventi importanti attraverso le sue lenti politiche e ideologiche”.

Se la storia non fosse un dramma, farebbe sorridere quanto pubblicato dal WP, secondo cui il programma di assunzione dei controllori di volo venne lanciato da Trump stesso nel suo primo mandato. E, dai media, emerge una situazione di sotto-dimensionamento dei controllori di volo al Reagan – ce n’era uno per elicotteri ed aerei, quando doveva essercene uno solo per gli elicotteri – e di pericolo latente, perché un incidente analogo era già stato sfiorato martedì 28.

Il presidente ha nominato un nuovo capo della Federal Aviation Authority, denunciando la presunta “cattiva gestione” dell’ente responsabile della sicurezza aerea. A replicare alle sue accuse, è stato l’ex ministro dei Trasporti di Biden, Pete Buttigieg, un potenziale candidato democratico a Usa 2028.

Sul WP, Ishaan Tharoor individua in “oligarchia” la parola chiave “del trionfale ritorno” di Donald Trump alla Casa Bianca.

Trump 2: audizioni e tagli del personale
Trump 2 continua ad eliminare figure dell’amministrazione pubblica di cui non si fida o che considera superflue: dopo funzionari della Giustizia e della UsAid, l’Agenzia che si occupa degli aiuti allo sviluppo, oltre che addetti alle politiche anti-discriminazione, ora sono elementi di spicco dell’Fbi ad avere ricevuto l’invito ad andarsene subito, altrimenti lunedì saranno licenziati.

Un segnale dell’arrivo al vertice della polizia federale di Kash Patel, un ‘cospirazionista’ ‘ultra-trumpiano’ convinto che l’Fbi sia stato usato dalle Amministrazioni democratiche come arma contro i conservatori. L’audizione in Senato di Patel è andata – riferiscono concordi i media – a gonfie vele.

Meno bene quella dell’ex deputata democratica Tulsi Gabbard, destinata a dirigere l’intelligence nazionale. Secondo il Washington Post, Gabbard ha mentito sotto giuramento, affermando di ignorare “fino ad ora” che un esponente siriano da lei incontrato aveva minacciato azioni terroristiche contro gli Stati Uniti, mentre ci sono prove che lei ne era al corrente dal 2017, ma che cercava di tenerlo nascosto per arginare la cattiva pubblicità derivatale da una missione compiuta nella Siria del dittatore ora rovesciato Bachar al-Assad.